giovedì 24 dicembre 2009

Best of 2009

Bene, visto che ho qualche minuto libero, ecco il mio bilancio dell'intrattenimento di quell'annataccia del 2009!

Best album - È uscito da mesi, e ancora non ho avuto il tempo di dedicargli un post come avrei voluto... Vabbè, prima o poi...! Comunque, il mio voto va all'imprescindibile The Devil You Know degli Heaven and Hell (ma potete anche chiamarli Black Sabbath: non si offenderanno). Il grande ritorno della line-up composta da Tony Iommi, Geezer Butler, Ronnie James Dio e Vinnie Appice, primo album completo di inediti dopo 17 anni, era atteso in maniera spasmodica dalla maggior parte degli amanti dell'heavy metal, me compreso, e non ha deluso le aspettative. Da Atom And Evil a Breaking Into Heaven, non c'è un brano che non sia illuminato dai riff di Tony Iommi e dalla voce di Ronnie James Dio, splendidamente coadiuvati da Geezer e Vinnie, sezione ritmica sempre fantasiosa e potente. Ha veramente dell'incredibile pensare che abbiano abbondamente superato i sessanta e siano cionostante ancora in grado di creare musica di questo livello, nonostante le decine di album alle spalle. Non ci sono altri gruppi invecchiati così bene nel metal (e probabilmente non solo in quello). Da brividi!


Menzione d'onore per un altro vecchietto terribile, l'inossidabile Udo, capace di sfornare con la sua band un disco come Dominator, che lo riporta su livelli davvero molto vicini a quelli dei capolavori partoriti con gli Accept. Mitico!

Best book - Quest'anno voglio citare qualcosa di diverso dal solito... non un romanzo, ma un "saggio divulgativo". Si intitola I 100 più grandi chitarristi metal ed è scritto dal giornalista inglese Joel McIver, grande appassionato di chitarra metal. Al di là della "classifica" da lui proposta, che si può condividere o meno ma che sicuramente ha delle basi solide e non campate in aria, a conquistare di questo libro è soprattutto il modo in cui coniuga uno stile divulgativo e avvincente con tante informazioni e nozioni sul mondo della chitarra metal e dei suoi interpreti. Per tutti coloro che sono interessati all'argomento, una lettura consigliatissima, capace di essere egualmente interessante per l'esperto e per il neofita.


Best comic book - Avevo sperato, ahimè, di poter inserire in questa classifica The Flash: Rebirth, il rilancio del franchise da me più amato, ma la miniserie di Geoff Johns e Ethan Van Sciver ha parzialmente deluso le mie aspettative. La "rinascita" di Green Lantern, da loro orchestrata qualche anno fa, era di ben altro spessore e stavolta il fulmine (ironicamente, visto che parliamo di Flash) non ha colpito due volte nello stesso punto.
Eliminato questo dinamico duo di autori dall'equazione, non mi resta che votare per la prima parte dello splendido Daredevil di Ed Brubaker e Michael Lark, ristampata nel corso dell'anno dalla Marvel nello splendido formato Omnibus. Davvero un grandissimo fumetto, intenso da far male, con una tale tensione da mozzare il fiato. Devil è un personaggio che ha avuto grandissimi autori nella sua storia e già solo per questo è una sfida per chiunque... Ma il team di quell'altro capolavoro chiamato Gotham Central non si fa certo intimidire e confeziona l'ennesimo successo. Complimenti.


Da segnalare anche:

