lunedì 22 dicembre 2008

Best of 2008

In due parole, senza troppi fronzoli e in ordine alfabetico, vado a illustrarvi il meglio del 2008 secondo l'insindacabile opinione del sottoscritto!

Best Album - La categoria in cui la scelta è stata più dura, certamente. Tanto Bob Catley quanto i Journey, infatti, hanno prodotto dischi di qualità eccelsa. Alla fine, il mio voto va al cantante dei Magnum, la cui fatica solista, "Immortal" è un concentrato di magia, epicità, melodia e sentimento.


La splendida voce di Bob svetta come sempre, ed è splendidamente accompagnata da una band di musicisti di talento, tra cui spicca e merita una citazione - ovviamente, essendo l'autore di tutti i brani - Magnus Karlsson. Un album da ascoltare e riascoltare, immediato ma al tempo stesso profondo, di quelli che ti catturano subito ma che non mostrano segni di cedimento dopo pochi ascolti, anzi. Da avere assolutamente, come del resto vi avevo già detto.

Best Book - Qui devo necessariamente staccarmi dall'attualità e scegliere il mio libro preferito non tra quelli pubblicati nel 2008, ma tra quelli letti dal sottoscritto in quest'anno che si avvia ormai alla conclusione. Che dire: scelgo, senza esitazione alcuna, Il Gioco di Ender di Orson Scott Card.


Fantascienza intelligente al suo meglio, che appassiona dalla prima all'ultima pagina e, nel finale, regala un paio di colpi di scena favolosi, che danno anche qualche ottimo spunto di riflessione. Come dovrebbe sempre fare la sci-fi che aspira ad essere qualcosa di più che un prodotto da consumare e dimenticare. Sul comodino, mi aspettano i due sequel, nella speranza che siano all'altezza di questo splendido gioiello.

Best Comic Book - Non può che essere il gran finale di All-Star Superman, di Grant Morrison e Frank Quitely.


All-Star Superman è il capolavoro di Morrison, è migliore interpretazione moderna del mito dell'Uomo d'Acciaio (forse la migliore di sempre), quella che più di ogni altra ne cattura la magia e l'essenza; il tutto, ovviamente, anche grazie al tratto fatato di Quitely, all'impeccabile recitazione dei suoi personaggi, alla sua visionarietà, alla sua sintesi perfetta tra epica americana e sensibilità europea. Ora, non resta che aspettare l'inevitabile ristampa Absolute tra un paio d'anni. Sì: è così bello che vale la pena di averne due versioni.

Best Movie - Ammetto di non essere andato molto al cinema, quest'anno: troppi altri impegni e troppe altre spese. Però, tra i film che ho visto, il mio voto va sicuramente all'imprescindibile Cavaliere Oscuro!


Mi sono dilungato fin troppo sul film nel post che trovate linkato qui sopra, quindi eviterò sproloqui. Dico solo che trovo The Dark Knight il miglior film live-action sui supereroi che sia mai stato realizzato, e un grandissimo film in assoluto.

Best Videogame - Scelta parecchio difficile anche qui. Dopo un 2007 di grazia, anche il 2008 ha portato in dote a tutti i gamer una serie eccezionale di titoli di altissima qualità. Stiamo veramente vivendo un momento d'oro, in cui la creatività e la tecnologia vanno a braccetto per proporre titoli tanto belli da vedere quanto divertenti da giocare, e, ormai sempre più spesso, anche dotati di storie intelligenti e accattivanti. L'elenco di tutti i giochi di valore pubblicati quest'anno per le varie piattaforme porterebbe via chissà quante righe, e alla fin fine mi ritroverei a fare uno sterile elenco di nomi, quindi andiamo subito al dunque. Il mio voto in questa categoria va al capolavoro di Bethesda: Fallout 3



Anche di questo gioco ho già parlato diffusamente nel post linkato. Un vero must, uno dei migliori giochi di questa generazione, immenso e profondo, coinvolgente e cinematografico... Ma soprattutto, dannatamente divertente. Un grandissimo sforzo produttivo, coronato dal successo.
Doveroso citare gli altri titoli che, a mio parere, meritano la piazza d'onore: Fable II e Dead Space. Altri due giochi davvero eccezionali, che non dovrebbero mancare nelle vostre collezioni.

E questo è tutto per il Best of 2008 di Deep Sound 9!

venerdì 19 dicembre 2008

Star Trek

Il "Widget" del nuovo Star Trek arriva su DS9 (il blog... Non la serie TV)!

Fatelo girare!

martedì 16 dicembre 2008

Transcending History and the World

Mi sono reso conto di aver dimenticato questa recensione tra le bozze per mesi... La pubblico adesso, per la serie "non è mai troppo tardi". Enjoy!



E' finalmente uscito Soul Calibur IV, primo episodio della saga di Namco a fare la sua comparsa sulle console di questa generazione (per chi non l'avesse capito, sto parlando di Xbox 360 e PS3).
Che dire? Dal punto di vista del gameplay, non è molto più di una versione ipervitaminizzata di Soul Calibur III; le innovazioni (equipaggiamento che si deteriora e si distrugge sotto i colpi dell'avversario, introduzione delle critical finish e di blandi elementi RPG) non sono così rilevanti da poter parlare di gioco rivoluzionato e/o veramente nuovo. D'altro canto, se c'è un genere dove non ci aspetteremmo grandi cambiamenti, è proprio quello dei picchiaduro 3-D: il fatto che sia un "more of the same" non intacca affatto il godimento di quello che è un videogame veramente addittivo e divertente, quanto e più degli episodi precedenti. Se poi avete anche qualche amico da sfidare, dal vivo o su Xbox Live/PSN, si tratta di un acquisto obbligato, visto che come sempre il lavoro di Namco è stato eccellente.

Detto questo, non è che non ci sia proprio nulla di nuovo. L'editor dei personaggi è stato potenziato all'inverosimile, e adesso è veramente completo, è quasi un gioco a parte. Potete sia creare combattenti del tutto originalii, basati ovviamente su stile e mosse di quelli esistenti, sia nuovi costumi per questi ultimi. La quantità di slot è talmente elevata che solo i veri fanatici dell'editing come il sottoscritto si troveranno a dover fare delle scelte per mancanza di spazio... Anche se, a dire il vero, un paio di slot dovrete necessariamente riservarli a personaggi da modificare di volta in volta ad hoc per ogni singolo piano della Torre delle Anime: sempre che vogliate arrivare in fondo a questa modalità, tanto addittiva quanto, a tratti, "cattiva". Tanto cattiva che per un paio di piani ammetto di aver dovuto ricorrere all'aiuto di youtube per individuare la strategia vincente.

Il gioco è appagante per tutti, dall'appassionato al casual gamer, come è caratteristica di ogni episodio di SC, e ne fa una scelta ideale tanto per chi vuole sfogarsi in single player quanto per le serate con gli amici. Anche l'online è eccellente, e del resto non poteva essere altrimenti: il multiplayer è da sempre il vero punto forza del genere, e non implementarlo come si deve significherebbe darsi la zappa sui piedi da soli.


In definitiva, un gioco consigliatissimo, anche se forse superfluo - paradossalmente - soprattutto per i fan di vecchia data della saga, vista la mancanza di innovazioni significative. Personalmente, lo adoro, soprattutto perché l'unico altro episodio che ho è il 2, e non posso rigiocarci non avendo più la PS2 a casa.

Quasi dimenticavo: se qualcuno volesse sfidarmi, le spade di Cervantes sono sempre a vostra disposizione! Meglio se davanti ad una bella birra...

martedì 2 dicembre 2008

Il capolavoro che non t'aspetti

In un mondo in cui Internet ci permette di seguire qualsiasi progetto dalla culla alla tomba, in cui a furia di anticipazioni, teaser, trailer, preview e chi più ne ha più ne metta abbiamo ormai le idee chiarissime su un prodotto molto prima di averlo visto, letto, provato, è un vero piacere scoprire di poter essere ancora sorpresi. Mi è capitato - alla grande - con Fallout 3.
Sarò sincero: non mi aspettavo affatto, a giudicare dai filmati e dalle info che erano circolate in rete prima delle recensioni ufficiali, che il gioco fosse così bello. 
Un pò l'ambientazione post-atomica (sia pure resta molto più gustosa dall'iniezione di uno stile anni '50 che gli dà un look da fantascienza retrò davvero interessante), che non è di quelle che mi incuriosiscono a priori; un pò il richiamo a una serie storica di RPG su PC della quale però non ho alcuna esperienza; soprattutto, il legame evidente con la precedente opera di Bethesda, The Elder Scrolls IV: Oblivion, indubbiamente bello ma con alcuni difetti che a mio parere minano molto l'esperienza di gioco, mi facevano essere un pò scettico. Tanto che avevo quasi pensato di rimandare l'acquisto a quando sarebbe costato un pò meno, o a quando fossero comparse le prime copie usate. 

Poi, è successo che... Il gioco è uscito, accompagnato da recensioni tutte entusiaste, con voti altissimi e commenti che mi hanno incuriosito sempre di più. Il colpo di grazia me lo ha dato l'aver visto dal vivo la splendida Limited Edition: un lunchbox sponsorizzato dalla Vault-Tech, l'azienda costruttrice di rifugi antiatomici presente nel gioco, contenente, oltre al gioco, un art-book, un DVD making of e una bambolina bubblhead a foggia di Vault-Boy. Una di quelle splendide edizioni che ti fanno pensare "è così che si combatte la pirateria". Complice la possibilità di averla ad un prezzo molto molto inferiore (lavorare nel campo dovrà pure avere qualche bonus che compensi le rotture di scatole!), non ho saputo resistere e me la sono portata a casa.















