lunedì 31 dicembre 2007

Il brano del giorno - 029

Ultimo brano del 2007, e buon Capodanno a tutti!

Royal Hunt - The Last Goodbye

venerdì 28 dicembre 2007

Il brano del giorno - 028

Oggi, invece, è tempo per un pò di sano power tedesco vecchio stile, da parte di una di quelle band che non faranno mai la storia, ma che comunque - quando azzeccano il brano giusto - sono davvero divertenti. Almeno, per un fan del genere come il sottoscritto.

Iron Savior - Tyranny of Steel

giovedì 27 dicembre 2007

Il brano del giorno - 027

Oggi mi sento in vena di vetero-ballad...

Foreigner - I wanna know what love is

martedì 25 dicembre 2007

Il brano del giorno - 026

Non può che essere questo!



E Buon Natale a tutti! (o, se preferite, Buon Solstizio!)

lunedì 24 dicembre 2007

domenica 23 dicembre 2007

Il brano del giorno - 024

Falconer - Stand in Veneration, dall'album (meraviglioso!) Chapters from a vale forlorn

sabato 22 dicembre 2007

Il brano del giorno - 023

Il brano di oggi è una suite parecchio lunga, e quindi è diviso in due parti.


Iced Earth - Dante's Inferno

Parte 1:



Parte 2:

mercoledì 19 dicembre 2007

Il brano del giorno - 022

Accept - Screaming for a love bite

martedì 18 dicembre 2007

Freak like me

Batman Begins, per noi estimatori del Batman dei comics, è stato uno degli eventi cinematografici degli ultimi anni. Christopher Nolan e suo fratello, assieme a Dave Goyer, hanno scritto finalmente un Batman davvero simile alla propria controparte a fumetti, e l'hanno messa in scena con grande perizia, oltre che con un cast da favola. Christian Bale è senza discussioni possibili il miglior Batman mai visto sullo schermo, credibile sia nel ruolo del pipistrello che in quello di Bruce Wayne; Michael Caine, un Alfred da Oscar per il miglior attore non protagonista, Gary Oldman un commissario Gordon che sembra uscito direttamente da "Year One"; Liam Neeson, un Ra's al Ghul carismatico e letale e Cillian Murphy uno Spaventapasseri inquietante, dagli occhi di ghiaccio. Peccato solo per quella mezza incapace di Katie Holmes, ma tanto si vedeva poco e contava meno. Per il sequel in arrivo l'anno prossimo, "The Dark Knight" sono stati tutti confermati tranne... Indovinate chi? Esatto. La Holmes. Il che, già di per sè, promette bene, anzi: benissimo!

Ma ancora meglio promette questo primo, incredibile trailer.



A giudicare da queste prime immagini, anche il nuovo arrivato Heath Ledger sembra decisamente avviato a lasciare il segno. Potrà farci dimenticare senza troppi rimpianti la fenomenale interpretazione del Joker dataci da Jack Nicholson nel primo Batman di Tim Burton? E' difficile a dirsi, ma certamente le premesse ci sono tutte.
Il suo Joker, da quello che abbiamo potuto vedere, sembra veramente uno piscopatico di prim'ordine. Il suo aspetto è tremendamente inquietante, a tratti addirittura disturbante (certe foto, in cui la cicatrice che ne completa il sorriso è molto evidente, sinceramente faccio fatica a guardarle, pur sapendo che si tratta di una splendida finzione!). Il personaggio di Nicholson era grottesco come tutto il registro usato da Tim Burton per i suoi film; era affascinante, magnetico, sopra le righe con tanta costanza da essere a suo modo credibile. E soprattutto, Jack resta un inimitabile istrione. Ben consci di questo, i Nolan, Goyer e Ledger hanno deciso di creare un pagliaccio del crimine completamente diverso. Uno che più che far sorridere fa paura. Che più che affascinare, quasi disgusta. Un ritratto di pericolosissima follia che forse piacerebbe ad Alan Moore, più vicino ai serial killer delle cronache che ai pagliacci del circo. Un personaggio, insomma, perfettamente coerente con l'universo voluto da Chris Nolan per il suo Batman già da Begins: un universo il più possibile realistico, dove la Batmobile diventa una specie di carrarmato invece di un pacchianissima fuoriserie, il costume un'armatura (in senso decisamente più pieno che nei film di Burton, dove serviva soprattutto a mascherare la scarsa prestanza di Keaton) e il clown omicida un caso clinico, in cui la follia sembra di gran lunga dominante sul gusto della performance.

E' presto per fare considerazioni di questo tipo? Probabilmente sì, visto che abbiamo solo un trailer da cui giudicare, qualche foto e qualche intervista. Nondimeno, mi andava di farle, per il semplice motivo che ho rivisto il trailer già 5 volte, e altre ancora lo vedrò nell'attesa dell'uscita del film. E questo non perché io sia un fanatico, ma semplicemente perché è proprio un trailer eccezionale, e perché sento profumo di film epocale come non mi capitava da anni. Dal tempo del primo episodio del Signore degli Anelli, per essere precisi.

Non

vedo

l'ora!

"You see, to them... you're just a freak. Like me!"

lunedì 17 dicembre 2007

domenica 16 dicembre 2007

Il brano del giorno - 020

Il brano di oggi è tutto dedicato a Maria.

Perché ho appena passato con lei altri due splendidi, straordinari giorni.
Perché mi smentisce ogni volta che penso che non possa essere più bello di così... E lo fa ormai da anni.
Perché sappia che io credo. Credo profondamente nel nostro amore e nel nostro futuro insieme. Perché lei è la persona più speciale del mondo.

Savatage - Believe, dall'album Streets

sabato 15 dicembre 2007

Il brano del giorno - 019

Iron Maiden - Wasted Years, dall'album Somewhere in time

venerdì 14 dicembre 2007

Il brano del giorno - 018

Megadeth - Hangar 18, dall'album Rust in Peace

giovedì 13 dicembre 2007

Piccole grandi soddisfazioni

Ieri, navigando sul sito di Last FM fresco di registrazione, ho scoperto che il funzionamento del software di Last è tale che in pratica annota tutta la musica che gira nel computer di chi lo installa onde potergli proporre poi brani più vicini ai suoi gusti. Le "playlist" dei vari utenti sono poi rese pubbliche, e in sostanza anche molta musica che non potete sentire su Last (perché non vi è mai stata uploadata da chi ne detiene i diritti) vi finisce catalogata comunque attraverso gli ascolti degli utenti.

E' così che ho avuto la "rivelazione" che c'è ancora diversa gente, in giro per il mondo, che ascolta i brani dei primi 3 album dei Drakkar. Il disco più gradito pare essere "Gemini" e il pezzo più popolare "Eridan Falls". Qualcuno si è anche preso la briga di caricare una nostra foto nel database del sito.

Potrà sembrare strano a dirsi, perché tutti sappiamo quanto i metallari tengano alle proprie band e alla propria musica, ma il fatto di scoprire che, anche se non facciamo uscire un disco nei negozi da 5 anni, i fan non si sono mai dimenticati di noi... Beh, mi ha stupito. Perché un conto è sperarci, "crederci", è un altro vederne le prove davanti ai tuoi occhi.