  • l'esperimento Wednesday Comics in casa DC, davvero riuscito: un settimanale di grande formato, con fumetti costruiti sullo stile delle vecchie tavole domenicali dei quotidiani e soprattutto scritti e disegnati da autori strepitosi, e
  • la graphic novel Parker, The Hunter di Darwyn Cooke, che si conferma come uno dei più grandi fumettisti americani del momento.
Best movie - Quest'anno ho avuto modo di vedere sicuramente più film dell'anno scorso, anche se come al solito me ne sono persi alcuni che spero, prima o poi, di poter recuperare. Detto questo, il mio voto va allo Sherlock Holmes di Guy Ritchie, con Robert Downey Jr. e Jude Law. Un film divertentissimo, pieno di ritmo, ben diretto e recitato alla grande da un ottimo cast. Tra l'altro, da fan sfegatato del personaggio e dei suoi racconti e romanzi a firma Arthur Conan Doyle, devo far notare che si tratta di un Holmes molto più fedele a quello originale di quanto non sembri a prima vista. Se infatti avete in mente solo le precedenti versioni cinematografiche o televisive dell'investigatore più famoso di sempre, potreste non sapere che Doyle ce lo ha descritto anche come uomo d'azione, pugile espertissimo e grande contorsionista. Aspetti che certo non erano centrali nei suoi racconti come lo sono in questo film, ma che nondimeno esistevano, anche solo come accenni. In definitiva, un'ottima versione moderna del personaggio. Aspettiamo con piacere gli inevitabili sequel.


Menzione d'onore per il nuovo Star Trek di J. J. Abrams. Un altro film che si è posto l'obiettivo di rilanciare personaggi facenti parte dell'immaginario collettivo, ma un po' appannati dal passare degli anni, riuscendoci pienamente. Un ottimo film d'azione e un'ottima reinterpretazione della serie classica, forse non proprio "trek" fino al midollo (ci sono elementi qua e là davanti ai quali i puristi della saga come il sottoscritto non possono trattenere una smorfia e questo va ammesso) ma abbastanza da permettermi di promuoverlo. Il suo enorme successo, poi, ha dato nuova linfa vitale a tutto il franchise, il che è sicuramente un bene per tutti i fan della saga di Gene Roddenberry.

Best videogame - Continua il momento d'oro, dal punto di vista della qualità, dell'industria dei games. Anche quest'anno sono usciti diversi titoli che avrebbero meritato la medaglia di "gioco dell'anno" e sceglierne solo uno è veramente impresa ardua. La mia "rosa" di candidati, che oltretutto esclude già di per sé (per meri gusti personali) serie meritevolissime come Call of Duty e Assassin's Creed, include almeno tre titoli: Dragon Age: Origins, Batman: Arkham Asylum e FIFA 10. Tutti e tre hanno pieno titolo per essere considerati degni della medaglia di gioco dell'anno, per motivi diversi. Dragon Age è l'ennesimo impressionante RPG di BioWare, contenente ore e ore di gioco, gameplay "classico" ma ultrarifinito, personaggi meravigliosamente caratterizzati e una storia coinvolgente. Il tutto in un'ambientazione fantasy che si sforza di distinguersi almeno un po' dai canoni tolkieniani assorbendo parte di quell'approccio molto crudo e realistico che ha fatto la fortuna di saghe come le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di Martin. Un merito non da poco in un genere dove, troppo spesso, tutte le storie si assomigliano. Arkham Asylum è il miglior gioco su licenza mai prodotto: un action game di qualità impressionante in tutti i comparti (gameplay, grafica, sonoro, narrazione e via discorrendo) che è realmente capace di farti sentire come Batman, perché realizzato da designer che hanno capito fino in fondo cosa rende davvero speciale l'uomo pipistrello e si sono appoggiati a tutte le sue molteplici interpretazioni, non solo quelle cinematografiche o televisive come spesso è accaduto. Infine, FIFA 10. Un gioco che non solo porta a un livello superiore la già ottima versione dell'anno passato ma, in definitiva, ridefinisce completamente i giochi sportivi, in particolare quelli calcistici. E proprio il titolo EA Sports si guadagna il mio primo posto di quest'anno. Perché è veramente la simulazione calcistica più spettacolare e accurata mai prodotta finora e perché, a differenza degli altri due splendidi giochi citati, ha portato una vera, indiscutibile innovazione nel proprio genere.



Dopo FIFA 10, ogni gioco di calcio che non voglia sembrare anacronistico dovrà cambiare pelle... compreso PES, che vive di rendita da qualche anno di troppo, campando su una credibilità costruita su PS2 a cui il 2009 ha dato la spallata definitiva, mettendo a nudo l'incapacità di Konami di rinnovarsi e guardare al futuro. Il simbolo più alto della rivoluzione portata dal nuovo FIFA è sicuramente il dribbling a 360°, la più importante di tutte le novità introdotte dalla serie, che libera i giocatori dai binari delle 8 possibili direzioni e fa finalmente entrare il calcio virtuale nel nuovo millennio. Complimenti a EA. E se lo dico io, vista la mia storia personale con la casa americana di questo 2009, potete fidarvi.