Ho messo il DVD nell'Xbox per provare il gioco, pensando "beh, faccio il tutorial, poi lo metto in stand-by finché non ho finito Fable II". Risultato? A finire in stand-by è stato il gioco di Lionhead!

Fallout 3 si sta dimostrando, per quanto l'ho giocato finora, tutto ciò che Oblivion avrebbe dovuto essere e non è stato - quantomeno, non fino in fondo. Un gioco immenso, un mondo da esplorare enorme e pieno di cose da fare e da scoprire, che dà totale libertà nel farlo, ma che al tempo stesso ha una coerenza e una vitalità assolute. Il problema principale del precedente RPG di Bethesda era proprio quello di essere sì enorme, ma in fondo molto ripetitivo, con tantissimi personaggi, ma tutti più o meno uguali, con le poche eccezioni di quelli coinvolti nella main quest. Chiudere gli Oblivion Gate era quanto di più noioso: ci giravano sempre gli stessi mostri e sostanziamente vi si facevano sempre le stesse cose, con l'unica differenza di dover occasionalmente girare a destra invece che a sinistra, o scendere una scala invece di attraversare un ponte. La storia principale non brillava certo per originalità, e anche le side quest erano - con un paio di lodevoli eccezioni - troppo banali e poco interessanti. In Fallout 3, Bethesda ha imparato la lezione, ha capito che era meglio sacrificare un pò di quantità in favore di una maggiore qualità, e così facendo ha dato al suo nuovo gioco un'anima che il suo predecessore non aveva, senza per questo rinunciare a dimensioni comunque mastodontiche, tanto che servono almeno un centinaio di ore per un completamento totale.

Mi spiegherò meglio con un esempio. In Elder Scrolls IV era possibile parlare praticamente con tutti, ma in sostanza ripetevano sempre le stesse frasi fatte, oltretutto spesso con la stessa voce, visto che ovviamente la presenza di così tanti personaggi rendeva impossibile differenziare più di tanto (ci sarebbero voluti centinaia di doppiatori, che sarebbe costati più di tutto lo sviluppo del gioco). In Fallout 3, i PNG che non fanno solo presenza, quelli con cui potete effettivamente avere una conversazione, sono molti meno, ma sono tutti molto ben caratterizzati. Non sembrano una serie di cloni dal diverso colore di capelli, anzi. Ognuno di loro ha una storia da raccontare, e pure interessante.  Peraltro, l'ambientazione post-atomica fornisce anche una perfetta giustificazione "interna" al fatto che il mondo di gioco non sia particolarmente affollato. 
La qualità della scrittura è decisamente superiore anche per quel che riguarda le trame. Sia la main quest che le side sono davvero ben realizzate, hanno un sacco di colpi di scena e di belle idee, e sono molto più articolate.  

Ottima anche l'interfaccia di gioco. La gestione dell'inventario è di gran lunga più sensata e funzionale di tutti gli altri RPG su console, e il fatto di aver mascherato il tutto come interfaccia del pip-boy (l'accrocchio da polso che viene regalato al giocatore durante il tutorial) è una bella idea per non spezzare l'illusione e l'immedesimazione. Anche il sistema di combattimento, pur non essendo perfetto, è molto ben studiato e a tratti davvero esaltante: andare in modalità V.A.T.S. (nella versione italiana, S.P.A.V.) e far saltare la testa a un supermutante con un colpo di doppietta ben piazzato, o ridurre un predatore a un mucchietto di cenere fumante grazie a una scarica di pistola laser è sempre una soddisfazione. La visuale, che passa dalla prima persona ad una terza di stampo cinematografico, contribuisce a rendere ancora più divertente il tutto. Certo, sprecare uno slot di abilità per prendere una skill aggiuntiva che non altro che far esplodere molto più spesso i nemici morenti in mille pezzi sanguinolenti è un pò eccessivo, ma sicuramente farà la felicità dei fan del gore.

Certo, la splendida ambientazione mutuata dagli episodi precedenti della serie contribuisce non poco a rendere Fallout 3 un'esperienza eccezionale. E anche qui, bisogna togliersi il cappello davanti a Bethesda, che ha saputo portare il look post-apocalittico/anni '50 da fantascienza pulp nell'attuale generazione di giochi in maniera assolutamente mirabile. Dalla confezione lunch-box al design delle armi, dai distributori di Nuka Cola alla colonna sonora trasmessa da Galaxy News Radio e interamente composta di brani anni '30-'50, tutto è progettato e realizzato magnificamente, e la sensazione di trovarsi all'interno di un racconto di fantascienza pulp o di un film di Roger Corman con gli effetti speciali di oggi è davvero forte. Per non parlare di tutte le chicche nascoste qua e là la cui scoperta, per i veri appassionati del genere, rappresenterà un vero e proprio gioco-nel-gioco: i robot protettori stile Forbidden Planet, la side-quest intitolata "Those!", in cui troverete una cittadina alle prese con - ovviamente! - orribili formiconi giganti, e chi più ne ha più ne metta...

Insomma, io da Fallout 3 mi aspettavo un buon gioco. Salta fuori che, invece, è un capolavoro. Una bellissima sorpresa! 


mercoledì 26 novembre 2008

Star Trek - Il ritorno

Mi sono reso conto che non l'avevo ancora postato...



Bene, bene, bene. Penso che possiamo essere fiduciosi e cautamente ottimisti. E Zachary Quinto è veramente identico a Leonard Nimoy... Impressionante! Talk about "great casting"...

E poi, l'astinenza da Star Trek ormai cominciava a farsi sentire.

venerdì 14 novembre 2008

mercoledì 12 novembre 2008

Il brano del giorno - 050

Running Wild - Ballad of William Kidd

martedì 11 novembre 2008

E' nata, è nata!


E' finalmente nata la nuova costola Marvel di Glamazonia: MARVEL EXPERIENCE!

Un blog Marvel che si occuperà sì di news e curiosità assortite, ma anche e soprattutto delle storie. Nuove e classiche, 616 e Ultimate, senza barriere: basta che abbiano qualcosa da dire, o ci diano una scusa per farlo noi stessi.

Nei prossimi giorni la inserirò anche nei feed qui a destra. Ah, ovviamente potete tutti partecipare e commentare attraverso l'apposita stanza del forum di Glamazonia.

Glama continua a crescere e questo, sinceramente, mi rende orgoglioso di farne parte, insieme a un gruppo di persone animate da vera passione.

venerdì 7 novembre 2008

martedì 4 novembre 2008

Screaming Eagles Go Go Go!

Faccio mie le parole del mio caro amico Fabio, alias Mr. Kayak, per spingervi a dare una mano a un altro grande amico, quel Brahamil le cui lodi ho sempre tessuto a tutti gli appassionati di fumetto e in generale del bel disegno.

Scrive Fabio:


Forse non conosci ZUDA, un progetto lanciato un anno fa esatto dalla DC Comics per lanciare delle serie a fumetti originali studiate appositamente per il web.
ZUDA funziona così: ogni mese vengono selezionati, tra le numerose proposte ricevute, dieci comics concorrenti. Di queste serie viene presentato un assaggio su ZUDA, e quella che riceverà più voti da parte dei lettori potrà proseguire per un anno intero come feature fissa del sito!

Questo mese su ZUDA c'è una bellissima novità, nella quale voglio coinvolgere tutti quelli che conosco: tra i partecipanti di novembre 2008 c'è un fumetto realizzato da ALESSANDRO BRAGALINI, un mio carissimo amico!
Ale è una persona deliziosa e coerente che cerca di farsi largo nel mondo del fumetto con le unghie e con i denti. Ma soprattutto è un artista favoloso, abilissimo con la matita ma anche col colore. Come puoi ammirare da te dando uno sguardo al suo SCREAMING EAGLES, su ZUDA!

La serie è un cocktail tutto azione tra "Shockrockets", "Independece Day" e "Rambo". Un fumetto spettacolare, denso di colpi di scena e che, in un certo senso, richiama la cinematografia dei migliori action movie di Hollywood.
Autore dei testi è MIKE SANGIACOMO, con il quale Alessandro aveva già collaborato in uno dei racconti di TALES OF THE STARLIGHT DRIVE-IN, grazioso volume Image Comics.

Naturalmente, il mio invito è di leggere e soprattutto VOTARE SCREAMING EAGLES!!!
Il procedimento è molto semplice, basta registrarsi sul sito ZUDACOMICS.COM e quindi cliccare il tasto "VOTE" nella pagina dedicata alla serie. Ci si mette davvero un minuto, e la registrazione richiede pochissimi dati (nome, data di nascita, email e un qualsiasi nome utente).

Grazie in anticipo, di cuore. E... BUONA LETTURA :-)


Sottoscrivo ogni singola parola, e vi invito a votare tutti per Screaming Eagles.

Se poi siete frequentatori di forum e affini, ecco qualche bannerino con cui diffondere il verbo:







Mi raccomando. Diamo una mano a qualcuno che se lo merita veramente!