Sono le piccole, grandi soddisfazioni che mi dà la musica. Quelle che non posso avere da nient'altro. Quelle che mi sono conquistato, io e gli altri che hanno contribuito con me alla storia dei Drakkar, tutti, dal primo all'ultimo. Quelle che mi migliorano la vita e mi spingono, ogni volta, a non smettere, a non mollare mai, a continuare nonostante le difficoltà, il lavoro, gli scazzi, perché per chi scrive musica è tutto qui il succo: sapere che c'è qualcuno dall'altra parte del pianeta che gode di quello che hai creato come tu godi delle creazioni dei tuoi idoli.

Ah, ovviamente ne ho anche approfittato per caricare su LastFM i brani di "Classified", che ora sono disponibili per l'ascolto in streaming e per la preview completa. Se vi interessano, basta che vi connettiate qui. Sperando che servano a conquistare qualche altro ascoltatore alla nostra causa, che è fatta di passione per la musica, amore per il metal, e soprattutto sincerità. L'ho anche scritto in uno dei miei primi brani: "We believe in everything that we do". E lo sento tutt'oggi come assolutamente vero.

Il brano del giorno - 017

Running Wild - Bad to the Bone, dall'album Death or Glory

mercoledì 12 dicembre 2007

martedì 11 dicembre 2007

lunedì 10 dicembre 2007

Il brano del giorno - 014

Fa un freddo cane, ho i brividi perché sono un pò influenzato, e mi sembra quindi il giorno adatto per postare questo brano. Anche perché, se non lo metto durante questo mese, quando? ;-)

Rage - Days of December

domenica 9 dicembre 2007

Il brano del giorno - 013

La giornata è plumbea, e tra poco esco per andare in sala prove a continuare la composizione del primo album dei Crimson Dawn...

Il brano di oggi, di conseguenza, non può che essere potente, epico e oscuro.

Candlemass - Bewitched, dall'album Nightfall

sabato 8 dicembre 2007

Il brano del giorno - 012

Mr. Big - Daddy, Brother, Lover, Little Boy

venerdì 7 dicembre 2007

Il brano del giorno - 011

Oggi mi sento un pò nostalgico delle canzoni della mia adolescenza, chissà perché.

Skid Row - I remember you


giovedì 6 dicembre 2007

E' tornata!

Ebbene sì: è tornata a casa ieri, dopo due settimane in sala operatoria.

Non è stata una lunga assenza, in fondo.

E' tornata con un mese di abbonamento a Xbox Live in omaggio, "per il disturbo".

Ed è tornata giusto in tempo per l'aggiornamento della Dashboard, grazie al quale, adesso, è anche un lettore DivX!

E ora scusate, ma devo proprio scappare. L'Arbiter mi aspetta.


Il brano del giorno - 010

Dedicato al caro Chain e alla sua signora.

Perché sappiano che gli siamo vicini in questo momento difficile. Perché sappiano che i sogni non muoiono mai.

Queensryche - Silent Lucidity, dall'album Empire

mercoledì 5 dicembre 2007

Quando un titolo vale più di mille parole



E io mi chiedo, per rubare un'espressione agli anglosassoni: ma quando hanno deciso il titolo di questa collana...

A che cavolo stavano pensando?

Mah!

Il brano del giorno - 009

Oggi il brano del giorno è... Un pò particolare.

Ma merita, eccome se merita!

A pirate I was meant to be, tratto da The curse of Monkey Island



E stavolta, dato che ne val proprio la pena, beccatevi pure il testo! Dato che le strofe cambiano a seconda delle linee di dialogo scelte dal giocatore, noterete che sono un pò mischiate, ma non ho voglia di rimetterle in ordine. Del resto, sono un pigro pirata!


Haggis: We're a band of vicious pirates!
Edward: A sailin´ out to sea.
Bill: When you hear our gentle singing...
Haggis: You'll be sure to turn and flee!

Guybrush: Oh, this is just ridiculous.

Guybrush: Come on, men! We've got to recover that map!
Bill: That pirate will be done for, when he falls into our trap!
Bill: We're a club of tuneful rovers!
Haggis: We can sing in every clef!
Edward: We can even hit the high notes!
Haggis: It's just too bad we're tone deaf!

All: A pirate I was meant to be!
All: Trim the sails and roam the sea!

Guybrush: Let's go defeat that evil pirate!
Edward: We know he's sure to lose, ´cause we know just where to fire at!

Edward: We're thieving balladeers.
Haggis: A gang of cutthroat mugs.
Bill: To fight us off ye don't need guns!
Edward: Just really good ear plugs!

All: A pirate I was meant to be!
All: Trim the sails and roam the sea!

Guybrush: All right, crew, let's get to work!
Haggis: Our vocation is a thing we love, a thing we'd never shirk.

Haggis: We'll fight you in the harbor.
Bill: We'll battle you on land.
Edward: But when you meet singing pirates...
Guybrush: They'll be more than you can stand.

Bill: Ooooh! That was a good one!
Guybrush: No, it wasn't.

Guybrush: No time for song! We've got to move!
Bill: The battle will be long, but our courage we will prove!

Bill: We're a pack a´ scurvy sea dogs.
Haggis: Have we pity? Not a dram!
Edward: We all eat roasted garlic...
Haggis: ...then sing from the diaphragm!

All: A pirate I was meant to be!
All: Trim the sails and roam the sea!

Guybrush: Less singing, more sailing.
Edward: When we defeat our wicked foe, his ship he will be bailing!

Bill: If ye try ta fight us...
Haggis: ...you will get a nasty whackin´!
Edward: If ya disrespect our singing´...
Bill: ...we will feed ya to a kraken!

All: A pirate I was meant to be!
All: Trim the sails and roam the sea!

Guybrush: I´m getting so sick of you guys and your rhyming.
Haggis: We´re ready to set sail, through the cannons need a priming.

Edward: We're troublesome corsairs!
Bill: And we've come to steal your treasures!
Haggis: We would shoot you on the downbeat...
Edward: ...but we have to rest five measures.

All: A pirate I was meant to be!
All: Trim the sails and roam the sea!

Guybrush: Stop! Stop! Stop!
Bill: The brass is what we'll polish and the deck is what we'll mop.

Guybrush: You say you're nasty pirates...
Guybrush: ...scheming, thieving, bad bushwhackers?
Guybrush: From what I've seen I tell you...
Guybrush: ...you're not pirates! You're just slackers!

All: A pirate I was meant to be!
All: Trim the sails and roam the sea!

Guybrush: We'll surely avoid scurvy if we all eat an orange.
Haggis: And...!
Haggis: ...um...
Bill: Well...
Edward: ...err...
Bill: Door hinge?
Edward: No, no...
Bill: Guess the song's over, then.
Haggis: Guess so.
Edward: Okay, back to work.
Guybrush: Well gee. I feel a little guilty, now.

martedì 4 dicembre 2007

La storia infinita

E' quella tra Pippo Inzaghi e il gol.

Stasera ha toccato quota 63: nessuno meglio di lui nelle coppe europee. Gerd Muller è superato, e il record è in cassaforte. Probabilmente non durerà: Raul è vicino ed è più giovane e fisicamente più integro di Superpippo. E' destinato a diventare lui, in un futuro non troppo lontano, il numero 1, avendo iniziato peraltro a giocare in Europa giovanissimo e per di più nel Real, squadra che gli ha garantito un alto numero di incontri nelle coppe, qualificandosi sempre per la Champion's e arrivando spesso fino in fondo o quasi.

Questo, però, non toglie che stasera, e almeno per un pò, il migliore sia lui: Superpippo!

