mercoledì 29 agosto 2007

Inferno e Paradiso

Ci sono dischi che riascolti dopo anni e ti lasciano freddo; altri che ti riportano indietro nel tempo, e ti ricordano giorni più felici o più tristi, in quell'effetto tra il deja vu e la nostalgia che la musica - almeno al sottoscritto - sa dare più di qualsiasi altra cosa; e poi, ci sono quelli che ti danno la stessa scarica elettrica, lo stesso coinvolgimento, lo stesso piacere della prima volta.

Recentemente, mi è capitato di riascoltare dopo molto tempo The Marriage of Heaven and Hell Part II dei Virgin Steele e devo dire che rientra appieno nell'ultima categoria. Pezzi come Crown of Glory, Victory Is Mine, Emalaith e A Symphony of Steel riescono ancora a esaltarmi e farmi cantare a squarciagola in macchina, e allo stesso tempo a stimolare riflessioni e analisi del compositore che è in me (che è la parte più importante, per me, del mio essere musicista). Una dote rarissima, quella di essere allo stesso tempo "Entertaining" e "Clever", ma che appartiene in pieno a David DeFeis e Ed Pursino.

E proprio riascoltando l'album, che è stato uno di quelli che più ho amato nel periodo in cui mi stavo "formando" e cominciavo a prendere la musica seriamente, mi sono reso conto di quale profonda influenza i Virgin Steele abbiano avuto sul mio songwriting. Quel gusto per il metallo epico, magniloquente ma temperato da un'anima rock che aiuta a mantere una certa "misura", senza sfociare nelle esagerazioni barocco/pacchiane di tanti altri gruppi epic; quel riffing essenziale, ma trascinante; quella forma canzone che incanala anche i passaggi più sperimentali in un unicum mai autocelebrativo e noioso... Tutte qualità che ho sempre cercato di dare ad ogni mio brano (se poi ci sia riuscito o meno, non sta a me giudicarlo).

In particolare, lo stile chitarristico di Ed Pursino, risentendolo oggi, mi rendo conto di come non sia molto dissimile dal mio; uno stile piuttosto essenziale, poco propenso a svolazzi, barocchismi e scale diminuite, più aggressivo e figlio del rock/blues dei seventies.

Tutte riflessioni che solo il tempo ti permette di comprendere appieno.



C'è un altro gruppo che ha delle caratteristiche simili, perché è probabilmente alla base della musica dei Virgin Steele, in una sorta di catena che da influenza a influenza si dipana negli ultimi vent'anni dai mostri sacri a un piccolo gruppo come il mio: i Black Sabbath dell'epoca di Ronnie James Dio, il cui album più famoso si intitola - guarda caso - Heaven and Hell. Un titolo che peraltro Toni Iommi, Geezer Butler, Vinnie Appice e Ronnie James Dio stanno usando anche come nome del gruppo, ora che si sono rimessi insieme per qualche nuovo pezzo e un tour mondiale, non potendo più usare Black Sabbath a causa della reunion di qualche anno fa con Ozzy Osbourne. L'elenco che ho fatto prima, di ciò che amo nella musica dei Virgin Steele, si può tranquillamente estendere anche agli Heaven and Hell (chiamiamoli così anche noi, per amor di chiarezza), anzi, si può dire che quelle cose le abbiano, almeno in parte, inventate loro.

E così come Ed Pursino, anche Toni Iommi è sicuramente tra i miei chitarristi preferiti (non per niente sono entrambi Gibsoniani convinti come il sottoscritto), e tra quelli che sento più affini stilisticamente: un'influenza diretta che sono ben felice di aver "subito". Su Ronnie James Dio, è anche inutile che mi esprima: chi mi conosce, sa quanto adoro qualsiasi album su cui il folletto mette la voce, e quanto lo consideri il mio "padre spiritual/musicale". Per me, resta sempre il numero 1. Leggere il sottotitolo del blog per credere.

Già che ci sono, ne approfitto per chiudere il post con un "consiglio per gli acquisti". E' uscito il box contenente un Live tratto dall'ultimo tour. "Heaven and Hell - Live from Radio City Music Hall": due CD, un DVD e varie cazzate, ma di quelle simpatiche (tipo le foto degli arzilli sessantenni della band e un pass "all access" dello show immortalato nel box). Soprattutto, uno splendido ricordo per chi ha assistito al tour della band (io c'ero: sono persino andato al Gods of Metal dopo anni di embargo per poterli vedere), e una testimonianza di quanto i vecchietti siano ancora in grandissima forma, capaci di spazzare via la concorrenza con una facilità imbarazzante, grazie al carisma e a delle canzoni che definire grandissime sarebbe un understatement.



"The world is full of kings and queens
Who blind your eyes and steal your dreams
It's heaven and hell"

venerdì 24 agosto 2007

Welcome Home

E rieccoci qua...

Grazie alla famigerata incompetenza di Microsoft, sono stato costretto a cambiare account di MSN e, di conseguenza, Blog.
Earth D è morto; lunga vita a Earth D. Benvenuti a Deep Sound 9.

Così come il precedente, anche questo blog non ha un senso, nè uno scopo, al di fuori dell'essere il mio personale diario pubblico, un posto dove scrivere qualche pensiero, qualche idea, qualche aneddoto. Che poi chi lo leggerà lo trovi interessante, beh, è una speranza, ma sinceramente... Non un obiettivo. Non voglio essere il blogger del mese e raccogliere inserzioni pubblicitarie, non voglio vendere i miei album, non voglio un giorno pubblicare un libro con i miei pensieri.

Voglio solo rispondere ad una personalissima esigenza di comunicazione, con me stesso in primo luogo, e con chi avrà voglia di sorbirsi i miei deliri in secondo. Una specie.

Deep Sound 9 non è un club esclusivo, non è un canale televisivo fighetto e non è un sordido night club. E' una strana casa.


Welcome home - it's been too long, we've missed you
Welcome home - we've opened up the gates
Welcome home - to your brothers and sisters
Welcome home - to an accident of birth