SCREAMING EAGLES GO GO GO!

lunedì 3 novembre 2008

Music off the edge of the world - 001

Inauguriamo una nuova "serie" di post, chiamata "Music off the edge of the world": titolo ovviamente ispirato da questa canzone, e che allude al fatto che tratterò principalmente di cose "off the edge" rispetto al mondo della musica commerciale, con il consueto stile di questo blog: diretto e personale. Iniziamo da...

- Journey: Revelation



Neal Schon e compagni sono in splendida forma: Revelations è il loro miglior album da anni a questa parte. Pieno di passione, melodia, stile, il tutto con quel retrogusto blues che da sempre li caratterizza (esemplare, in questo senso, l'ottima "Caught in a Sunshower"). "Change for the Better" è degna di stare tra le migliori composizioni di sempre del gruppo, e non è l'unica: anche "Never Walk Away" e la strumentale "The Journey (Revelation)" sono da applausi. Il nuovo cantante, Arnel Pineda, è semplicemente fantastico, il degno erede di Steve Perry: non a caso, la band ha incluso nella limited edition dell'album un secondo CD con i proprio classici ri-registrati con Ariel alla voce, tanto per chiarire che è in grado di cantare divinamente tutto il loro repertorio. Bello, bello, bello.


- Iced Earth: The Crucible of Man



Concept piuttosto complesso, l'ho ascoltato un paio di volte e mi è piaciuto, ma voglio risentirmelo per bene prima di dare un giudizio perché non è un disco diretto stile The Dark Saga, anzi. Però il ritorno di Matthew Barlow da solo basta a farmi venire un sorrisetto sulle labbra. Ripper è bravissimo, ma non c'entrava davvero un cazzo col sound degli IE, anche perché Schaffer non ha fatto neanche il minimo sforzo per adattare il proprio stile. Barlow è IL cantante degli Iced Earth.

E a proposito di Ripper, l'ho sentito cantare su


- Yngwie J. Malmsteen's Rising Force: Perpetual Flame



Il disco è il solito disco di Malmsteen, non cambia mai. Alcuni passaggi fanno davvero sorridere per la mancanza di senso, per la serie "vado a caccia del guinness dei primati della velocità e per stavolta pazienza se la melodia non esiste!" :D, a parte questo comunque è un album che piacerà ai suoi fan. Sicuramente migliore della maggior parte della sua produzione recente (anche se non al livello di Alchemy, che resta l'ultimo disco davvero bello di Yngwie). Ottima la voce di Ripper, molto più a suo agio su queste sonorità e bravo come al solito, anche se secondo me avrebbe bisogno di creare un gruppo proprio con un songwriter bravo che costruisca i pezzi su di lui, invece di doversi sempre adattare alle composizioni degli altri.


- Helstar: King of Hell



Grande album, questo, davvero un ritorno coi fiocchi! Gli Helstar non sono cambiati molto dagli anni '80, ma questo è un bene. King of Hell è un disco fieramente anacronistico, un power/thrash dalle (rare) venature epiche che nel mercato di oggi è una boccata d'aria fresca. E' un album sincero, suonato benissimo e cantato anche meglio (James Rivera è come il buon vino, pare: invecchiando, migliora). Le ritmiche serrate di Trevino e Barragan, ben supportate da una buonissima produzione, sono un vero piacere per tutti i fan della vecchia scuola del metallo pesante. Potenti, cattivi e senza fronzoli. Un disco da headbangin'. Bel colpo. Niente male anche il fatto che con soli 2 euro in più vi possiate accaparrare (almeno, dove l'ho comprato io -Mariposa Duomo, Milano - era così) anche "Sins of the Past", album celebrativo contenente tutti i classici della band ri-registrati con i suoni di oggi (sì, va molto di moda oggi come oggi, e ad essere sincero vorrei poterlo fare anche io... Chissà che un domani...).

Pollice in alto per questa release, che si piazza al secondo post nella mia classifica di questi ultimi mesi. Subito dietro a...


- Bob Catley: Immortal



Devo dire che il buon Bob raramente mi delude: la sua voce è sempre fantastica, a dispetto dell'età che avanza, e in genere, per i suoi dischi solisti, sa sempre scegliersi dei compositori di gran classe, capaci di valorizzare al massimo le sue capacità con melodie ariose, epiche e non banali. Però, Immortal è qualcosa di più di un semplice buon disco: Immortal è un grande disco, sotto tutti i punti di vista. I pezzi scritti per Bob da Magnus Karlsson sono talmente belli da avermi fatto venire voglia di cercare qualcos'altro di suo: Starbreaker, The Codex, vediamo cosa riesco a trovare. Pomp rock (o hard rock epico, chiamatelo come volete, certe etichette sono talmente limitanti...) di altissimo livello, di quelli che mi fanno sempre correre un brivido lungo la schiena e spuntare un sorriso largo come tutta la faccia.
Ottima la prestazione di tutta la band, che supporta alla grande un Catley strepitoso per pathos e interpretazione. Sicuramente una delle migliori uscite hard rock degli ultimi anni, un album da ascoltare e riascoltare, di quelli che non ti stancano mai. Se avete pochi soldini da spendere e potete acquistare uno e un solo album tra i summenzionati... Il mio consiglio è di prendere questo, senza esitazione. Davvero fantastico!

venerdì 31 ottobre 2008

Nerdgasm



Sarà sicuramente una cazzatona nucleare, ma sono 20 anni che aspetto di poter fare il culo a Darkseid nei panni di Flash. E tra un mesetto circa, finalmente...

martedì 28 ottobre 2008

Lost in Albion

Ok, è ufficiale: Fable II rientra appieno nella categoria "giochi da perdercisi dentro".

E' davvero notevolissimo. Se siete minimamente dotati di senso dell'umorismo e/o amore per il role-playing, tra una quest e l'altra passerete ore e ore soltanto a girare per le città facendo il/la buffone/a per impressionare gli abitanti, amoreggiare, giocare al tavolo del Fulcro, lavorare come fabbro (attività che si può intraprendere molto presto nel gioco, e decisamente redditizia) o semplicemente ammirare gli splendidi paesaggi. E parliamone, dei passeggi: perché sono dei piccoli capolavori di arte figurativa, che si sposano alla perfezione con lo stile cartoon del gioco.


Per quelli più interessati al lato avventuroso, bisogna dire che anche il combattimento è gestito benissimo, nella sua grande semplicità. Sia che voglia attaccare a distanza, in corpo a corpo o lanciare incantesimi, il tutto vi risulterà assolutamente intuitivo fin dall'inizio. Non avrete bisogno di memorizzare nessuna complicata sequenza di tasti per ottenere sequenze di combattimento divertenti e spettacolari: vi basterà trovare il giusto ritmo tra attacco, difesa e uso delle magie.
La main quest parte subito con dei colpi allo stomaco niente male... Di più non posso dirvi, dato che io stesso mi sono perso in tante altre attività che, per il momento, sono solo all'inizio della trama! Magari ne parlerò ancora in futuro, per il momento mi limito a segnalare che il primo impatto con il gioco è davvero, davvero positivo. Ah, e sono contento di aver scelto la Limited Edition: per lo stesso identico prezzo della standard, si ottengono delle chicche in-game come questa divisa...


Accoppiata con il title personalizzato "Master Chief", fa la sua porca figura...

Complimenti, Lionhead!

martedì 21 ottobre 2008

Back in Black

Alla fine, è passata un pò di più di una settimana...

Comunque, here I go again. 

Ricominciamo con un riepilogo generale della vita in questo finale di Ottobre! Sto passando le mie giornate a:

- Lavorare (non tantissimo, in questi giorni, siamo in periodo di bassa tensione).
- Coccolare la mia bellissima mogliettina (mai abbastanza però, uffa).
- Fare amicizia col nostro gattone, che abbiamo adottato da un paio di settimane e rinominato da Lillo a Dusseldorf (tanto è un gatto, non risponde al proprio nome in ogni caso, perciò...) e/o pulire la sua cacca, sempre troppo abbondante...
- Cazzeggiare su internet (fondamentale, del resto lo sto facendo in questo preciso istante). Facebook è davvero un bello strumento, sto riallacciando contatti con amici che non sentivo veramente da troppo tempo. 
- Giocare a FIFA 09. Che gran gioco. Mai avrei pensato che FIFA sarebbe diventato il miglior gioco di calcio in circolazione, surclassando PES, ma Konami ha regalato la vittoria agli avversari quando ha pensato di riciclare lo stesso motore della versione PS2 anche sulle console di nuova generazione... Mentre il team di FIFA continuava a migliorare. Ora come ora è la miglior simulazione calcistica in circolazione - e sì, lo direi anche se non lavorassi per Electronic Arts. Presto, però, arriveranno Fable II (regalo dei miei colleghi per il compleanno), Dead Space e Mirror's Edge. Per non parlare di Lego Batman, Mortal Kombat vs. DC Universe e Fallout 3. AIUTO! Ho bisogno di giornate di 48 ore!!!
- Suonare, anche se moooolto meno di quanto vorrei. Avrei bisogno di un weekend di cazzeggio totale per potermici impegnare un pò...
- Leggere. Tra le altre cose, Martin (sono ancora fermo a Il Dominio della Regina, ed è già uscito L'Ombra della Profezia, devo mettermi in pari!), il secondo romanzo di Mass Effect (Ascension) e un pò di fumetti assortiti. In lista d'attesa, i volumi due e tre della saga di Elric di Michael Moorcock (che però ho già letto anni fa, è una rilettura) e di quella di Ender di Orson Scott Card.