Bene, anche quest'anno è andata. Mi sono dilungato fin troppo, ma stasera mi sentivo grafomane, una volta tanto. E buon 2010 a tutti!

domenica 20 dicembre 2009

Time to kill another dragon

Esco dal silenzio recente del blog, che per motivi di tempo non riesco più a seguire quanto vorrei, per un messaggio che davvero non posso non dare.

Vorrei fare i miei migliori auguri di pronta guarigione a Ronnie James Dio. A Ronnie è stato diagnosticato un cancro allo stomaco, che all'età di 67 anni, come si può bene immaginare, non è certo una passeggiata.

Ronnie per me è una figura a dir poco fondamentale. È in assoluto il mio artista preferito; la sua voce e le sue canzoni sono parte della mia vita, mi accompagnano sin dalla prima volta che lo ascoltai cantare su "Dehumanizer". È la mia più grande influenza come compositore e il più grande mito e punto di riferimento per la mia storia di musicista. E non solo: è un modello anche come persona, per la sua correttezza, professionalità, gentilezza e umiltà, che ho avuto modo di constatare anche quando ho avuto la fortuna di incontrarlo di persona. Conservo gelosamente la mia copia autografata di "Magica" e ho incorniciato la mia foto con lui, cosa che non ho fatto per nessuno degli altri grandi musicisti che ho avuto la fortuna di incontrare, perché Ronnie, per me, è semplicemente il numero 1.

Forza Ronnie. C'è un altro drago da uccidere. Il più infame e pericoloso di tutti. Ma la tua forza d'animo è così grande che, se c'è qualcuno che può combatterlo ad armi pari, beh, quello sei tu.

In bocca al lupo.

Con immensa ammirazione e affetto,

Dario

martedì 27 ottobre 2009

Di albe e vichinghi

Finalmente una schiarita nei mari tempestosi dei miei lavori musicali.

Il progetto Crimson Dawn ha ripreso slancio grazie all'ingresso di un batterista in pianta stabile. Il suo nome è Luca Lucchini, e con formazioni come All Soul's Day e Dark Ages ha scritto pagine importanti nella storia dell'underground metallico italiano (anche se lui, probabilmente, si sminuirebbe in un eccesso di modestia). Anche il mio compagno di malefatte Emanuele Rastelli (Crown of Autumn e Magnifiqat) dovrebbe essere della partita, speriamo! Di certo, ora vedo un futuro per il gruppo, un futuro interessante e foriero di possibilità. Staremo a vedere. La direzione sarà più doom di quanto pubblicato finora, senza però accantonare l'anima epic. Insomma, se vi piacciono Black Sabbath/Heaven and Hell e Candlemass dovrebbe essere pane per i vostri denti. Per me, rappresenta finalmente la possibilità di dare sfogo alla mia passione per la musica di Ronnie James Dio e Tony Iommi con un progetto che si avvicina di più a quel tipo di metal rispetto al power dei Drakkar.

Già, i Drakkar. Sono in molti a chiedermi che fine abbia fatto la band che, nel bene e nel male, fa parte della mia vita da ormai quasi 15 anni. La risposta è... beh, nessuna fine, per ora. Abbiamo il quarto album praticamente pronto da più di un anno, il vero problema è trovare un batterista che abbia capacità e voglia di dedicarvisi. Però, negli ultimi giorni qualcosa si è mosso. Non posso dire di più, anche per non tirarmi la sfiga, ma, se le cose vanno come spero, la nave vichinga potrebbe tornare a navigare più in fretta di quanto avrei pensato. Incrociate le dita con me. Anche perché i pezzi in attesa di essere "finalizzati" sono davvero interessanti: sarebbe un peccato accantonarli.

Ho anche altre collaborazioni e idee in ballo. In generale, mi sto riavvicinando alla musica... Non che l'avessi mai mollata, ma le delusioni a volte ti segnano, ti tolgono voglia ed energia. Le vere passioni, però, non muoiono mai: puoi zittirle per un po', forse, ma alla fine tornano sempre a galla. Per fortuna, perché sono parte di quello che siamo: una parte importante e preziosa.

