mercoledì 19 settembre 2007

Bentornato Wally


Oggi ho finalmente letto The Flash # 231. Con questo numero, la DC Comics ha ripreso la pubblicazione della serie post-crisis del velocista, quella con Wally West protagonista, da dove si era interrotta nel periodo di Infinite Crisis (almeno come numerazione, visto che nel frattempo è passato parecchio tempo non solo nel mondo reale ma anche in quello del fumetto).
Il flop della serie con protagonista Bart Allen nei panni del nuovo velocista scarlatto ha costretto l'editore ad una repentina marcia indietro che ha riportato il Flash più amato dall'attuale generazione di lettori al centro della scena, condotto per mano dallo scrittore che più di ogni altro aveva saputo valorizzarlo nel suo lunghissimo ciclo: Mark Waid.
Ora, il Flash della prima run di Waid è uno dei fumetti che amo di più, e Wally West è indubbiamente il mio personaggio preferito nel mondo delle nuvole parlanti. Potete capire, quindi, come questo numero rappresentasse, per me, un evento molto atteso e speciale; Wally che torna ad essere Flash dopo una lunga assenza, scritto da Waid, disegnato da un talento emergente come Daniel Acuna, con il bonus della ripresa della vecchia numerazione, che in questi tempi di continue finte ripartenze da uno sa tanto di casa...

Il legame tra un appassionato di comics e il suo personaggio del cuore è difficile da spiegare; la serialità infinita dei fumetti americani fa sì che i personaggi possano crescere con noi, accompagnandoci mese dopo mese nella nostra vita, diventando sempre più come degli "amici immaginari" che rievocano ricordi, sensazioni, emozioni... Un misto di nostalgia, escapismo e sense of wonder che fa della routine mensile dell'albetto una piacevole costante in un mondo che di costanti ce ne regala poche, troppo poche. Non so se chi leggerà queste parole potrà comprendere appieno quello che sto scrivendo; sicuramente altri appassionati di fumetti sì, chi non ha questa passione probabilmente no. Ma resta il fatto che il ritorno di Wally, per me, rappresenta il ritorno di uno dei piccoli piaceri della vita, di una delle mie costanti che era purtroppo venuta a mancare.

Questo ovviamente mi ha dato un brivido, quando stavo per accingermi alla lettura, perché se l'albo fosse stato brutto, beh, la delusione sarebbe stata doppia. Ma per fortuna, Flash 231 è un bell'albo. Non ho dovuto aggrapparmi all'irrazionale contentezza di rivedere il "mio" Flash - che non necessita di solide basi, proprio perché irrazionale - per potermi godere la storia. Flash 231 è un fumetto divertente, fresco, che porta avanti la tradizione della collana ma al tempo stesso ha spunti inediti, orientati al futuro. Waid ultimamente aveva fatto parecchi passi falsi, ma quando si tratta di Flash, quando si tratta poi del Wally/Flash, beh... Per lui suppongo sia un pò come andare in bicicletta: non si disimpara mai.

Il nuovo status quo della serie, che grazie ai figli di Wally è diventata quasi un Flash meets The Incredibles, sembra funzionare alla grande; dà nuova linfa alla collana senza snaturarla, è una fonte di spunti che non si può esaurire tanto facilmente ed è anche piuttosto singolare nel panorama odierno dei fumetti USA. Acuna, come sempre, sopperisce alle mancanze del suo tratto (comunque discreto) con una colorazione favolosa che rende la lettura ancora più piacevole, e che rappresenta benissimo l'effetto della velocità (che, mi pare ovvio, è la cosa più importante in un fumetto di Flash).

Insomma, un "esordio" - se così si può definire un numero 231 - veramente positivo. Più di una volta, leggendolo, ho sorriso di cuore, e chi conosce i comics della DC di oggi sa quanto (purtroppo) sia una cosa rara.

Bentornato Wally. Ci sei mancato.

1 commento:

Mr. Kayak ha detto...

sì, l'albo non è dispiaciuto nemmeno a me!
comunque, te credo che flash è in salita rispetto ai recenti flop di waid. qui i protagonisti sono più in linea con l'attuale mentalità dello sceneggiatore, sono dei genitori adulti.
il punto di vista di chi scrive è importante. come diceva eisner, si scrive (quasi sempre) per persone simili a noi. è chiaro che un ultra-quarantenne non possa immedesimarsi in modo credibile in un gruppo di adolescenti (legion). ma in un papà...!