So che il commento di chi leggerà questo post sarà qualcosa del tipo "ecchissenefotte?", però questo è il mio diario online, non il sito di Repubblica o Youporn, quindi se vi fermate a leggere i miei deliri, beh, sono solo cazzi vostri ;) 

Bye for now,

Dario

venerdì 26 settembre 2008

- 1!

Non sarò (ovviamente) davanti a un PC domani per la fine del countdown, quindi... Ci si rilegge tra una settimana circa. 

The time has come!

giovedì 25 settembre 2008

- 2

Perché ti sposi? Sarebbe una domanda lecita, se qualcuno volesse farmela.

La risposta è davvero semplice. 

Mi sposo perché sono innamorato.
Mi sposo perché credo davvero che lei sia la persona che completa e dà senso alla mia vita, quel senso che ritrovo solo nei suoi occhi, nei suoi sorrisi, nella gioia che mi dà ogni giorno che passo con lei.  
Mi sposo perché in un mondo che va sempre peggio, con così tanti problemi e ingiustizie che non basterebbero tutti i libri del globo a raccoglierle, l'amore è la nostra sola ancora di salvezza, la sola risposta logica, il solo vero motivo per cui combattere ogni giorno, la sola vera fonte di speranza che ti fa capire che l'umanità non è ancora condannata. Non lo sarà, finché sarà capace di amare davvero.
Mi sposo perché Maria è la persona più meravigliosa che abbia mai incontrato. E senza di lei non voglio più stare, per nessun motivo al mondo.

mercoledì 24 settembre 2008

- 3

Countdown to happiness!

martedì 23 settembre 2008

lunedì 22 settembre 2008

- 5

E come direbbero i Journey: "It's my life, and I change for the better".

lunedì 15 settembre 2008

Xbox Live Arcade Suggestions

Il Live Arcade di Xbox 360 propone ormai tantissimi titoli, e nuovi ne arrivano ogni mese. Molti sono per fanatici del retro-gaming, e non meritano più di uno sguardo, una partitina alla demo e un sorriso speso a rimembrare i bei tempi andati in cui mettevate una monetina da 200 lire nel coin-op e distruggevate il joystick per vincere la gare dei 100 metri di Track and Field. Altri, invece, sono esempi di grande creatività, di quello che si può fare con mezzi economici tutto sommato limitati ma accompagnati da grandi idee. Tanto per ricordarci che un gioco divertente non è necessariamente uno con grafica fotorealistica, migliaia di parole di audio doppiate da attori professionisti e stuoli di animatori dediti a studiare il miglior modo per rendere realistiche le sopracciglia del protagonista. Scopo di questo post è quello di suggerirvi un paio di giochi che rientrano proprio in questa categoria, quella dei "validi di per sè", che per convincervi a cacciare una decina/quindicina di euro non puntano sull'effetto nostalgia, ma su un gameplay solido e uno stile unico.

Partiamo da POKER SMASH.

Sviluppato da Void Star Creations, è un puzzle-game assolutamente drogante. Tra tutti i figli illegittimi di Tetris, è sicuramente uno dei più ispirati e originali. Lo scopo del gioco è quello di impedire che le tessere che salgono dal basso tocchino il "soffitto" del tabellone; per fare questo, bisogna farle sparire creando con esse le combinazioni del poker. Le tessere, infatti, rappresentano le varie carte da gioco di un mazzo da poker (ovviamente americano).

Per creare le combinazioni necessarie si possono spostare le tessere a destra o a sinistra. Le tessere sono soggette alla gravità, per così dire, quindi ogni volta che ne spostate una su una fila vuota cadrà fino ad appoggarsi sulla prima casella piena in basso. Man mano che si fanno punti, si ottengono bombe (che potete piazzare su qualsiasi carta vogliate eliminare), fino a un massimo di cinque, e si riempie la barra della moviola, che permette di rallentare lo scorrimento del tabellone per un periodo limitato di tempo.
Il gioco ha una grafica semplice ma pulitissima e accattivante, e gli scenari, che nella modalità standard hanno un ordine preciso, possono essere sbloccati e usati quando e come si vuole attraverso i crediti guadagnati in-game. La colonna sonora (e in generale il comparto audio) è di tutto rispetto e accompagna bene l'azione senza mai essere fastidiosa. Soprattutto, Poker Smash è divertente! Quel divertimento puro che da sempre accompagna i migliori puzzle-game. Divertimento alla portata di tutti, sia del casual gamer che dello smanettone, che dietro all'immediatezza della formula di gioco potrà scoprire una notevole profondità. Ci sono davvero tante possibili strategie che comincerete a "vedere" solo dopo qualche partita. Consigliatissimo a tutti, senza riserve!


Il secondo consiglio di oggi è CASTLE CRASHERS

Creato da The Behemot, piccola casa indipendente già nota per lo stilosissimo Alien Hominid, è un hack 'n' slash 2-D a scorrimento orizzontale che tanto ricorda i tempi di Golden Axe e  Knights of the Round. 

Andare in giro per castelli e ambientazioni fantasy-medievaleggianti a triturare, affettare, congelare o bruciare orchi è sempre divertente, ma lo è molto di più quando il tutto avviene nel contesto di un gameplay scorrevolissimo e assolutamente intuitivo, nobilitato per di più da una grafica semplicemente eccezionale. Castle Crashers è la dimostrazione di quello che si può fare con il 2-D, ancora oggi. Fa piacere a tutti vedere la grafica da milioni di dollari di Gears of War o Mass Effect, ma è veramente indispensabile per creare un gioco capace di farvi sgranare gli occhi e catturarvi? La risposta è no. Il gioco di The Behemot, con il suo look tra il fumetto umoristico e il cartone animato, è una delle cose più belle che mi sia capitato di vedere su Xbox 360. Animazioni fantastiche, un'idea fortemente caratterizzante, quella capacità di interpretare la realtà, invece di copiarla, con effetti esilaranti e "magici": tutte cose che si ritrovano nella loro veste migliore nel lato artistico di questo gioco, che è davvero da dieci e lode.
I personaggi che si possono interpretare sono tutti ben caratterizzati e diversi l'uno dall'altro: nonostante il look di base li accomuni, infatti, ognuno di loro ha una diversa forma di poteri magici, che contribuiscono a rendere il gameplay più vario e divertente. E poi, si tratta di un gioco che rende al massimo in multiplayer cooperativo, e la possibilità di affrontare l'avventura in quattro usando quattro character dalle caratteristiche diverse è assolutamente da non perdere! Tra i lati positivi, va citata anche la longevità di un titolo che si sviluppa su moltissimi livelli, che include dei mini-game aggiuntivi davvero spassosi e che in generale ha un eccellente rapporto qualità/prezzo. Da provare!

lunedì 8 settembre 2008

All good things... Return!

Finalmente, dopo più di anno di lavori, preparativi, problemi, casini, risate e chi più ne ha più ne metta, il nuovo sito di GLAMAZONIA è finalmente realtà!

Far parte di questo progetto, per me, è un piacere e un onore. Soprattutto perché mi trovo accanto ad amici e persone di cui ho profonda stima, perché è un sito realizzato da appassionati per appassionati senza secondi fini e leccaculismi vari, perché è un progetto in cui abbiamo creduto sin dall'inizio, quando non sapevamo ancora quanto sarebbe stata dura portarlo avanti, e in cui abbiamo continuato a credere anche dopo che si sono presentate le più grosse difficoltà.

Chiudo con la "press-release" di presentazione del nuovo sito:


1988 - 2008: VENT'ANNI DI FUMETTO CON GLAMAZONIA!
Dopo un periodo di silenzio, ritorna a gran voce una delle più note webzine del comicdom italiano: GLAMAZONIA.
Il 2008 segna il dodicesimo anno dalla nascita del sito web, uno dei primi nel Belpaese ad occuparsi di Fumetto, e il ventesimo da quando progetto prese vita in forma cartacea. Si festeggiano, dunque, due decenni di GLAMAZONIA, con un sito rinnovato nella grafica e nei contenuti, sempre nel segno della riflessione e dell'approfondimento.
Si (ri)parte con una succosa intervista a uno dei mostri sacri del Fumetto d'oltreoceano, JIM SHOOTER, che a GLAMAZONIA svela i dietro le quinte del proprio lavoro e non esita a dire la sua sul comic contemporaneo.
Inoltre, recensioni, articoli di interesse sulla Nona Arte e straordinari e-comics inediti, realizzati da alcuni dei più ispirati artisti della scena online internazionale.
Un menu corposo, ma un mero assaggio di ciò che GLAMAZONIA ha in serbo per i suoi lettori nei prossimi mesi. Stay tuned!


Welcome back, GLAMAZONIA!!!

venerdì 29 agosto 2008

venerdì 22 agosto 2008

Il brano del giorno - 048

Gary Moore - Over the hills and far away

mercoledì 20 agosto 2008

The Flash: Rebirth

Finalmente.

L'ultima San Diego Comicon è stata tutto sommato fiacca; pochi gli annunci veramente intriganti.

Tra questi, il più interessante di tutti per il sottoscritto è sicuramente quello riguardante il rilancio dell'intero franchise di Flash da parte della DC Comics, affidato ad una miniserie dal titolo The Flash: Rebirth, ad opera di Geoff Johns e Ethan Van Sciver, già autori di una miniserie analoga su Green Lantern che è una delle mie letture preferite degli ultimi anni.

