domenica 23 settembre 2007

Il piacere della scoperta

Ci sono persone che, una volta scoperta una cosa che gli piace, ne vogliono ancora e ancora e ancora, e poco importa quanto il tutto possa diventare, dopo un pò, ripetitivo; la ripetitività dà sicurezza, ed è una cosa di cui, probabilmente, in una forma o nell'altra abbiamo tutti bisogno.
Ecco dunque che c'è chi si innamora di un singolo gruppo o di un singolo scrittore e non vuole ascoltare o leggere altro, anche quando arriva il decimo disco di fila identico ai precedenti, o il decimo libro con gli stessi personaggi (cambiano solo i nomi, e a volte nemmeno quelli), anche quando la ripetitività diventa esasperante. Le rare volte che questi "monomaniaci" si concedono delle uscite dal seminato è disolito per ascoltare qualche gruppo-clone del loro preferito, o per leggere un romanzo dello stesso identico genere. Allo stesso modo, c'è chi, senza arrivare alla maniacalità dell'ascoltatore mono-gruppo, apprezza solo un particolare sottogenere e non pensa nemmeno di prendere in considerazione altro.

Ora, è evidente che (quasi) tutti noi abbiamo tempo e fondi limitati e quindi, a seconda di quelle che sono le nostre passioni, dobbiamo necessariamente fare delle scelte: coltivarne di più alcune e lasciare le altre ad un livello superficiale, accontentandoci di quello che già conosciamo e apprezziamo, senza andare più in profondità. Più che una scelta una necessità, o comunque un'ineluttabilità (credo di aver appena sostantivato in maniera un pò azzardata, ma come dicono gli inglesi: bear with me). E quando lo facciamo, purtroppo, perdiamo uno dei più grandi piaceri della fruizione dell'arte (alta o bassa che sia, ammesso che queste distinzioni abbiano senso): il piacere della scoperta.

Scoprire nuovi artisti, andare alla ricerca delle loro opere, delle informazioni su chi erano (o chi sono), cosa hanno fatto; conoscere nuovi generi e stili, che magari non avresti mai pensato potessero catturarti; soprattutto, perdersi nell'emozione di qualcosa di diverso da quello a cui eri abituato, entrando in un nuovo mondo. Tutto questo è per me fonte di grandi soddisfazioni, tanto che, lo ammetto, non riesco a capire chi vi rinuncia a priori. Fosse per me, non mi fermerei mai.

Ma veniamo al punto.
La mia più recente scoperta, in campo musicale, sono stati i Pogues.
Ho sempre subito il fascino della musica irlandese, pur senza esserne un esperto. Le sonorità celtiche, che peraltro fanno parte della tradizione folk della mia terra, la Lombardia, le ho sempre apprezzate, soprattutto, lo ammetto, quando congiunte con il metal, come nei lavori dei miei amati Thin Lizzy o degli ottimi Skyclad. Però, per via delle scelte obbligate di cui parlavamo sopra, non ero mai riuscito ad approfondire di più l'argomento. Recentemente, mi sono detto che era ora di cominciare a documentarsi un pò, e sono quindi venuto in contatto con la musica di Shane McGowan e soci. E' stato amore a primo ascolto. La poesia ubriaca dei fumosi pub di Dublino e delle verdi pianure irlandesi, così splendidamente rappresentata dai Pogues, si può amare od odiare, difficilmente lascia indifferenti. Quando poi a cantarla è un uomo che evidentemente la vive, che non si concede nessun vezzo d'immagine con i suoi denti storti e le orecchie a sventola, insomma, uno che è spietatamente sincero fino al punto di fare, ogni tanto, anche dei concerti di merda causa tasso alcolico elevatissimo... Beh, l'effetto è moltiplicato, come sempre accade quando non c'è scollatura tra un artista e i suoi personaggi.
Ho appena cominciato a entrare nel loro mondo; non posso ancora dirmi un esperto, nè un conoscitore. Ma il cofanetto con 3 album che mi sono procurato è lì, tutto da esplorare. E niente mi piace di più che andare verso una nuova frontiera. Ormai dovrebbe essere chiaro, no?