E' difficile spiegare a chi non lo apprezza che i motivi per cui molti lo criticano sono esattamente quelli per cui i suoi tifosi lo adorano. E' vero che Inzaghi è tecnicamente mediocre, è vero che è fisicamente tutto tranne che esplosivo, è vero che rarissimamente è andato in rete dribblando un avversario. Ma è proprio questo a renderlo speciale! Pippo è un giocatore immenso proprio perché ha saputo diventare il miglior marcatore di sempre nelle coppe europee (ripetiamolo!) senza essere granché aiutato da madre natura. La sua è la vittoria dell'istinto, dello spirito, della voglia, contro la predestinazione che ti dice che certi doti o le hai o non le hai, a prescindere dai tuoi meriti o demeriti.

Il segreto di Inzaghi, oltre al fiuto del gol assolutamente inimitabile, è soprattutto nella voglia. Quella voglia con cui stasera, al 75° di una partita fondamentalmente inutile, e dopo aver già fatto il gol che lo fa entrare ancora di più nella storia, ancora pressava i difensori del Celtic sperando nell'errore che gli permettesse di metterla dento un'altra volta. La stessa voglia che lo ha aiutato a superare infortuni terribili, davanti ai quali altri si sarebbero arresi molto prima. Quella che gli ha fatto fare due gol in una finale di Champion's, e non parlate solo di fortuna, perché di quella deviazione, uno che non si butta come un assatanato su ogni respinta del portiere non avrebbe approfittato. Per Pippo, ogni partita è come quelle dei pomeriggi all'oratorio dei ragazzini: pura adrenalina, divertimento, gioia. Gioia, e voglia di gol.

Pippo Inzaghi e il gol: una storia infinita.

Il brano del giorno - 008

Gary Moore featuring Phil Lynott - Out in the fields


lunedì 3 dicembre 2007

Il brano del giorno - 007

Ci ho pensato un pò, ma poi d'un tratto ho capito quale fosse il brano del giorno. E' bastato che realizzassi che era il numero 007.


Chris Cornell - You know my name

domenica 2 dicembre 2007

Buonanotte

E un altro weekend è finito...

Da domani si ricomincia a faticare!

Però è più bello, quando hai passato un fine settimana importante con la persona che ami, quando hai visto che i progetti che hai con lei cominciano a prendere forma, quando ti sei reso conto, una volta di più, che quel sorriso dolce è quello che vuoi vedere ogni giorno della tua vita. E non vedi l'ora di poter iniziare a vederlo davvero, invece di doverlo solo immaginare.

Thanks, Mary, for being the real Marvel in my life!


Il brano del giorno - 006

La giornata è decisamente buia e fredda, una sorta di lunghissima notte, e questo porta alla mente vicende oscure e inquietanti... Come quelle raccontate nel brano di oggi, domenica 2 dicembre 2007.

Annihilator - Alice in Hell, dall'omonimo album.

sabato 1 dicembre 2007

Il brano del giorno - 005

Oggi l'ha scelto Mery. Per fortuna, ha molto buon gusto!

Blind Guardian - A past and future secret, dall'album Imaginations from the other side.



venerdì 30 novembre 2007

Nuovo Logo!

Vi piace?

A me un casino.

Me l'ha fatto il mitico Fabio, il cui blog trovate linkato qui a destra (Mr. Kayak contro tutti!).

A lui un grosso grazie e un in bocca al lupo per il momento difficile che sta passando.

Forza Fabione!

Il brano del giorno - 004

Per il brano di oggi, venerdì 30 novembre 2007, non è mai stato filmato un video ufficiale. Youtube, però, si rivela come sempre fonte inesauribile, e così ecco spuntare dalla mia ricerca un clip realizzato da un fan di Naruto, che ha pensato di abbinare, alle immagini del popolare cartone giapponese, del sano heavy metal. Perciò, detto che io di Naruto non ho mai visto manco mezzo episodio nè mi interessa, vi invito anche stavolta ad ascoltare, più che guardare.

Symphony X - Evolution (The Grand Design), dall'album V.

giovedì 29 novembre 2007

Il brano del giorno - 003

Il brano di oggi, giovedì 29 novembre 2007:


Billy Idol - Shock to the system



mercoledì 28 novembre 2007

Il brano del giorno - 002

Stasera mi recherò all'Alcatraz per assistere alla data milanese del tour che sta portando Helloween e Gamma Ray in giro insieme per la prima volta (partecipazioni a festival escluse, ovviamente). L'evento è storico soprattutto per la possibilità di vedere Kai Hansen riunito ai suoi vecchi compagni per il gran finale dello show, affidato ai due pezzi più celebri tra quelli scritti dallo stesso Kai quando faceva ancora parte delle zucche.

Ho quindi scelto uno di questi, come brano del giorno 28 novembre 2007.

Helloween - I want out, dall'album Keeper of the 7 keys part II.



martedì 27 novembre 2007

Il brano del giorno - 001

Visto che qualche genio assoluto ci ha regalato quella meraviglia chiamata youtube, sfruttiamola!

Da oggi in avanti, cercherò di trovare quei 5 minuti al giorno per postare un pezzo che mi piace particolarmente. I video di per sè possono anche fare pena, non è un problema: a me interessa condividere l'amore per le canzoni che accompagnano. Infatti, non ha caso l'etichetta è "il brano del giorno", non "il video del giorno".

Ed ecco il primo: il brano del giorno di martedì 27 novembre 2007.


Def Leppard - Animal, dall'album Hysteria.

martedì 20 novembre 2007

Quando il gioco d'azzardo paga



Mentirei, se dicessi che mi aspettavo un grande album da parte degli Helloween. Negli ultimi anni, l'unico loro disco a convincermi era stato The dark ride (peraltro controverso e poco amato dai fan, che come spesso capita non ne hanno gradito il sound rinnovato e differente). Rabbits don't come easy lo avevo trovato semplicemente orribile, e Keeper of the 7 keys - The legacy un'opera mediocre, con l'aggravante di andare a scomodare nel titolo i capolavori del passato. Detto questo, le mie aspettative per il nuovo Gambling with the Devil erano praticamente nulle... E invece, le zucche fanno proprio come quei fuoriclasse che, quando li hai dati ormai per spacciati, tirano fuori la zampata che gli fa vincere la partita!

GwtD, infatti non è solo un grandissimo album. E' una dimostrazione di forza impressionante, la dimostrazione che il gruppo di Mike Weikath e soci, anche dopo cambi di line-up e dischi di merda è ancora in grado di riprendersi lo scettro di re del power/happy metal: gli basta volerlo.
Stavolta l'han voluto, e alla grande. E ci sono riusciti alla perfezione. Ora, come potrete facilmente immaginare io non sono certo il tipo che si fa impressionare da qualsiasi disco power di buon livello: ne ho semplicemente sentiti troppi. E quando uno mi colpisce come questo, vuol dire che ha qualcosa di speciale. Lo sto sentendo a ripetizione da quando l'ho acquistato (sabato pomeriggio), e ogni volta ci trovo qualcosa di nuovo e stimolante. Nelle 11 tracce (più l'inevitabile intro, giustificata in maniera simpatica dal contenere un indovinello-concorso per i fan della band) le zucche tedesche hanno fuso mirabilmente potenza e melodia come non gli capitava da anni, con immensa goduria per tutti gli appassionati del genere. Un genere che ha disperatamente bisogno di dischi come questo, soprattutto dal suo gruppo indiscutibilmente più famoso, perché non ci si può aspettare che siano sempre solo i Rage e i Blind Guardian a tenere su la baracca mentre gli altri si limitano a vivacchiare.