Stay metal.

lunedì 26 ottobre 2009

The Musical Box(es)

Come forse avrete notato, sperando di farvi cosa gradita ho aggiunto i widget delle pagine Facebook di Crimson Dawn e Drakkar. Li trovate sulla destra dello schermo.

Se qualcuno sa come modificare il file di stile in modo che siano uguali alla grafica del blog invece di avere quell'orrendo sfondo bianco, mi faccia un fischio!

Grazie per l'attenzione.

giovedì 22 ottobre 2009

Senza parole


Visto il post precedente, stasera devo solo stare zitto e godere.

Mai tacer mi fu più dolce.

giovedì 1 ottobre 2009

Caporetto



Allo stadio le partite si vedono meglio: si apprezzano i movimenti d'insieme della squadra che in TV non riesci a vedere. Ed essendo andato allo stadio ieri sera, devo dire che in centinaia di partite viste a San Siro MAI, e dico MAI, avevo visto un simile caos tattico. Non è che i giocatori non corressero, anzi. Ma correvano a vuoto, ognuno per conto suo: non c'è lo straccio di uno schema né in attacco né in difesa, tanto che anche una squadra modestissima come lo Zurigo è riuscita a venire a San Siro a portarsi a casa i tre punti. Ma io l'avevo detto in tempi non sospetti, che ci sarebbe stato da rimpiangere Carletto. Anche quando non aveva Kakà, il suo Milan non è mai stato in queste condizioni. Ma è ovvio che un allenatore improvvisato non puoi metterlo su una squadra che ha già così tanti problemi.

Tra le altre cose che non avevo mai visto c'era San Siro mezzo vuoto. E anche questa se la sono voluta con i loro atteggiamenti scriteriati e le loro bugie. San Siro rossonero era pieno anche in serie B, e loro sono riusciti a farlo svuotare: un vero capolavoro. Berlusconi e Galliani stanno riuscendo nell'impresa di mettere insieme tali e tante fregnacce e umiliazioni da farci dimenticare vent'anni di vittorie.

Quest'anno stiamo toccando il punto più basso della storia del Milan dopo la retrocessione per il calcio-scommesse, tra prese in giro, mercato, confusione. Siamo allo sbando come non mi era mai capitato di vedere.

Le voci di corridoio danno un Leonardo che vorrebbe (giustamente) tornare dietro la scrivania, con Costacurta pronto a subentrare. Billy non ha molta più esperienza di Leonardo, ma almeno studia da tecnico da un pò più di 3 mesi. Vedremo, certo ora come ora per risollevarci servono due o tre miracoli: uno non basterebbe.

lunedì 28 settembre 2009

Music off the edge of the world - 002

Dopo un bel pò di tempo, finalmente riesco a trovare il tempo per commentare un paio di album! Ormai non sono più "nuove uscite", ma in fondo chi se ne frega... Come scrivo sempre, questo è il mio spazio personale e non un sito che ambisca a fare informazione o a essere "sul pezzo", perciò...
Ci sarebbe da parlare anche di The Devil You Know, ovviamente, ma voglio dedicargli un post intero ed esclusivo più avanti. Perciò, andiamo a cominciare!

Queensrÿche - American Soldier


La nuova fatica di Geoff Tate e compagni è un altro concept album, stavolta dedicato ai soldati americani, alle loro esperienze, sogni, paure, famiglie. Il lavoro di documentazione svolto dalla band è stato, come sempre, davvero notevole, e ha coinvolto in prima persona moltissimi soldati che hanno fornito le loro testimonianze, storie, opinioni. Il risultato è un disco che dal punto di vista dei testi è davvero interessante e profondo: uno di quei rari casi in cui la lettura del booklet è imprescindibile. Un approccio quasi cantautoriale che ha sempre fatto parte del DNA del gruppo di Seattle, ma che qui emerge chiaramente come mai prima. Dal punto vista musicale, siamo sulla falsariga di Operation: Mindcrime II, con pezzi che viaggiano su ritmi lenti e riflessivi, lunghe parentesi strumentali e sonorità "liquide". Onestamente, il disco precedente mi era parso più ispirato, pur dovendosi confrontare con cotanto predecessore. Questo non è brutto ma va assorbito a piccole dosi: un ascolto di tutto l'album di fila può essere soporifero, e questo è il suo principale difetto. Dopo averli visti al Gods of Metal quest'estate, però, devo aggiungere che i brani di questo disco risultano più convincenti dal vivo: quella è la loro dimensione ideale, grazie alla classe di Tate e compagni come navigati showman.


