Comincio con la mia ultima segnalazione.
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Judas Priest - Painkiller
Dopo un paio di album gradevoli, ma fin troppo "americani", i grandi vecchi dell'heavy metal decidono di tornare a picchiare duro per ribadire la propria supremazia sui tutti i "giovinastri" e zittire chi già li dava per finiti. Il risultato è un album-capolavoro di assoluta modernità: tecnica strumentale, sonorità, approccio non sono quelli di una band con già vent'anni di carriera - e di successi - alle spalle. Sono anzi quelli di un gruppo assolutamente al passo coi tempi, con una carica e un'energia da far impallidire i loro giovani epigoni, unite all'esperienza e alla maturità date dalla loro lunga e importante storia. Sono pochissime le band capaci di sfornare, nella loro vita artistica, più di un album "seminale" e di grandissima influenza; ancora meno quelle che ci riescono in epoche diverse. Ma questi sono i Judas Priest.
Brani da ricordare... Beh, bisognerebbe citarli tutti. Ma la title-track è forse quella che più di ogni altra segna un'epoca per il metallo, tanto da restare ancora oggi, dopo 16 anni, un punto di riferimento imprescindibile.
Se volete spiegare a qualcuno cosa significa "Heavy Metal", questo è il disco giusto.
A corollario, un bel video, che ci sta sempre bene!
Faster than a bullet
Terrifying scream
Enraged and full of anger, he's half man and half machine
Rides the metal monster
Breathing smoke and fire
Closing in with vengeance, soaring high
1 commento:
Uno dei dischi più grandi che l' Heavy Metal ricordi ! Rob Halford di un altro pianeta !
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