Una delle cose che più impressionano, a parte la qualità pazzesca della produzione del veterano Charlie Bauerfeind, è l'assoluta mancanza di riempitivi o pezzi meno riusciti. 12 brani e 2 bonus track, e neppure un passo falso. Bei riff, belle melodie, strutture che rispettano la forma-canzone ma al tempo stesso hanno abbastanza tocchi di classe da rendere l'album contemporaneamente immediato e longevo (e infatti penso proprio che stazionerà a lungo nella mia autoradio!). Un sound che è Helloween al 100% ma che riesce comunque ad essere fresco, attuale, senza sterili riciclaggi del passato, tanto che a tratti compare anche qualche sperimentazione, sempre di qualità (per esempio in Fallen to pieces).

Momenti topici... Beh, tutti! Ma in particolare direi Dreambound e The Saints per il versante più speed, e Can do it e Final fortune per quello più "happy" e scanzonato, anche se il vero capolavoro arriva alla fine, ed è intitolato Heaven tells no lies, un pezzo che entra di diritto tra i migliori mai scritti dalla band. Vario, interessante, potente, melodicamente e armonicamente favoloso, emozionale, sentito... In una parola, perfetto. Ma ripeto, questo è un disco talmente bello e coerente che potreste pescare qualsiasi canzone così, a casaccio, senza mai sbagliare: tanto sono tutte ottime.

E dato che sono buono e non voglio lasciarvi a bocca asciutta dopo tanti elogi al disco, chiudo il post con il video del primo singolo, As long as I fall. Un classicissimo singolo alla Helloween, ma riuscito come non gli capitava dai tempi di Power. Ok, il video è obiettivamente brutto e ultra-trash, ma chissenefrega, tanto quello che conta è la musica, o almeno così dovrebbe essere, no? E qui è buona, ma buona davvero!





Well you can do it
There's nothing to it
When all others turn their backs on you
There is still yourself to prove it to that

You can do it
There's nothing to it
If the whole damn world abandoned you
You´re the only one worth listening to

giovedì 15 novembre 2007

Fever

Nonostante le ultime 24 ore siano state da campionato del mondo della sfiga, e nonostante una delle varie sfortune che mi han colpito in pieno sia proprio il kaputt della mia Xbox 360 (e dire che mi ero illuso di poter essere uno dei pochi fortunati che non avrebbero mai mandato in assistenza una 360 di prima generazione... Per fortuna è in garanzia!), la febbre per MASS EFFECT non accenna a diminuire.

Negli ultimi giorni ho ricevuto a casa il romanzo che fa da prequel al gioco, scritto da Drew Karpyshyn; ne ho già letto metà e lo trovo molto gradevole. E' una lettura scorrevole, senza pretese, che svolge benissimo la sua funzione di introdurre al mondo creato da Bioware per il gioco. Un mondo che già si annuncia come affascinante, convincente, ben costruito. Il romanzo porta alla luce idee molto interessanti, e mostra come i creativi dietro il gioco abbiano voluto fornirgli un'ambientazione solida, seria, che rispetta le regole di credibilità e cura delle migliori opere di fantascienza. Certo, reminiscenze di Star Trek e Star Wars emergono qua e là, nondimeno Mass Effect si avvia ad avere una profondità di setting e design che si avvicina di più a quella di una produzione letteraria o cinematografica, che non a quella di un videogioco. Non per niente è un investimento grosso per lo sviluppatore: è il tentativo di creare un franchise di fantascienza che dia vita ad almeno 3 giochi di classe AAA, e possibilmente anche ad un ricco contorno di merchandising, libri e via discorrendo.

Se avranno successo, lo scopriremo tra poco. Di certo, le premesse ci sono tutte, perché oltre alle good vibes che arrivano dal già citato romanzo, anche dai filmati anticipati finora c'è la netta sensazione di trovarsi di fronte ad un gioco che setterà uno standard tutto nuovo nel suo genere.
E' ovviamente importante, anzi fondamentale, che il gameplay si dimostri all'altezza dell'impegno profuso nel creare un universo credibile, e questo nessun filmato può dircelo: finché non gli avremo messo le mani sopra, non avremo certezze a riguardo.
Però, da giocatore che valuta lo storytelling e l'ambientazione, a volte, anche più delle stesse meccaniche di gioco, e da grande amante della space-opera in tutte le sue forme, sinceramente non vedo l'ora di poter salire a bordo della Normandy. Non vedo l'ora di poter entrare nel mondo di Mass Effect con quel coinvolgimento che è la vera forza dei videogiochi, che in un certo senso sono il media del futuro proprio per la loro capacità di farti diventare parte integrante delle vicende, a un livello impossibile per altri media.

Insomma, date un'occhiata. Qui c'è un'intera galassia, che aspetta solo di essere esplorata!



Spero solo che MS mi rispedisca la console "pronta all'uso" per la fine del mese, quando più o meno mi arriverà a casa il pacco da Play.com... Altrimenti, la febbre potrebbe peggiorare!

mercoledì 14 novembre 2007

The neXt generation



Ho iniziato la settimana scorsa una rilettura dell'intero ciclo di Grant Morrison sugli X-Men, che furono per l'occasione rinominati "New X-Men", inaugurando una consuetudine (quella dell'aggiunta del "new" davanti al titolo per segnalare un revamp) che in casa Marvel dura ancora oggi.
Al di là della goduria instrinseca (e feticistica) di avere tra le mani gli spendidi HC Oversized che raccolgono tutta la run Morrisoniana, è la rilettura stessa, sono le storie, che mi stanno dando qualcosa. Come la prima volta, forse anche di più.

La mia passione per lo scrittore scozzese è ben nota a chi mi conosce, ma penso che lo sia altrettanto la mia onestà intellettuale nel cercare di vedere le sue opere per quello che sono: nel bene e nel male. Non ho risparmiato critiche alla sua recente gestione di Batman in coppia con Andy Kubert; al tempo stesso, non credo di dover risparmiare elogi nei confronti dei suoi X-Men. Intriganti, appassionanti, surreali, pop, futuristi, dissacranti, emozionanti: i NXM di Morrison sono tutto questo e anche di più. Sono, semplicemente, gli unici X-Men che valga davvero la pena di leggere tra tutti quelli usciti dopo la fine della prima run di Claremont.

A impressionarmi sempre, di Morrison, è il ritmo. Riesce a coinvolgermi, a tirarmi dentro la storia come nessun altro. E' lui il vero inventore della "Widescreen Action" nei fumetti americani, con buona pace di Warren Ellis e della sua (pregevole, sia chiaro) Authority. E' lui ad aver applicato meglio di ogni altro la lezione di Jack Kirby. Non a caso, in tempi più recenti rispetto a quelli dei suoi X-Men, Grant ha ripreso nei 7 Soldiers tanti personaggi e situazioni del Re, oltre allo stile di pubblicazione da questi introdotto con la saga del IV Mondo (attualmente in corso di ristampa in degli imperdibili volumi Omnibus, su cui conto di tornare in futuro). Leggere alcune sue storie è veramente come assistere ad un grande action movie americano, tutto effetti speciali e personaggi "cool", ma con in aggiunta un tocco di follia, di surrealismo, e dei riferimenti culturali non proprio d'accatto. Azione intelligente: un'autentica rarità.