venerdì 21 settembre 2007

Towards a New Frontier

Ho già parlato di DC: The New Frontier in un vecchio post su Earth-D. Chi mi conosce almeno un pochino sa quanto ami l'opera di Darwyn Cooke, che è uno dei miei fumetti preferiti in assoluto: sicuramente quello che ho amato di più nel recente passato, tanto per la storia quanto per i disegni.
E' quindi con un misto di apprensione e euforia che aspetto l'uscita in DVD del film animato ispirato alla miniserie, in produzione negli studios della Warner Bros in questi mesi.
A onor del vero, devo dire che in me prevale nettamente l'ottimismo.
I cartoni animati della Warner ispirati agli eroi DC sono quasi tutti (con l'unica eccezione dell'ultimissima versione di Batman, "The Batman", piuttosto sciapa e infantile) dei piccoli capolavori. Intrattenimento puro ad altissimo livello, con due giganti come Bruce Timm e Paul Dini a fare da guida rispettivamente su come si disegnano e come si scrivono i supereroi DC in versione animata. Qualunque DC fan abbia visto Justice League Unlimited non può non averlo amato... E non può non essersi rammaricato almeno un pò di quanto poco quel tipo di storie siano oggi presenti, nelle collane a fumetti di quei personaggi. Inoltre, Darwyn Cooke stesso è stato parte dello staff creativo di questi cartoni - come si può notare dal suo stile di disegno, che ha in sè alcune caratteristiche tipicamente "Timmiane" - e sta lavorando in prima persona anche al lungometraggio tratto dalla sua opera. Insomma, gli elementi per essere fiduciosi c'erano sin dall'inizio.
Una fiducia che è stata ulteriormente alimentata da...

Questa preview!



Inutile dire che piacere mi abbia dato vedere lo stile di disegno di Cooke così mirabilmente rispettato, e verificare in prima persona che quantomeno alcune delle mie scene preferite del fumetto sono presenti anche nel film.
Semplicemente... Non vedo l'ora.

Tra questo e Mass Effect, sarà un finale d'anno coi botti!

mercoledì 19 settembre 2007

Bentornato Wally


Oggi ho finalmente letto The Flash # 231. Con questo numero, la DC Comics ha ripreso la pubblicazione della serie post-crisis del velocista, quella con Wally West protagonista, da dove si era interrotta nel periodo di Infinite Crisis (almeno come numerazione, visto che nel frattempo è passato parecchio tempo non solo nel mondo reale ma anche in quello del fumetto).
Il flop della serie con protagonista Bart Allen nei panni del nuovo velocista scarlatto ha costretto l'editore ad una repentina marcia indietro che ha riportato il Flash più amato dall'attuale generazione di lettori al centro della scena, condotto per mano dallo scrittore che più di ogni altro aveva saputo valorizzarlo nel suo lunghissimo ciclo: Mark Waid.
Ora, il Flash della prima run di Waid è uno dei fumetti che amo di più, e Wally West è indubbiamente il mio personaggio preferito nel mondo delle nuvole parlanti. Potete capire, quindi, come questo numero rappresentasse, per me, un evento molto atteso e speciale; Wally che torna ad essere Flash dopo una lunga assenza, scritto da Waid, disegnato da un talento emergente come Daniel Acuna, con il bonus della ripresa della vecchia numerazione, che in questi tempi di continue finte ripartenze da uno sa tanto di casa...

Il legame tra un appassionato di comics e il suo personaggio del cuore è difficile da spiegare; la serialità infinita dei fumetti americani fa sì che i personaggi possano crescere con noi, accompagnandoci mese dopo mese nella nostra vita, diventando sempre più come degli "amici immaginari" che rievocano ricordi, sensazioni, emozioni... Un misto di nostalgia, escapismo e sense of wonder che fa della routine mensile dell'albetto una piacevole costante in un mondo che di costanti ce ne regala poche, troppo poche. Non so se chi leggerà queste parole potrà comprendere appieno quello che sto scrivendo; sicuramente altri appassionati di fumetti sì, chi non ha questa passione probabilmente no. Ma resta il fatto che il ritorno di Wally, per me, rappresenta il ritorno di uno dei piccoli piaceri della vita, di una delle mie costanti che era purtroppo venuta a mancare.

Questo ovviamente mi ha dato un brivido, quando stavo per accingermi alla lettura, perché se l'albo fosse stato brutto, beh, la delusione sarebbe stata doppia. Ma per fortuna, Flash 231 è un bell'albo. Non ho dovuto aggrapparmi all'irrazionale contentezza di rivedere il "mio" Flash - che non necessita di solide basi, proprio perché irrazionale - per potermi godere la storia. Flash 231 è un fumetto divertente, fresco, che porta avanti la tradizione della collana ma al tempo stesso ha spunti inediti, orientati al futuro. Waid ultimamente aveva fatto parecchi passi falsi, ma quando si tratta di Flash, quando si tratta poi del Wally/Flash, beh... Per lui suppongo sia un pò come andare in bicicletta: non si disimpara mai.