Come fan di Wally West, ovviamente mi dispiace di vedere che sta per essere accantonato (in che misura, lo scopriremo solo quando la mini uscirà - speriamo il meno possibile!) in favore del ritorno di Barry Allen, l'ultimo grande personaggio della DC Silver Age a essere resuscitato e riportato in gioco. Un grande assente che sinceramente, dopo la rinascita di tutti i suoi compagni di avventure, forse non aveva neanche più senso lasciare nel limbo dei "morti" dei comics.

Però, sull'altro piatto della bilancia, vanno messi gli ultimi, disastrosi anni di gestione del velocista scarlatto e del suo mondo da parte della DC. Pensavo qualche giorno fa che l'ultima saga che mi sono DAVVERO goduto di Flash è stata "Blitz"; parliamo di una run uscita nel 2003. Ben cinque anni fa! Ad essa sono seguiti ancora due anni di storie godibili, sia pure non eccezionali, e poi? Infinite Crisis, il rilancio con Bart Allen (tra le cose peggiori che abbia mai avuto la sfortuna di leggere), il ritorno subito abortito di Waid... Cambi vorticosi di scrittori e disegnatori che non hanno mai saputo ridare alla serie del velocista scarlatto il lustro di un tempo, ondeggiando tra il mediocre e il pessimo. Ebbene, se il prezzo per un rilancio SERIO del mio franchise preferito nei comics è riavere Barry Allen come protagonista principale... Se solo il suo ritorno poteva convincere la DC ad affidare di nuovo le sorti del mondo di Flash a un Geoff Johns cresciuto enormemente rispetto alla sua prima - e comunque ottima - prova alle redini della serie di Wally, affiancato da uno dei suoi migliori disegnatori in assoluto... Beh, ben venga Barry! E' pur sempre un personaggio a cui sono affezionato, che ha una storia importante (anzi, importantissima), è pur sempre FLASH, a pieno diritto e a tutti gli effetti.

Ovviamente, spero che Wally non sia relegato a un ruolo di secondo piano a lungo. Spero che il nuovo costume che sta creando per lui Van Sciver sia all'altezza dell'attuale (destinato a essere accantonato perché troppo derivativo di quello di Barry - del resto, Wally l'ha sempre indossato per onorare il suo mentore scomparso, se questi ritorna è sensato che cambi il suo look). Spero che The Flash: Rebirth sia un grande successo, tale da giustificare una seconda collana dedicata ai velocisti scarlatti in cui l'ex Kid Flash possa essere il principale protagonista. Wally resta, resterà sempre, il mio personaggio preferito. Ma ora come ora, quello che voglio più di ogni altra cosa sono delle BELLE STORIE. Voglio poter leggere delle storie di Flash all'altezza della sua storia. Disegnate come Dio comanda e scritte in maniera coinvolgente, appassionante, impeccabile. Insomma, l'intento dichiarato di Johns e EVS è di fare per Flash e il suo mondo quello che hanno fatto per Lanterna Verde. E non ci potrebbe essere notizia migliore per un fan dei velocisti scarlatti, visto che Green Lantern e Green Lantern Corps sono tra le più belle serie degli ultimi anni. Tra le poche su cui la semi-disastrosa gestione DC post-Infinite Crisis non abbia sbagliato un colpo.

Tanto, il mondo del fumetto USA è ciclico. Wally potrà essere messo in un angolo per qualche tempo... Ma tornerà ad essere protagonista, prima o poi. Magari anche prima di quanto crediamo. Ma sarà molto più facile che gli riesca se nel frattempo il franchise di Flash sarà stato portato ad essere di nuovo un franchise di successo, generatore di emozioni, belle storie e interesse da parte del pubblico. Cose che raramente sono disgiunte per più di un breve periodo.
Nel frattempo, voglio godermi REBIRTH e le storie che ne seguiranno. Voglio vedere di nuovo una collana di FLASH scalare le classifiche, essere trattata come merita dagli editor DC, ed essere fucina di grandi saghe e di intrattenimento di qualità. Come è stata per decenni.

Buona fortuna, Geoff, Ethan. Contiamo su di voi. E sono certo che non ci deluderete.

lunedì 11 agosto 2008

Home sweet home

Trasloco finito.

Life Program Phase 1: Complete.

Entering Phase 2.

Mi sento bene. Bene, bene, bene. Sono davvero FELICE. E' così bello sapere che da oggi in poi tornerò sempre a casa da lei.

Up, up, and away!

lunedì 4 agosto 2008

Flash Facts: The Flash Companion

Sabato ho finalmente ricevuto la mia copia di THE FLASH COMPANION.


Il librone, edito negli USA dalla mai troppo lodata TwoMorrows Publishing, è una vera miniera d'oro per tutti gli appassionati del velocista scarlatto, e in più in generale della storia del fumetto americano.

Nelle sue 224 pagine è narrata l'intera storia editoriale di Flash, dagli esordi di Jay Garrick nella Golden Age fino al ritorno di Barry Allen in DC Universe #0 (su Barry, e sul rilancio dell'intero Flash-Franchise che ci aspetta nel 2009, scriverò un altro post nei prossimi giorni), attraverso saggi, schede biografiche e interviste su e con tutti i maggiori creatori, editor e personaggi di rilievo che hanno contribuito a creare e mantenere in vita per più di sessant'anni i nostri amati velocisti.

La mole di aneddoti, informazioni, curiosità ed analisi (nonché un buon numero di bellissime illustrazioni e riproduzioni di tavole originali) ne fa un volume veramente imperdibile per ogni fan di Flash che abbia un minimo di dimestichezza con l'inglese. Soprattutto, è un lavoro che trasuda amore per i personaggi e per i fumetti da ogni pagina, realizzato con grande cura e passione, testimonianza di quel legame speciale che i velocisti scarlatti hanno sempre avuto con i propri lettori. Non per niente, tra i contributor del companion c'è anche Kelson, l'autore dei due siti di riferimento su Flash del web: l'enciclopedico Those Who Ride The Lightning e il relativo, aggiornatissimo blog Speed Force.

Ah, da segnalare anche il fatto che il tutto è scritto in uno stile semplice, chiaro, diretto, che lo rende accessibilissimo a chiunque.

Insomma, una lettura praticamente obbligatoria per i Flash-fan e caldamente consigliata a tutti coloro che vogliano approfondire un pò la storia del fumetto USA, sia pure attraverso il punto di vista specifico della storia di un singolo concept (dato che di singolo personaggio, in questo caso, non si può proprio parlare).

Complimenti vivissimi al curatore Keith Dallas e a tutti i collaboratori per l'ottimo lavoro svolto. Penso che divorerò il frutto delle loro fatiche molto, molto rapidamente...

martedì 22 luglio 2008

Il Cavaliere Oscuro - Recensione non-spoiler


Nei confronti de Il Cavaliere Oscuro, il secondo film di Batman firmato da Chris Nolan, avevo delle aspettative altissime. Batman Begins mi era piaciuto molto, e tutti i commenti in rete portavano a pensare che il suo seguito sarebbe stato ancora meglio. Sin dalle prime foto del Joker interpretato da Heath Ledger si era capito che ci saremmo trovato di fronte a qualcosa di speciale, a una visione di Batman e del suo mondo capace di lasciare il segno in maniera indelebile. I primi trailer non fecero che confermare queste impressioni, facendo salire l'hype in maniera eccezionale in tutti gli appassionati dell'uomo pipistrello, sottoscritto compreso. Nel frattempo, Heat Ledger ci ha lasciato, contribuendo (brutto dirlo, ma è così) a dare un'ulteriore spinta alla curiosità della gente per il film, che è diventato anche il suo testamento artistico.

Ieri sera, ho finalmente potuto vedere la pellicola nell'anteprima Warner, come rappresentante di DC World/DC Forum, grazie alla gentilissima intercessione dell'amico Andrea Voglino. E le aspettative di cui sopra sono state addirittura superate.

The Dark Knight/Il Cavaliere Oscuro non è solo il miglior film di Batman; non è solo il miglior film di supereroi. E' proprio un grandissimo film in senso assoluto, uno di quelli che travalicano le distinzioni di genere per proporsi come grande opera cinematografica "tout court".

Nelle due ore e mezza di durata della pellicola, Nolan riesce a condensare tutto il meglio di Batman e del suo mondo, tutti gli elementi fondanti che lo rendono affascinante. Al tempo stesso, produce un'opera di indiscutibile valore cinematografico, un gangster-movie nella miglior tradizione di Scarface, del Padrino, de Gli Intoccabili, con un retrogusto amaro e un sottotesto morale non indifferente, senza per questo rinunciare alla spettacolarità dell'azione tipica dei blockbuster estivi americani. E' un film incredibilmente ambizioso sotto tutti i punti di vista, eppure non cade mai, non perde un colpo, e in definitiva si dimostra all'altezza degli altissimi obiettivi che si prefigge.

La sceneggiatura fila, è solida, tutti i conti tornano. Ogni dettaglio, anche quello apparentemente più insignificante, ha un fine ben preciso, è utile all'economia della storia e dello sviluppo dei personaggi. Le riflessioni sul ruolo di Batman, dei suoi nemici, della stessa città di Gotham in un mondo come quello creato da Nolan - crudo e realistico - sono davvero ben sviluppate e interessanti, e conducono a delle risposte decisamente poco rassicuranti, contribuendo a farne una pellicola diversa rispetto a tutte le altre dedicate alle vicende degli eroi dei fumetti.