In New X-Men, però, non c'è solo questo: c'è anche un'attenzione enorme ai personaggi, c'è la voglia di farli crescere, cambiare, evolvere. E se ci sono dei personaggi che dovrebbero sempre farlo, quelli sono proprio gli X-Men: evoluzione è la loro parola chiave, sin dalle origini. E Morrison, negli ultimi anni, è l'unico ad averla applicata. Peccato che poi tutto quello che ha fatto sia stato cancellato a posteriori dai piani alti della Marvel, più interessati al licensing che ai fumetti. Comprensibile, visto che parliamo di un'azienda a scopo di lucro. Ma triste per chi ha apprezzato e amato i mutanti X nei loro periodi più coraggiosi.

Se avete voglia di leggere di mutanti che siano davvero tali (e quindi non solo supermodelli con superpoteri, ma anche e soprattutto freak), e quindi credibili al 100%, anche nel 2000, come oggetto di diffidenza da parte dei comuni umani; se volete vedere personaggi stereotipati assumere di colpo spessore, personalità e significato; se volete ritmo, azione e pericolo; se volete colpi di scena folli; se volete pop-culture a go-go; se volete storie con più piani di lettura, adatte al neofita quanto al lettore navigato e consapevole, beh, qui c'è roba per voi. E tanta, anche! E poi, la ristampa in volumi 100% Marvel da parte di Panini sta rendendo questo ciclo di nuovo facilmente reperibile anche in Italia (sebbene sia comunque consigliabile, potendo, leggere la versione originale, per non perdersi nessuna sfumatura linguistica... Ma questo è un altro discorso). Insomma, non avete scuse.

Ah, visto che parliamo di fumetti... Fatemi dire due parole anche sui disegni, che è dovuto. Ad accompagnare i testi di Morrison, si sono alternati diversi artisti, purtroppo molto mal gestiti dalla Marvel. Un talento come Igor Kordey costretto a disegnare 22 pagine in due settimane scarse è uno spreco incredibile, e infatti le sue tavole risultano tra le peggiori da lui prodotte nella sua carriera... Pur mantenendo quella chiarezza di narrazione che altri non ottengono in una vita, figuriamoci in pochi giorni. Anche Ethan Van Sciver, che pure ha fatto un lavoro discreto, ha sicuramente dato di meglio in seguito, con delle schedule più adeguate ai suoi tempi di lavoro.
Le storie migliori del lotto, dal punto di vista grafico, restano quindi quelle di Frank Quitely, il cui nome era abbastanza "forte" al tempo della pubblicazione da potergli permettere di prendersi il tempo necessario per lavorare al meglio. E io mi chiedo: alla Marvel non immaginavano che Quitely non sarebbe stato in grado di tenere una scadenza mensile, e che era meglio avere pronti dei backup artist capaci di lavorare rapidamente, alla Bagley, invece che uno come Kordey? Mah. Ecco, se c'è una pecca in questo ciclo è proprio la scarsa continuità grafica. Ma questo non dovrebbe frenarvi, perché i New X-Men di Morrison restano comunque tra le opere più interessanti dei comics degli ultimi anni, e uno dei primi e più convincenti tentativi di portare il fumetto USA nel nuovo millenio.

sabato 10 novembre 2007

Piccolo aggiornamento

E' un periodo di scarsa vena per gli aggiornamenti del blog, un pò per stanchezza, un pò per impegni vari... Un pò perché c'è un progettino che mi occupa parecchio, ma che sta venendo su davvero bene. Spero che saremo (sì: è un progetto corale) in grado di lanciarlo molto presto, intanto incrociate le dita.

Questo post è dunque solo un modo per:

A) Rendere noto che il blog non è morto, solo un pò sonnecchiante;

B) Pubblicizzare il fatto che ho aggiunto un RSS Feed con le notizie da Comic Book Resources. CBR è uno dei miei siti preferiti, tra quelli di informazione sul fumetto USA, e mi piace l'idea di aprirvi una vetrina anche da Deep Sound 9. Visitatelo, ne vale la pena!

E ora torno nell'ombra, sperando di essere presto in grado di recuperare con un pò di post. In cui parlare di Drakkar e Crimson Dawn, degli X-Men di Morrison, e di Mass Effect (ormai prossimo all'uscita!). See ya soon, space cowboys!

lunedì 22 ottobre 2007

An experiment in creative writing

Ok, il titolo del post è un pò pretenzioso, non c'è dubbio.
Nondimeno, si tratta proprio di questo: un esercizio in scrittura creativa.

Non che io pretenda di essere un esperto nel campo, eh. Diciamo che sono un semplice fan. Ed è proprio con questo atteggiamento, quello dell'appassionato con buona volontà, dell'hobbista che non ha pretese professionali, che voglio dare inizio a questo piccolo esperimento.

Quando ne avrò voglia, posterò qui sul blog frammenti di un racconto. Pian pianino, un pezzo per volta, senza nessuna programmazione. Non conoscerò quasi nessun dettaglio della storia prima di iniziare a scriverla, e lascerò che si sviluppi naturalmente, così, nella totale anarchia. Come quando, da bambino, scrivevo (con tanta fantasia!) e disegnavo (decisamente male) fumetti per diletto, senza mai sapere cosa sarebbe successo nella pagina seguente.

Se qualcuno leggerà e sarà interessato, e vorrà magari commentare, mi farà ovviamente piacere. La cosa più importante, per me, resta comunque il divertimento e la curiosità di vedere cosa ne verrà fuori.

Non ho ancora una schedule ben precisa in mente, e non so quando posterò il primo frammento. Comunque, lo riconoscerete dall'etichetta, che farà da titolo alla storia:


2713


Che di per sé non dice molto, lo so... Ma se dicesse troppo, come farebbe la storia a svilupparsi in maniera totalmente spontanea? ;-)


martedì 2 ottobre 2007

Lost Planet

La Capcom è una software house che ha dato il meglio di sé durante l'era dei picchiaduro 2-D, di cui è stata indiscussa maestra grazie a Street Fighter e derivati; recentemente, è rimasta sulla cresta dell'onda soprattutto grazie al clamoroso successo di Resident Evil, un franchise capace di inventare un vero e proprio genere, il survival horror, con decine e decine di epigoni più o meno riusciti.
A latere di RE, la casa giapponese ha prodotto altre serie, di minore successo ma comunque molto apprezzate dai giocatori come Onimusha e soprattutto Devil May Cry. E proprio quest'ultima serie presenta, più di ogni altra, tutti i "marchi di fabbrica" della Capcom del 2000: azione forsennata; personaggi dallo spessore psicologico di un tavolino, ma tamarrissimi, visivamente supercool e quindi adorati senza riserve dal pubblico adolescente (anche femminile!); un vasto campionario di mostri da affrontare, tra cui tanti coriacei boss di fine livello (una vera fissazione), spesso di dimensioni ciclopiche; e soprattutto una buona dose di ironia, che rende certi eccessi più simpatici che patetici.

Uno degli ultimi figli di questo filone è LOST PLANET, uno sparattutto in terza persona per Xbox 360 (arrivato molto recentemente anche su PC, anche se con requisiti di sistema abbastanza tosti) in cui si alternano combattimenti "a piedi" e altri a bordo di enormi mech conosciuti come VS (Vital Suit, perché dopo Gundam chiamarli "robot" è tremendamente fuori moda).



