lunedì 22 ottobre 2007

An experiment in creative writing

Ok, il titolo del post è un pò pretenzioso, non c'è dubbio.
Nondimeno, si tratta proprio di questo: un esercizio in scrittura creativa.

Non che io pretenda di essere un esperto nel campo, eh. Diciamo che sono un semplice fan. Ed è proprio con questo atteggiamento, quello dell'appassionato con buona volontà, dell'hobbista che non ha pretese professionali, che voglio dare inizio a questo piccolo esperimento.

Quando ne avrò voglia, posterò qui sul blog frammenti di un racconto. Pian pianino, un pezzo per volta, senza nessuna programmazione. Non conoscerò quasi nessun dettaglio della storia prima di iniziare a scriverla, e lascerò che si sviluppi naturalmente, così, nella totale anarchia. Come quando, da bambino, scrivevo (con tanta fantasia!) e disegnavo (decisamente male) fumetti per diletto, senza mai sapere cosa sarebbe successo nella pagina seguente.

Se qualcuno leggerà e sarà interessato, e vorrà magari commentare, mi farà ovviamente piacere. La cosa più importante, per me, resta comunque il divertimento e la curiosità di vedere cosa ne verrà fuori.

Non ho ancora una schedule ben precisa in mente, e non so quando posterò il primo frammento. Comunque, lo riconoscerete dall'etichetta, che farà da titolo alla storia:


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Che di per sé non dice molto, lo so... Ma se dicesse troppo, come farebbe la storia a svilupparsi in maniera totalmente spontanea? ;-)


martedì 2 ottobre 2007

Lost Planet

La Capcom è una software house che ha dato il meglio di sé durante l'era dei picchiaduro 2-D, di cui è stata indiscussa maestra grazie a Street Fighter e derivati; recentemente, è rimasta sulla cresta dell'onda soprattutto grazie al clamoroso successo di Resident Evil, un franchise capace di inventare un vero e proprio genere, il survival horror, con decine e decine di epigoni più o meno riusciti.
A latere di RE, la casa giapponese ha prodotto altre serie, di minore successo ma comunque molto apprezzate dai giocatori come Onimusha e soprattutto Devil May Cry. E proprio quest'ultima serie presenta, più di ogni altra, tutti i "marchi di fabbrica" della Capcom del 2000: azione forsennata; personaggi dallo spessore psicologico di un tavolino, ma tamarrissimi, visivamente supercool e quindi adorati senza riserve dal pubblico adolescente (anche femminile!); un vasto campionario di mostri da affrontare, tra cui tanti coriacei boss di fine livello (una vera fissazione), spesso di dimensioni ciclopiche; e soprattutto una buona dose di ironia, che rende certi eccessi più simpatici che patetici.

Uno degli ultimi figli di questo filone è LOST PLANET, uno sparattutto in terza persona per Xbox 360 (arrivato molto recentemente anche su PC, anche se con requisiti di sistema abbastanza tosti) in cui si alternano combattimenti "a piedi" e altri a bordo di enormi mech conosciuti come VS (Vital Suit, perché dopo Gundam chiamarli "robot" è tremendamente fuori moda).



Il gioco è rimasto nel mio mobiletto-TV per molti mesi, praticamente intonso. In questi giorni, ho finalmente trovato un pò di voglia e un pò di tempo per giocarci, e devo dire che è davvero divertente. E' una tamarrata nel più classico stile Capcom, uno di quei giochi dove bisogna semplicemente sparare a tutto quello che si muove con armi e mosse strafighe, ma che almeno graficamente è davvero un titolo di nuova generazione. La bellezza delle città distrutte sepolte dalla neve di alcuni livelli è da mozzare il fiato; il mecha-design è sorprendentemente realistico senza rinunciare a essere "stiloso"; i mostri sono realizzati veramente bene, e ottimamente animati. A essere sinceri, quello animato peggio forse è proprio il personaggio controllato dal giocatore, che volendo guardare il pelo nell'uovo forse corre in maniera un pò strana e a volte è un pò pupazzoso... Ma è anche vero che l'occhio, a causa dell'azione forsennata di cui sopra, cadrà sempre sulle parti "utili" dello schermo piuttosto che sul modello del protagonista, quindi è una scelta comprensibile quella di dedicare più attenzione al mondo circostante.
Il gameplay è semplice, intuitivo e cionostante lascia una certa libertà di scelta al giocatore, ma soprattutto non è frustrante come quello di Devil May Cry, che a tratti faceva venire voglia di gettare il joypad dalla finestra. Lost Planet è molto meglio calibrato; il livello facile è effettivamente facile e quello difficile, beh... Detto in due parole è un gran casino! La lunghezza più limitata delle missioni e l'elevato numero di checkpoint ne fa un prodotto dal design molto più azzeccato di altre produzioni Capcom del recente passato.

E poi siamo sinceri, cosa c'è di più figo che sparare a un gigantesco mostro spaziale dall'abitacolo di un mech di cui - grazie al sapiente uso del sonoro e della vibrazione del controller - si riesce quasi ad avvertire il peso?
Beh, qualcosa sicuramente c'è, ma ben poco! Per non parlare dell'eccellente multiplayer.

In definitiva, un ottimo lavoro davvero. Non ha la profondità strategica di un Gears of War, nè la storia intrigante di un Halo, ma è un gioco che garantisce comunque tante ore di svago proprio grazie alla sua immediatezza. E soprattutto, ha i robottoni giapponesi senza essere cervellotico come un Armored Core (un gioco che adoro, sia chiaro! Ma taaaaanto più complicato).

Ah, della storia c'è poco da dire, non è niente di che, è una banalità che serve giusto come scusa per tenere insieme i pezzi. Ma le cut-scenes che la portano avanti tra una missione e l'altra sono semplicemente spettacolari! Una in particolare mi ha lasciato a bocca aperta, ed è questa qui (God bless youtube):



Una di quelle scene che non ti viene voglia di saltare neanche quando decidi di rigiocare la missione per migliorare il tuo record. Anche perché arriva dopo una boss fight veramente tosta, per la quale è bello ricevere un "reward" di qualità.

Good job, Capcom!