Il nuovo status quo della serie, che grazie ai figli di Wally è diventata quasi un Flash meets The Incredibles, sembra funzionare alla grande; dà nuova linfa alla collana senza snaturarla, è una fonte di spunti che non si può esaurire tanto facilmente ed è anche piuttosto singolare nel panorama odierno dei fumetti USA. Acuna, come sempre, sopperisce alle mancanze del suo tratto (comunque discreto) con una colorazione favolosa che rende la lettura ancora più piacevole, e che rappresenta benissimo l'effetto della velocità (che, mi pare ovvio, è la cosa più importante in un fumetto di Flash).

Insomma, un "esordio" - se così si può definire un numero 231 - veramente positivo. Più di una volta, leggendolo, ho sorriso di cuore, e chi conosce i comics della DC di oggi sa quanto (purtroppo) sia una cosa rara.

Bentornato Wally. Ci sei mancato.

lunedì 17 settembre 2007

Back in black

Ok, e con questo mi sono fregato uno dei titoli più scontati per un post. Ma essendo così scontato, la cosa non mi turba particolarmente.

Sono tornato a Milano. Ho passato una splendida settimana, rilassante il giusto, divertente quanto basta. Ho avuto l'ennesima serie di conferme che io e la mia dolce metà siamo fatti l'uno per l'altra, e che il nostro futuro insieme continua a sorriderci. E' bello essere così innamorati, e soprattutto è bello rendersi conto di avere accanto una persona veramente unica e speciale.

Comunque, sta di fatto che sono di nuovo in città e ancora in ferie per un'intera settimana. Il che significa, se Dio vuole (e se l'ispirazione mi assiste), anche qualche post in più su DS9.

Baaaaack
Baaaaack
Back in black

Yes I'm back in black!

lunedì 10 settembre 2007

Tempo di ferie



Finalmente è tempo di ferie anche per me!

Mi stavo quasi abituando all'idea di avere una routine lavorativa impossibile da alterare, quand'ecco irrompere le mie due settimane di vacanza.
Non faccio due settimane di fila da marzo 2006: era decisamente ora che mi prendessi una vera pausa!

E domani, finalmente, si torna a Laigueglia, al mare che tanto amo ma così raramente visito. Sarà bello rivedere luoghi che fanno parte della mia vita sin dall'infanzia, poter stare un pò insieme alla persona più importante del mio piccolo mondo, e soprattutto potermi rilassare, dedicando un pò di tempo a me stesso e a lei. Non ho ancora deciso cosa portarmi da leggere, e non sarà facile (anche se quantomeno l'Omnibus della Hitchiker's Guide to the Galaxy, versione in lingua originale, è come fosse già in valigia). Ma è una difficoltà che si affronta volentieri.

Ci si rilegge alla fine della settimana. Stay Metal!

domenica 9 settembre 2007

Magari

La legge di iniziativa popolare promossa da Beppe Grillo prevede tre semplici punti:

1. NO AI PARLAMENTARI CONDANNATI
No ai 25 parlamentari condannati in Parlamento - Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale

2. DUE LEGISLATURE
No ai parlamentari di professione da venti e trent'anni in Parlamento - Nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente

3. ELEZIONE DIRETTA
No ai parlamentari scelti dai segretari di partito - I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta


Richieste "assurde e populiste", come i politici italiani vorrebbero farci credere... O semplice buon senso?

Io voto per la seconda.

E se c'è qualcuno che si deve vergognare, caro Casini, quello sei tu, e tutti i tuoi compari senza scrupoli nè dignità.

Forza Beppe.

giovedì 6 settembre 2007

To boldly go where no man has gone before

Ecco il principale motivo per cui ho comprato una Xbox 360:



Penso di non aver mai aspettato con tanta ansia un videogioco... Prevedo che sarà una costante delle mie vacanze di Natale. Tanto di cappello a Bioware.

Ora, il mio unico dubbio è se giocarlo in italiano o procurarmi una versione UK... Per il momento, sono indirizzato verso la seconda opzione (per la serie "sputa nel piatto in cui mangia!"), comunque vedremo.

Engage!