Gli attori forniscono tutti una splendida prova, sono tutti molto in parte, sia quelli già visti in Begins che tutti i nuovi. Il Joker di Heath Ledger è uno splendido avatar del caos, un monumento alla pazzia, ed è difficile non metterlo in relazione con la prematura scomparsa dell'attore. Un ruolo così è di quelli che ti consumano emotivamente, e Heath ha dato tutto se stesso per portare finalmente anche sullo schermo una versione del Joker degna della sua miglior controparte a fumetti. In alcune scene, è davvero disturbante e spaventoso. Il suo testamento artistico non poteva essere migliore. Ma non è soltanto Ledger a risplendere. Il quadrato dei personaggi principali vede, accanto a Batman e a Joker, anche Harvey Dent e Jim Gordon, e tutti sono interpretati e caratterizzati benissimo. Christian Bale è ancora più convincente che in Begins, rende ancora meglio l'idea di essere sempre sul filo tra ragione e follia, e ci restituisce un uomo pipistrello ancora più realistico e credibile, facendo perfettamente giustizia ad una sceneggiatura che, come dicevamo, mette il ruolo dell'eroe al centro di un contesto realistico, traendone le dovute conseguenze. Gary Oldman è un Jim Gordon assolutamente fantastico, coraggioso e onesto quanto fallibile e umano, e Aaron Eckhart/Harvey Dent a tratti ruba la scena a tutti, consegnando definitivamente al dimenticatoio l'orrendo Due Facce di Tommy Lee Jones con una grande prova d'attore. Perfetti anche i personaggi di contorno: Michael Caine e Morgan Freeman sono sempre impeccabili nelle parti di Alfred e Lucius Fox, e Maggie Gyllenhaal dà finalmente una vera dignità al personaggio di Rachel, sostituendo l'inespressiva Katie Holmes, unica vera pecca di Batman Begins.

Anche dal punto di vista tecnico, Il Cavaliere Oscuro è una gioia per gli occhi: ottima regia, coreografia (le scene di lotta sono di gran lunga migliori di quelle di Begins), fotografia. Si nota la quasi totale assenza di effetti digitali a favore di un approccio più tradizionale, che dà una maggiore solidità al tutto e favorisce il già citato aspetto realistico. Le scene spettacolari sono davvero spettacolari, e anche chi va al cinema principalmente per godersi l'azione e le esplosioni non resterà deluso. Vedere, per credere, la sequenza di apertura: assolutamente da applausi, uno dei migliori incipit che ricordi per un film d'azione.

Nota a margine, ma piuttosto importante: anche il doppiaggio italiano, stavolta, è di buon livello. Siamo decisamente su un altro pianeta rispetto al pessimo lavoro fatto su Begins. Questo non toglie che brami di rivederlo presto in lingua originale, ovviamente.

Per tirare le conclusioni - sempre che siate sopravvissuti a leggere fin qui - Il Cavaliere Oscuro è un grandissimo film, assolutamente da vedere, e destinato a restare nella storia del cinema non solo per i suoi incassi, ma anche per i suoi meriti. Che ci sono, e sono tantissimi. So che a Luglio gli italiani sono poco propensi ad andare al cinema, ma datemi retta. Non perdetevelo. Per nessun motivo!

lunedì 21 luglio 2008

Stasera


Non

vedo

L'ORA!

venerdì 18 luglio 2008

Benvenuto!


Lo ammetto: settimana scorsa, quando sembrava che il Milan dovesse decidere tra Ronaldinho e Adebayor, io speravo che prendessero il togolese. Giovane, potente, abile, e ideale per la squadra rossonera, che manca di un giocatore di quel tipo. Ok, c'è Borriello, ma deve ancora dimostrare di non essere un altro Gilardino. Con Ade, si sarebbe chiuso un buco tecnico/tattico e acquisito un giocatore di sicuro valore, di soli 24 anni. Sarebbe stato, in una parola, un acquisto sensato.

E Ronaldinho? Gioca in un ruolo in cui al Milan c'era già un certo Kakà (che non è precisamente l'ultimo degli stronzi). Viene da due stagioni travagliate in cui sembrava aver perso la voglia di giocare al calcio, di essere protagonista, e in cui passava più tempo in discoteca che sul campo. E' stato scaricato dal Barcellona, bollato come indesiderabile dal nuovo tecnico Guardiola. Insomma, è una scommessa, per una squadra che aveva bisogno di certezze.

Eppure...

Eppure, non appena si è saputo che il Milan e Adebayor erano vicinissimi, si è subito mosso con determinazione. De facto, è stato lui stesso - per tramite del suo fratello/procuratore - a far ripartire una trattativa che sembrava essersi arenata definitivamente. Per il Milan ha rinunciato a tanti, tantissimi soldi (si parla di quasi 12 milioni di euro). Per uno stadio che sapeva essere innamorato di lui, delle sue giocate, della sua magia. Per uno stadio che l'aveva osannato anche da avversario. Per la possibilità di giocare ancora ai massimi livelli, ancora in una società prestigiosa (con tutto il rispetto per il Manchester City, mi risulta difficile paragonarlo al Milan, anche non ragionando da tifoso rossonero). La sua convinzione, la sua voglia di vestire il rossonero è qualcosa che, da tifoso, non si può ignorare. In un calcio fatto sempre più di mercenari, di gente che guarda solo ed esclusivamente al denaro e che volta le spalle ai suoi supporters con irrisoria facilità (vero, Cristiano?) è un bel segnale. E contribuisce anche a farmi essere più ottimista sulla sua voglia di tornare ad essere il numero 1: se avesse voluto una tranquilla pensione già a 28 anni, il club di Shinawatra lo avrebbe letteralmente coperto di soldi, e non avrebbe avuto praticamente nessuna pressione. Ronaldinho arriva a Milano con le motivazioni giuste: su questo, gli ultimi giorni di trattativa hanno decisamente fugato i miei dubbi. E se si impegna come si deve, beh, è ancora uno dei 2/3 giocatori più forti del mondo. Uno dei più forti che si siano mai visti, capace di numeri da capogiro. Scusate se è poco.


E poi, c'è la magia. Quella magia che si è manifestata ieri sera a San Siro.

Non mi era mai capitato di vedere un entusiasmo simile per un giocatore, da parte dei tifosi rossoneri. In 40.000 sono andati allo stadio solo per vederlo, per applaudirlo, per incitarlo. Una grande festa, un evento mediatico che però è anche stata una dimostrazione d'amore, una di quelle magie che rendono bello il calcio, che esaltano la sua capacità di essere aggregatore sociale, di dare emozioni e far sorridere la gente. Ed è proprio il sorriso, la vera forza di Ronaldinho. Quel sorriso da cartoon, che si porta dietro ovunque vada, che esprime la gioia che il suo modo di giocare dà a lui così come agli altri, e che negli ultimi due anni si era offuscato. "Voglio dare tanta allegria ai tifosi del Milan": è stato questo il suo mantra, sin dal suo arrivo all'aeroporto.
Verso la fine dell'evento, Dinho aveva gli occhi lucidi, si vedeva che era emozionato davvero, travolto dall'affetto della gente di San Siro. Per tutta la serata, non ha mai smesso di sorridere. Scommettiamo che farà sorridere anche noi? E già solo per questo, per il suo impatto sul mondo Milan e sul calcio italiano, mi vien da pensare che forse, tutto sommato, mi sbagliavo, quando pensavo che altri giocatori ci sarebbero serviti maggiormente. Perché niente serve a una squadra più di chi sa dare un'emozione così.

Benvenuto, Ronaldinho.

giovedì 17 luglio 2008

Il brano del giorno - 046

Grandissimo pezzo per un grandissimo gruppo.

Symphony X - Set the world on fire



METAL!!!

lunedì 14 luglio 2008

Friends are Forever

E' tanto che non postavo sul blog: del resto, questo è sempre stato uno spazio verso il quale non avere obblighi, un posto dove scrivere solo se e quando ne ho davvero voglia, senza impegni nè restrizioni. E nell'ultimo periodo, le cose da fare sono state tantissime!

C'è una casa da finire di arredare, un lavoro da cambiare, un matrimonio da organizzare.

Anno importante, il 2008, fatto di tanti cambiamenti (del resto, quelli ci sono sempre, no? Ed è meglio così, altrimenti mi annoierei), di traguardi che sono al tempo stesso nuovi punti di partenza.
Fa piacere, comunque, sapere che certe cose non cambiano. Prima tra tutte, l'amicizia, quella vera.

Negli ultimi mesi ho avuto modo di riallacciare i contatti con diversi amici. Un pò per il succitato discorso del lavoro, che mi ha visto tornare da mamma Electronic Arts dopo 15 mesi, un pò per il matrimonio, che inevitabilmente porta a ripensare alle persone importanti della nostra vecchia vita, e che vorremmo lo fossero anche per la nuova. E mi sono reso conto che gli amici, quelli veri, sono per sempre. Non importa se ti sei sentito il giorno prima o sei mesi prima. Non importa se sei nella via accanto o a migliaia di chilometri di distanza. Certi legami non si spezzano, ed è bello che sia così. Il cambiamento è il motore delle nostre vite, la nostra benzina, la nostra fonte di energia, che ci spinge a migliorarci e a non sederci sugli allori. Ma è anche bello, in tutto ciò, potersi appoggiare a delle costanti.