Il gioco è rimasto nel mio mobiletto-TV per molti mesi, praticamente intonso. In questi giorni, ho finalmente trovato un pò di voglia e un pò di tempo per giocarci, e devo dire che è davvero divertente. E' una tamarrata nel più classico stile Capcom, uno di quei giochi dove bisogna semplicemente sparare a tutto quello che si muove con armi e mosse strafighe, ma che almeno graficamente è davvero un titolo di nuova generazione. La bellezza delle città distrutte sepolte dalla neve di alcuni livelli è da mozzare il fiato; il mecha-design è sorprendentemente realistico senza rinunciare a essere "stiloso"; i mostri sono realizzati veramente bene, e ottimamente animati. A essere sinceri, quello animato peggio forse è proprio il personaggio controllato dal giocatore, che volendo guardare il pelo nell'uovo forse corre in maniera un pò strana e a volte è un pò pupazzoso... Ma è anche vero che l'occhio, a causa dell'azione forsennata di cui sopra, cadrà sempre sulle parti "utili" dello schermo piuttosto che sul modello del protagonista, quindi è una scelta comprensibile quella di dedicare più attenzione al mondo circostante.
Il gameplay è semplice, intuitivo e cionostante lascia una certa libertà di scelta al giocatore, ma soprattutto non è frustrante come quello di Devil May Cry, che a tratti faceva venire voglia di gettare il joypad dalla finestra. Lost Planet è molto meglio calibrato; il livello facile è effettivamente facile e quello difficile, beh... Detto in due parole è un gran casino! La lunghezza più limitata delle missioni e l'elevato numero di checkpoint ne fa un prodotto dal design molto più azzeccato di altre produzioni Capcom del recente passato.

E poi siamo sinceri, cosa c'è di più figo che sparare a un gigantesco mostro spaziale dall'abitacolo di un mech di cui - grazie al sapiente uso del sonoro e della vibrazione del controller - si riesce quasi ad avvertire il peso?
Beh, qualcosa sicuramente c'è, ma ben poco! Per non parlare dell'eccellente multiplayer.

In definitiva, un ottimo lavoro davvero. Non ha la profondità strategica di un Gears of War, nè la storia intrigante di un Halo, ma è un gioco che garantisce comunque tante ore di svago proprio grazie alla sua immediatezza. E soprattutto, ha i robottoni giapponesi senza essere cervellotico come un Armored Core (un gioco che adoro, sia chiaro! Ma taaaaanto più complicato).

Ah, della storia c'è poco da dire, non è niente di che, è una banalità che serve giusto come scusa per tenere insieme i pezzi. Ma le cut-scenes che la portano avanti tra una missione e l'altra sono semplicemente spettacolari! Una in particolare mi ha lasciato a bocca aperta, ed è questa qui (God bless youtube):



Una di quelle scene che non ti viene voglia di saltare neanche quando decidi di rigiocare la missione per migliorare il tuo record. Anche perché arriva dopo una boss fight veramente tosta, per la quale è bello ricevere un "reward" di qualità.

Good job, Capcom!

domenica 23 settembre 2007

Il piacere della scoperta

Ci sono persone che, una volta scoperta una cosa che gli piace, ne vogliono ancora e ancora e ancora, e poco importa quanto il tutto possa diventare, dopo un pò, ripetitivo; la ripetitività dà sicurezza, ed è una cosa di cui, probabilmente, in una forma o nell'altra abbiamo tutti bisogno.
Ecco dunque che c'è chi si innamora di un singolo gruppo o di un singolo scrittore e non vuole ascoltare o leggere altro, anche quando arriva il decimo disco di fila identico ai precedenti, o il decimo libro con gli stessi personaggi (cambiano solo i nomi, e a volte nemmeno quelli), anche quando la ripetitività diventa esasperante. Le rare volte che questi "monomaniaci" si concedono delle uscite dal seminato è disolito per ascoltare qualche gruppo-clone del loro preferito, o per leggere un romanzo dello stesso identico genere. Allo stesso modo, c'è chi, senza arrivare alla maniacalità dell'ascoltatore mono-gruppo, apprezza solo un particolare sottogenere e non pensa nemmeno di prendere in considerazione altro.

Ora, è evidente che (quasi) tutti noi abbiamo tempo e fondi limitati e quindi, a seconda di quelle che sono le nostre passioni, dobbiamo necessariamente fare delle scelte: coltivarne di più alcune e lasciare le altre ad un livello superficiale, accontentandoci di quello che già conosciamo e apprezziamo, senza andare più in profondità. Più che una scelta una necessità, o comunque un'ineluttabilità (credo di aver appena sostantivato in maniera un pò azzardata, ma come dicono gli inglesi: bear with me). E quando lo facciamo, purtroppo, perdiamo uno dei più grandi piaceri della fruizione dell'arte (alta o bassa che sia, ammesso che queste distinzioni abbiano senso): il piacere della scoperta.

Scoprire nuovi artisti, andare alla ricerca delle loro opere, delle informazioni su chi erano (o chi sono), cosa hanno fatto; conoscere nuovi generi e stili, che magari non avresti mai pensato potessero catturarti; soprattutto, perdersi nell'emozione di qualcosa di diverso da quello a cui eri abituato, entrando in un nuovo mondo. Tutto questo è per me fonte di grandi soddisfazioni, tanto che, lo ammetto, non riesco a capire chi vi rinuncia a priori. Fosse per me, non mi fermerei mai.

Ma veniamo al punto.
La mia più recente scoperta, in campo musicale, sono stati i Pogues.
Ho sempre subito il fascino della musica irlandese, pur senza esserne un esperto. Le sonorità celtiche, che peraltro fanno parte della tradizione folk della mia terra, la Lombardia, le ho sempre apprezzate, soprattutto, lo ammetto, quando congiunte con il metal, come nei lavori dei miei amati Thin Lizzy o degli ottimi Skyclad. Però, per via delle scelte obbligate di cui parlavamo sopra, non ero mai riuscito ad approfondire di più l'argomento. Recentemente, mi sono detto che era ora di cominciare a documentarsi un pò, e sono quindi venuto in contatto con la musica di Shane McGowan e soci. E' stato amore a primo ascolto. La poesia ubriaca dei fumosi pub di Dublino e delle verdi pianure irlandesi, così splendidamente rappresentata dai Pogues, si può amare od odiare, difficilmente lascia indifferenti. Quando poi a cantarla è un uomo che evidentemente la vive, che non si concede nessun vezzo d'immagine con i suoi denti storti e le orecchie a sventola, insomma, uno che è spietatamente sincero fino al punto di fare, ogni tanto, anche dei concerti di merda causa tasso alcolico elevatissimo... Beh, l'effetto è moltiplicato, come sempre accade quando non c'è scollatura tra un artista e i suoi personaggi.
Ho appena cominciato a entrare nel loro mondo; non posso ancora dirmi un esperto, nè un conoscitore. Ma il cofanetto con 3 album che mi sono procurato è lì, tutto da esplorare. E niente mi piace di più che andare verso una nuova frontiera. Ormai dovrebbe essere chiaro, no?