Questo post è dedicato a voi. A tutti i miei amici.

giovedì 17 aprile 2008

Classici in due parole - Chapters from a Vale Forlorn


Falconer - Chapters from a Vale Forlorn

Secondo album per gli svedesi Falconer, e il risultato è anche superiore a quello del già ottimo debutto. "Chapters..." è un disco sorprendente per come riesce a miscelare potenza, tecnica, velocità, melodia, atmosfera, intensità. E' un matrimonio perfetto di power metal e folk nordeuropeo, dove le ispiratissime chitarre di Stefan Weinerhall disegnano riff memorabili nella loro semplicità, e il menestrello Matias Blad dimostra che non serve necessariamente urlare, per essere un grande cantante heavy metal.
I momenti indimenticabili sono tanti, e ne fanno una gemma che merita di essere scoperta, soprattutto da chi ama il power/folk ma poco sopporta le derive punk di molti gruppi del genere. Brani da segnalare: Enter the Glade e Stand in Veneration. Ma non c'è una sola delle nove canzoni incluse che non sia meritevole di numerosi ascolti. Il futuro del power passa per gruppi come i Falconer - che il pubblico se ne renda conto o meno.

giovedì 10 aprile 2008

Classici in due parole - Painkiller

Recentemente, sul sempre mitico forum del Bar Dello Sport, è nato un topic in cui segnalare, in poche righe, gli album che amiamo di più: una sorta di condivisione di conoscenza musicale. Da utente fisso nonché amministratore del forum, anche io ogni tanto posto qualche consiglio. Per ravvivare un pò il blog, che langue ormai da due mesi causa impegni di real life, ho pensato di riportarli anche qui.

Comincio con la mia ultima segnalazione.




Judas Priest - Painkiller

Dopo un paio di album gradevoli, ma fin troppo "americani", i grandi vecchi dell'heavy metal decidono di tornare a picchiare duro per ribadire la propria supremazia sui tutti i "giovinastri" e zittire chi già li dava per finiti. Il risultato è un album-capolavoro di assoluta modernità: tecnica strumentale, sonorità, approccio non sono quelli di una band con già vent'anni di carriera - e di successi - alle spalle. Sono anzi quelli di un gruppo assolutamente al passo coi tempi, con una carica e un'energia da far impallidire i loro giovani epigoni, unite all'esperienza e alla maturità date dalla loro lunga e importante storia. Sono pochissime le band capaci di sfornare, nella loro vita artistica, più di un album "seminale" e di grandissima influenza; ancora meno quelle che ci riescono in epoche diverse. Ma questi sono i Judas Priest.

Brani da ricordare... Beh, bisognerebbe citarli tutti. Ma la title-track è forse quella che più di ogni altra segna un'epoca per il metallo, tanto da restare ancora oggi, dopo 16 anni, un punto di riferimento imprescindibile.

Se volete spiegare a qualcuno cosa significa "Heavy Metal", questo è il disco giusto.


A corollario, un bel video, che ci sta sempre bene!



Faster than a bullet
Terrifying scream
Enraged and full of anger, he's half man and half machine
Rides the metal monster
Breathing smoke and fire
Closing in with vengeance, soaring high

domenica 17 febbraio 2008

Emozione

Qualche mese fa, avevo postato qui su Deep Sound 9 la preview del film d'animazione tratto da DC - The New Frontier, miniserie di Darwyn Cooke che è forse il mio fumetto preferito (considerando che ne ho letti a migliaia, direi che non è poco). Stasera ho finalmente avuto occasione di vederlo.

Beh, che dire. E' un capolavoro! O quasi.

La DC/Warner, quando si tratta di produrre film e serie animate, ha una classe infinita, e anche stavolta non delude. Come potrebbe, d'altronde, quando a supervisionare il tutto c'è quel genio di Bruce Timm? Nella cui squadra, peraltro, ha lavorato, ben prima di pubblicare The New Frontier, lo stesso Cooke, che infatti, come avevo già fatto notare in precedenza, ha partecipato in prima persona anche a questa riduzione animata.

La parola "riduzione" è quantomai adeguata, visto che dalle oltre 400 pagine della miniserie si è dovuto necessariamente togliere parecchio, onde poter rientrare nei 72 minuti circa di durata del film. Eppure, è un compromesso che si accetta volentieri, in cambio dell'emozione di vedere praticamente tutte le scene più significative prendere vita davanti ai nostri occhi, con uno stile sopraffino e assolutamente fedele all'originale a fumetti. Chi conosce l'opera di Cooke non potrà non notare come alcune scene siano assolutamente identiche, in ogni più piccolo particolare. Oltre alla tecnica eccellente dell'animazione, va segnalato anche l'ottimo lavoro dei doppiatori, tutti attori di spessore (i più famosi tra i quali sono probabilmente Kyle MacLachlan e Brooke Shields) che hanno preso il lavoro molto seriamente e danno il giusto apporto di personalità e afflato epico ai propri personaggi.

Certo, chi vuole godere appieno della bellezza di The New Frontier non può certo prescindere dalla lettura del fumetto, che è e resta di un altro pianeta (Marte?) rispetto al cartone. Ma questo non è forse vero per quasi tutti gli adattamenti per il grande o piccolo schermo? Nondimeno, questo nuovo lungometraggio animato Warner è molto, molto bello e riesce almeno in parte a rendere giustizia al suo genitore pur con tutte le limitazioni di durata e i necessari aggiustamenti alla trama.

Nel finale, mi sono trovato a dire ad alta voce "Vai Barry!" mentre lo guardavo, e questo la dice lunga sul livello di coinvolgimento che è riuscito a scatenare in me.

Lo consiglio senza riserve a tutti coloro tra voi che mastichino l'inglese a sufficienza per poterselo godere. E anche a tutti gli altri, che magari è la volta buona che si esercitano un pò. E adesso scusatemi: devo andare a rileggermi la mia Absolute Edition!


venerdì 15 febbraio 2008

Anche Deep Sound 9 aderisce a "M'illumino di meno"!

Riporto molto volentieri da www.caterueb.rai.it



M’ILLUMINO DI MENO 2008
Giornata Internazionale del Risparmio Energetico

>> IL DECALOGO DI CATERPILLAR

Per il quarto anno consecutivo Caterpillar, il noto programma di Radio2, in onda tutti i giorni dalle 18 alle 19.30, lancia per il 15 febbraio 2008 "M'illumino di meno", una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.

Dopo il successo delle passate edizioni, Cirri e Solibello, i conduttori di Caterpillar, chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori di dimostrare come il risparmio sia una possibilità concreta e reale a cui attingere oggi stesso per superare i problemi energetici che assillano il nostro paese e gran parte delle nazioni del pianeta. L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 15 febbraio 2008 dalle ore 18. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, astrofili, società sportive, gruppi scout, istituzioni, associazioni di volontariato, università, cral aziendali, ristoranti, negozianti e artigiani uniti per diminuire i consumi in eccesso e mostrare all'opinione pubblica come un altro utilizzo dell'energia sia possibile.

Nelle precedenti edizioni "M'illumino di meno" ha contagiato milioni di persone impegnate in un'allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Lo scorso anno il "silenzio energetico" coinvolse simbolicamente le piazze principali di tutt'Italia: a Roma si spensero il Colosseo, il Pantheon, la Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama, a Verona l'Arena, a Torino la Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il Maschio Angioino, a bologna Piazza Maggiore, a Milano il Duomo e Piazza della Scala, a Pisa Piazza dei Miracoli, a Siena Piazza del Campo, a Catania Piazza del Duomo, ad Agrigento la Valle dei Templi, e centinaia di altre piazze in centinaia di altri comuni grandi e piccoli, grazie al prezioso aiuto dell’ ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

La campagna di "M'illumino di meno 2008" inizierà il 15 gennaio e si protrarrà per un mese fino al 15 febbraio (vigilia dell'anniversario dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto), dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative, in Italia e all'estero, per razionalizzare i consumi d'energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliare gli sprechi.

Sul sito internet del programma www.caterueb.rai.it, sarà possibile segnalare la propria adesione alla campagna, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che le idee più interessanti e innovative servano da esempio e possano essere riprodotte dagli altri aderenti.
Quest'anno la campagna "M'illumino di meno" è patrocinata Ministero dell'Ambiente e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La redazione di Caterpillar



Stasera per me niente videogiochi, tv, computer. Solo un bel fumetto, da leggersi a lume di candela. Brilla di più, illumina di meno!

mercoledì 13 febbraio 2008

Il brano del giorno - 045

Brazen Abbot - One life to live

giovedì 7 febbraio 2008

martedì 5 febbraio 2008

lunedì 4 febbraio 2008

Il brano del giorno - 042

Jag Panzer - Take to the Sky, dall'album Mechanical Warfare

sabato 2 febbraio 2008

venerdì 1 febbraio 2008

Il brano del giorno - 040

Thin Lizzy - Cowboy Song, dall'album Jailbreak

lunedì 28 gennaio 2008

martedì 22 gennaio 2008

Mass Effect - Best Game Ever!

Ho già avuto modo di scrivere qui sul blog a proposito di Mass Effect, l'Action-RPG di Bioware per XBox 360. Come avrà intuito chi ha letto tali deliri, le mie aspettative per questo titolo erano altissime; da appassionato di videogiochi e fantascienza, le preview mi avevano veramente entusiasmato, e la lettura del romanzo-prequel Revelation mi aveva rassicurato sulla bontà del lavoro fatto per fornire al gioco un'ambientazione curata e unica.

Dopo averci dedicato buona parte delle mie vacanze di Natale, posso finalmente affermare con certezza che non solo Bioware non ha deluso le mie aspettative, ma per certi versi le ha addirittura superate!

E' una frase "impegnativa" quella che sto per scrivere, ma non ho alcun dubbio a riguardo: Mass Effect è sicuramente il più bel videogame a cui abbia mai avuto la fortuna di poter giocare. Ma non soltanto. E', più in generale, un'esperienza senza eguali nel campo dell'entertainment, perché riesce ad essere con successo parte gioco, parte film e parte libro: è multimediale nel senso migliore del termine, e rappresenta un passo avanti, per l'interactive fiction, di proporzioni enormi.

Mass Effect ha una struttura piuttosto classica. E' un RPG con tutti i crismi, in cui le parti d'azione sono gestite come sparatutto in terza persona alla Gears of War (con il quale, non a caso, condivide il motore grafico), ma sempre attraverso il filtro di dinamiche tipicamente RPG: è possibile infatti mettere il gioco in pausa, per assegnare ordini alla propria squadra e/o per selezionare le abilità che si vogliono utilizzare. Come in tutti gli RPG, c'è una quest principale e una nutrita serie di side-quest, non essenziali al completamente della trama portante ma decisamente divertenti, e utili per potenziare i propri personaggi con nuove abilità, corazze e armi. Ci sono sezioni di esplorazione a bordo di un autoblindo militare armato che dal punto di vista del gameplay ricorda un pò gli Warthog di Halo, con il plus di potersi arrampicare un pò ovunque sulle catene montuose che costellano i (molti) pianeti su cui è possibile atterrare. Ma tutto ciò, per quanto molto curato e divertente, non è il segreto di Mass Effect, non è il succo di ciò che mi fa dire che è un landmark importante per l'intrattenimento interattivo.

La vera essenza della nuova fatica (mai termine fu più giustificato) di Bioware è nella qualità della scrittura creativa che la sorregge. Trama, caratterizzazione dei personaggi, dialoghi, cura maniacale dell'ambientazione... Tutti quegli aspetti che nella maggior parte dei game sono un punto debole, qui diventano il principale punto di forza, dando all'esperienza di gioco una profondità impressionante e unica, soprattutto per il modo in cui riesce a coinvolgere. Non si vedeva un gioco così cinematografico dai tempi del Metal Gear Solid PSone, ma qui, ovviamente, si va molto oltre, grazie a un hardware evolutissimo e a una maggiore consapevolezza di stare realizzando un vero e proprio film interattivo: non a caso, lo staff di scrittori coinvolto, guidato da Drew Karpyshyn, è fatto di professionisti navigati, gente che ha una perfetta comprensione delle regole dello storytelling e sa come creare personaggi interessanti. La trama è avvincente, è degna dei migliori film o libri di fantascienza e gli amanti della space-opera non potranno non amarla. Nella sequenza finale, senza esagerare, Mass Effect è il più bel film di fantascienza che abbia visto dai tempi di "Star Trek: Primo Contatto". E i personaggi...

Diciamolo subito. Non avevo mai visto prima, in nessun gioco di cui abbia memoria, una tale qualità nelle caratterizzazioni. Ogni personaggio con cui potete parlare ha una propria, ben definita personalità, le sue manie, le sue aspirazioni, una storia personale... E' difficile non affezionarsi, ai protagonisti quanto ai comprimari. L'equipaggio della Normandy è tratteggiato in maniera invidiabile: non sfigurerebbe nella prossima serie di Star Trek o in uno spin-off di Farscape... Anzi! E tutto questo rende ancora più emozionanti alcuni dei momenti più tesi della storia, che non vi racconterò per non spoilerare. Ma sappiate che alcune delle decisioni che dovrete prendere saranno estremamente difficili, dovrete meditarci su parecchio... E questo nasce proprio dalla grande perizia con cui sono tratteggiati i personaggi, dal modo in cui sono vivi e vitali e capaci di "mettervi in difficoltà" in più di un senso - anche morale.

Ovviamente, un risultato così non sarebbe stato possibile senza una parte grafica e sonora più che adeguata, e da questo punto di vista Mass Effect non lascia certo a desiderare. In particolare, le animazioni facciali sono incredibilmente dettagliate, e già di per sé sono "da fantascienza" (perdonate il gioco di parole), se paragonate a quelle che abbiamo visto sulla generazione di giochi precedente. Le emozioni dei personaggi traspaiono non solo dai dialoghi e dall'ottimo doppiaggio, ma anche dal modo in cui si presentano sullo schermo e in cui interagiscono col vostro avatar virtuale con occhiate, sorrisi e movimenti del capo, con una sottigliezza veramente impressionante. Aggiungete ambientazioni di una bellezza da mozzare il fiato, musiche eccellenti da kolossal hollywoodiano e il quadro è completo.

Parlavamo di moralità. Lo sviluppo morale del protagonista è un altro degli aspetti più importanti del gioco, ed è completamente nelle mani del giocatore. Se pensate che l'essenza di un role-playing game sia, appunto, nell'interpretazione di un ruolo, molto più che nel salire di livello, comprare nuovi oggetti e migliorare le abilità, qui c'è pane per i vostri denti. Le vostre risposte, nei dialoghi a scelta multipla creati da Bioware, sono importanti, anzi: fondamentali. In molti dei momenti più tesi del gioco, vi troverete, come accennavo prima, a dover fare delle scelte ben precise, che influenzeranno pesantemente la trama, fino al punto di condurre a finali differenti.
Per essere più chiari, in quasi tutti i dialoghi potete selezionare tra tre tipi di atteggiamenti da tenere con l'interlocutore: integerrimo (denominato nel gioco "Paragon"), neutro, o cinico ("Renegade"). Più vi comportate da eroe senza macchia, seguendo il sentiero Paragon, più avrete possibilità di migliorare il vostro punteggio di fascino, e quindi di risolvere questioni anche pericolose con le buone; più vi comportate da soldato cinico e brutale, seguendo il sentiero Renegade, più potrete migliorare il punteggio di intimidazione, e quindi risolvere situazioni intricate grazie alle sole minacce, senza nemmeno estrarre le armi. Ma al di là di questo aspetto di gameplay, comunque importantissimo, per un giocatore di ruolo la cosa più affascinante è proprio la possibilità di scegliere che tipo di eroe si vuole interpretare: dall'esempio vivente (puro Paragon, appunto) alla Jean Luc Picard, nobile e con standard di valori altissimi, all'agente speciale alla Jack Bauer (decisamente Renegade), cinico e disposto a tutto pur di portare a termine la missione. Ovviamente, non si è costretti a creare un personaggio che si rispecchi in uno di questi due estremi; tutte le sfumature intermedie sono a vostra disposizione, e rendono l'esperienza di gioco ancora più soddisfacente.
In quasi tutte le decisioni, specialmente quelle più importanti, la linea di demarcazione tra Paragon e Renegade non è così chiara e definita: non esistono scelte "buone" o "cattive". Entrambe le possibilità che ci si trova davanti sono sensate, e hanno lati positivi e negativi che dovete ponderare. Per fare un esempio senza spoiler, posso dire che la prima volta che ho finito il gioco mi sono trovato a scegliere il finale Renegade nonostante avessi, fin lì, praticamente sempre agito da Paragon. Questo perché, in quella circostanza, mi sembrava più convincente la scelta Renegade, a dimostrazione del fatto che si è comunque portati a valutare caso per caso la linea di condotta da seguire.

E non ho nemmeno menzionato quando siano divertenti i combattimenti, quanto siano cool le abilità biotiche e come sia bello poter creare un personaggio del tutto personalizzato, tanto nell'aspetto quanto nel background.

Mass Effect non è un gioco perfetto, anche perché la perfezione non esiste. L'IA dei vostri compagni di squadra durante gli scontri a fuoco non è granché, e il problema di caricamento lento delle texture dell'Unreal Engine, già visto su GoW, si ripropone anche qui. Può anche capitarvi di restare bloccati in alcuni punti dei pianeti inesplorati e di dover ricaricare l'ultimo salvataggio. Ma nessuno di questi piccoli difetti, e dico nessuno, è in grado di spostare anche minimamente la bilancia, dove gli aspetti positivi hanno un peso incomparabilmente superiore. Più che un gioco, Mass Effect è un'esperienza che tutti gli appassionati di fantascienza, games e interactive fiction (non necessariamente in quest'ordine) dovrebbero fare. E' un universo così affascinante che non ne vorrete più uscire, anche perché, per vedere tutto, è necessario finire il gioco più volte... E state certi che non ve ne pentirete: io sono verso la fine del secondo giro e già non vedo l'ora di iniziare il terzo.

Grazie, Bioware. Adesso, però, hai una responsabilità: quella di dare a noi poveri tossici delle date per l'uscita della prossima espansione, e soprattutto di Mass Effect 2, più rapidamente possibile. Sarà un'attesa snervante!