venerdì 21 settembre 2007

Towards a New Frontier

Ho già parlato di DC: The New Frontier in un vecchio post su Earth-D. Chi mi conosce almeno un pochino sa quanto ami l'opera di Darwyn Cooke, che è uno dei miei fumetti preferiti in assoluto: sicuramente quello che ho amato di più nel recente passato, tanto per la storia quanto per i disegni.
E' quindi con un misto di apprensione e euforia che aspetto l'uscita in DVD del film animato ispirato alla miniserie, in produzione negli studios della Warner Bros in questi mesi.
A onor del vero, devo dire che in me prevale nettamente l'ottimismo.
I cartoni animati della Warner ispirati agli eroi DC sono quasi tutti (con l'unica eccezione dell'ultimissima versione di Batman, "The Batman", piuttosto sciapa e infantile) dei piccoli capolavori. Intrattenimento puro ad altissimo livello, con due giganti come Bruce Timm e Paul Dini a fare da guida rispettivamente su come si disegnano e come si scrivono i supereroi DC in versione animata. Qualunque DC fan abbia visto Justice League Unlimited non può non averlo amato... E non può non essersi rammaricato almeno un pò di quanto poco quel tipo di storie siano oggi presenti, nelle collane a fumetti di quei personaggi. Inoltre, Darwyn Cooke stesso è stato parte dello staff creativo di questi cartoni - come si può notare dal suo stile di disegno, che ha in sè alcune caratteristiche tipicamente "Timmiane" - e sta lavorando in prima persona anche al lungometraggio tratto dalla sua opera. Insomma, gli elementi per essere fiduciosi c'erano sin dall'inizio.
Una fiducia che è stata ulteriormente alimentata da...

Questa preview!



Inutile dire che piacere mi abbia dato vedere lo stile di disegno di Cooke così mirabilmente rispettato, e verificare in prima persona che quantomeno alcune delle mie scene preferite del fumetto sono presenti anche nel film.
Semplicemente... Non vedo l'ora.

Tra questo e Mass Effect, sarà un finale d'anno coi botti!

mercoledì 19 settembre 2007

Bentornato Wally


Oggi ho finalmente letto The Flash # 231. Con questo numero, la DC Comics ha ripreso la pubblicazione della serie post-crisis del velocista, quella con Wally West protagonista, da dove si era interrotta nel periodo di Infinite Crisis (almeno come numerazione, visto che nel frattempo è passato parecchio tempo non solo nel mondo reale ma anche in quello del fumetto).
Il flop della serie con protagonista Bart Allen nei panni del nuovo velocista scarlatto ha costretto l'editore ad una repentina marcia indietro che ha riportato il Flash più amato dall'attuale generazione di lettori al centro della scena, condotto per mano dallo scrittore che più di ogni altro aveva saputo valorizzarlo nel suo lunghissimo ciclo: Mark Waid.
Ora, il Flash della prima run di Waid è uno dei fumetti che amo di più, e Wally West è indubbiamente il mio personaggio preferito nel mondo delle nuvole parlanti. Potete capire, quindi, come questo numero rappresentasse, per me, un evento molto atteso e speciale; Wally che torna ad essere Flash dopo una lunga assenza, scritto da Waid, disegnato da un talento emergente come Daniel Acuna, con il bonus della ripresa della vecchia numerazione, che in questi tempi di continue finte ripartenze da uno sa tanto di casa...

Il legame tra un appassionato di comics e il suo personaggio del cuore è difficile da spiegare; la serialità infinita dei fumetti americani fa sì che i personaggi possano crescere con noi, accompagnandoci mese dopo mese nella nostra vita, diventando sempre più come degli "amici immaginari" che rievocano ricordi, sensazioni, emozioni... Un misto di nostalgia, escapismo e sense of wonder che fa della routine mensile dell'albetto una piacevole costante in un mondo che di costanti ce ne regala poche, troppo poche. Non so se chi leggerà queste parole potrà comprendere appieno quello che sto scrivendo; sicuramente altri appassionati di fumetti sì, chi non ha questa passione probabilmente no. Ma resta il fatto che il ritorno di Wally, per me, rappresenta il ritorno di uno dei piccoli piaceri della vita, di una delle mie costanti che era purtroppo venuta a mancare.

Questo ovviamente mi ha dato un brivido, quando stavo per accingermi alla lettura, perché se l'albo fosse stato brutto, beh, la delusione sarebbe stata doppia. Ma per fortuna, Flash 231 è un bell'albo. Non ho dovuto aggrapparmi all'irrazionale contentezza di rivedere il "mio" Flash - che non necessita di solide basi, proprio perché irrazionale - per potermi godere la storia. Flash 231 è un fumetto divertente, fresco, che porta avanti la tradizione della collana ma al tempo stesso ha spunti inediti, orientati al futuro. Waid ultimamente aveva fatto parecchi passi falsi, ma quando si tratta di Flash, quando si tratta poi del Wally/Flash, beh... Per lui suppongo sia un pò come andare in bicicletta: non si disimpara mai.

Il nuovo status quo della serie, che grazie ai figli di Wally è diventata quasi un Flash meets The Incredibles, sembra funzionare alla grande; dà nuova linfa alla collana senza snaturarla, è una fonte di spunti che non si può esaurire tanto facilmente ed è anche piuttosto singolare nel panorama odierno dei fumetti USA. Acuna, come sempre, sopperisce alle mancanze del suo tratto (comunque discreto) con una colorazione favolosa che rende la lettura ancora più piacevole, e che rappresenta benissimo l'effetto della velocità (che, mi pare ovvio, è la cosa più importante in un fumetto di Flash).

Insomma, un "esordio" - se così si può definire un numero 231 - veramente positivo. Più di una volta, leggendolo, ho sorriso di cuore, e chi conosce i comics della DC di oggi sa quanto (purtroppo) sia una cosa rara.

Bentornato Wally. Ci sei mancato.

lunedì 17 settembre 2007

Back in black

Ok, e con questo mi sono fregato uno dei titoli più scontati per un post. Ma essendo così scontato, la cosa non mi turba particolarmente.

Sono tornato a Milano. Ho passato una splendida settimana, rilassante il giusto, divertente quanto basta. Ho avuto l'ennesima serie di conferme che io e la mia dolce metà siamo fatti l'uno per l'altra, e che il nostro futuro insieme continua a sorriderci. E' bello essere così innamorati, e soprattutto è bello rendersi conto di avere accanto una persona veramente unica e speciale.

Comunque, sta di fatto che sono di nuovo in città e ancora in ferie per un'intera settimana. Il che significa, se Dio vuole (e se l'ispirazione mi assiste), anche qualche post in più su DS9.

Baaaaack
Baaaaack
Back in black

Yes I'm back in black!

lunedì 10 settembre 2007

Tempo di ferie



Finalmente è tempo di ferie anche per me!

Mi stavo quasi abituando all'idea di avere una routine lavorativa impossibile da alterare, quand'ecco irrompere le mie due settimane di vacanza.
Non faccio due settimane di fila da marzo 2006: era decisamente ora che mi prendessi una vera pausa!

E domani, finalmente, si torna a Laigueglia, al mare che tanto amo ma così raramente visito. Sarà bello rivedere luoghi che fanno parte della mia vita sin dall'infanzia, poter stare un pò insieme alla persona più importante del mio piccolo mondo, e soprattutto potermi rilassare, dedicando un pò di tempo a me stesso e a lei. Non ho ancora deciso cosa portarmi da leggere, e non sarà facile (anche se quantomeno l'Omnibus della Hitchiker's Guide to the Galaxy, versione in lingua originale, è come fosse già in valigia). Ma è una difficoltà che si affronta volentieri.

Ci si rilegge alla fine della settimana. Stay Metal!

domenica 9 settembre 2007

Magari

La legge di iniziativa popolare promossa da Beppe Grillo prevede tre semplici punti:

1. NO AI PARLAMENTARI CONDANNATI
No ai 25 parlamentari condannati in Parlamento - Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale

2. DUE LEGISLATURE
No ai parlamentari di professione da venti e trent'anni in Parlamento - Nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente

3. ELEZIONE DIRETTA
No ai parlamentari scelti dai segretari di partito - I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta


Richieste "assurde e populiste", come i politici italiani vorrebbero farci credere... O semplice buon senso?

Io voto per la seconda.

E se c'è qualcuno che si deve vergognare, caro Casini, quello sei tu, e tutti i tuoi compari senza scrupoli nè dignità.

Forza Beppe.

giovedì 6 settembre 2007

To boldly go where no man has gone before

Ecco il principale motivo per cui ho comprato una Xbox 360:



Penso di non aver mai aspettato con tanta ansia un videogioco... Prevedo che sarà una costante delle mie vacanze di Natale. Tanto di cappello a Bioware.

Ora, il mio unico dubbio è se giocarlo in italiano o procurarmi una versione UK... Per il momento, sono indirizzato verso la seconda opzione (per la serie "sputa nel piatto in cui mangia!"), comunque vedremo.

Engage!

mercoledì 29 agosto 2007

Inferno e Paradiso

Ci sono dischi che riascolti dopo anni e ti lasciano freddo; altri che ti riportano indietro nel tempo, e ti ricordano giorni più felici o più tristi, in quell'effetto tra il deja vu e la nostalgia che la musica - almeno al sottoscritto - sa dare più di qualsiasi altra cosa; e poi, ci sono quelli che ti danno la stessa scarica elettrica, lo stesso coinvolgimento, lo stesso piacere della prima volta.

Recentemente, mi è capitato di riascoltare dopo molto tempo The Marriage of Heaven and Hell Part II dei Virgin Steele e devo dire che rientra appieno nell'ultima categoria. Pezzi come Crown of Glory, Victory Is Mine, Emalaith e A Symphony of Steel riescono ancora a esaltarmi e farmi cantare a squarciagola in macchina, e allo stesso tempo a stimolare riflessioni e analisi del compositore che è in me (che è la parte più importante, per me, del mio essere musicista). Una dote rarissima, quella di essere allo stesso tempo "Entertaining" e "Clever", ma che appartiene in pieno a David DeFeis e Ed Pursino.

E proprio riascoltando l'album, che è stato uno di quelli che più ho amato nel periodo in cui mi stavo "formando" e cominciavo a prendere la musica seriamente, mi sono reso conto di quale profonda influenza i Virgin Steele abbiano avuto sul mio songwriting. Quel gusto per il metallo epico, magniloquente ma temperato da un'anima rock che aiuta a mantere una certa "misura", senza sfociare nelle esagerazioni barocco/pacchiane di tanti altri gruppi epic; quel riffing essenziale, ma trascinante; quella forma canzone che incanala anche i passaggi più sperimentali in un unicum mai autocelebrativo e noioso... Tutte qualità che ho sempre cercato di dare ad ogni mio brano (se poi ci sia riuscito o meno, non sta a me giudicarlo).

In particolare, lo stile chitarristico di Ed Pursino, risentendolo oggi, mi rendo conto di come non sia molto dissimile dal mio; uno stile piuttosto essenziale, poco propenso a svolazzi, barocchismi e scale diminuite, più aggressivo e figlio del rock/blues dei seventies.

Tutte riflessioni che solo il tempo ti permette di comprendere appieno.



C'è un altro gruppo che ha delle caratteristiche simili, perché è probabilmente alla base della musica dei Virgin Steele, in una sorta di catena che da influenza a influenza si dipana negli ultimi vent'anni dai mostri sacri a un piccolo gruppo come il mio: i Black Sabbath dell'epoca di Ronnie James Dio, il cui album più famoso si intitola - guarda caso - Heaven and Hell. Un titolo che peraltro Toni Iommi, Geezer Butler, Vinnie Appice e Ronnie James Dio stanno usando anche come nome del gruppo, ora che si sono rimessi insieme per qualche nuovo pezzo e un tour mondiale, non potendo più usare Black Sabbath a causa della reunion di qualche anno fa con Ozzy Osbourne. L'elenco che ho fatto prima, di ciò che amo nella musica dei Virgin Steele, si può tranquillamente estendere anche agli Heaven and Hell (chiamiamoli così anche noi, per amor di chiarezza), anzi, si può dire che quelle cose le abbiano, almeno in parte, inventate loro.

E così come Ed Pursino, anche Toni Iommi è sicuramente tra i miei chitarristi preferiti (non per niente sono entrambi Gibsoniani convinti come il sottoscritto), e tra quelli che sento più affini stilisticamente: un'influenza diretta che sono ben felice di aver "subito". Su Ronnie James Dio, è anche inutile che mi esprima: chi mi conosce, sa quanto adoro qualsiasi album su cui il folletto mette la voce, e quanto lo consideri il mio "padre spiritual/musicale". Per me, resta sempre il numero 1. Leggere il sottotitolo del blog per credere.

Già che ci sono, ne approfitto per chiudere il post con un "consiglio per gli acquisti". E' uscito il box contenente un Live tratto dall'ultimo tour. "Heaven and Hell - Live from Radio City Music Hall": due CD, un DVD e varie cazzate, ma di quelle simpatiche (tipo le foto degli arzilli sessantenni della band e un pass "all access" dello show immortalato nel box). Soprattutto, uno splendido ricordo per chi ha assistito al tour della band (io c'ero: sono persino andato al Gods of Metal dopo anni di embargo per poterli vedere), e una testimonianza di quanto i vecchietti siano ancora in grandissima forma, capaci di spazzare via la concorrenza con una facilità imbarazzante, grazie al carisma e a delle canzoni che definire grandissime sarebbe un understatement.



"The world is full of kings and queens
Who blind your eyes and steal your dreams
It's heaven and hell"

venerdì 24 agosto 2007

Welcome Home

E rieccoci qua...

Grazie alla famigerata incompetenza di Microsoft, sono stato costretto a cambiare account di MSN e, di conseguenza, Blog.
Earth D è morto; lunga vita a Earth D. Benvenuti a Deep Sound 9.

Così come il precedente, anche questo blog non ha un senso, nè uno scopo, al di fuori dell'essere il mio personale diario pubblico, un posto dove scrivere qualche pensiero, qualche idea, qualche aneddoto. Che poi chi lo leggerà lo trovi interessante, beh, è una speranza, ma sinceramente... Non un obiettivo. Non voglio essere il blogger del mese e raccogliere inserzioni pubblicitarie, non voglio vendere i miei album, non voglio un giorno pubblicare un libro con i miei pensieri.

Voglio solo rispondere ad una personalissima esigenza di comunicazione, con me stesso in primo luogo, e con chi avrà voglia di sorbirsi i miei deliri in secondo. Una specie.

Deep Sound 9 non è un club esclusivo, non è un canale televisivo fighetto e non è un sordido night club. E' una strana casa.


Welcome home - it's been too long, we've missed you
Welcome home - we've opened up the gates
Welcome home - to your brothers and sisters
Welcome home - to an accident of birth