Candlemass - Death Magic Doom


Il ritorno dei maestri dell'epic doom è di quelli da ricordare: Leif Edling confeziona infatti una serie di canzoni ispiratissime, e le performance di tutti i musicisti unite all'impeccabile produzione ne fanno un disco di valore assoluto. Era da tempo che il gruppo svedese non forniva una prova così convincente; i due album precedenti erano assolutamente validi (soprattutto il "white album"), e ben sopra la media delle produzioni di tanti gruppi storici ormai a corto di idee. Però, in Death Magic Doom c'è di più; c'è un tocco della stessa magia, della stessa maestosa epicità di dischi come Nightfall e Epicus Doomicus Metallicus (citato abbastanza chiaramente nel titolo a tre parole). L'apertura è affidata ad un dittico da paura: la martellante If I Ever Die - che potrebbe quasi essere una versione potenziata e migliorata di Black Dwarf - e la sabbathiana Hammer of Doom sono davvero da applausi in tutto: dagli intrecci di chitarra e basso alla batteria ultrapesante (e pensante), fino alla strepitosa voce di Robert Lowe. L'ex frontman dei Solitude Aeternus si mantiene su livelli eccellenti per tutto l'album, dimostrando ancora una volta che, se non era l'unico sostituto possibile per Messiah, era di certo il migliore. The Bleeding Baroness tiene alta la tensione, ammaliando come la protagonista della nera storia che racconta, e anche i pezzi seguenti non deludono. Da segnalare, in particolare, le melodie "avvolgenti" di Dead Angel e l'incedere maestoso di My Funeral Dream. Davvero un grande disco, che conferma i Candlemass tra i nomi più ispirati del momento (non solo nel doom).

domenica 19 luglio 2009

Still alive

Il blog non è morto, anche se lo sembra.

Semplicemente, la vita vera ha fatto prepotentemente irruzione (per fortuna, no?) e non ho più avuto tempo di completare quei 2-3 post che avevo in mente. Lo farò presto, spero. E magari riuscirò anche a comunicare un paio di novità musicali interessanti!

Incrociamo le dita.

martedì 21 aprile 2009

Running Wild No More!

E' veramente una notizia triste, per il sottoscritto, quella che Rock 'n' Rolf (al secolo Rolf Kasparek) ha ufficialmente deciso di appendere la chitarra al chiodo. Quello che si terrà quest'anno al festival di Wacken, quindi, sarà l'ultimo concerto ufficiale dei Running Wild.

I Running Wild sono stati sempre una band fondamentale per me, come musicista; la loro influenza è ben evidente soprattutto nel primo album dei Drakkar, e credo sarà percepibile anche nel prossimo, dove torneremo a sonorità un pò più "classic metal". Rolf e i suoi hanno davvero segnato un'epoca nel metal tedesco, con un percorso sempre caratterizzato da un'onestà e intransigenza (30 anni di carriera e mai una ballad!) che ne ha fatto dei beniamini di tutti i difensori della fede. Una storia lunghissima, fatta di tanti alti e qualche basso, ma tutta caratterizzata da una vera, schietta passione per il metallo. E alla fine sempre di onestà si tratta: anche dell'onestà di decidere di smettere quando non ci sono più stimoli, invece di trascinarsi album dopo album verso un declino inesorabile come fanno tanti altri gruppi.

Da parte mia, non posso che ringraziare Rolf con tutto il cuore per la grande musica che ci ha regalato in tutti questi anni. Lo farò con una serie di post-tributo dedicati alla storia dei Running che vi proporrò nelle prossime settimane, nell'attesa del grande show d'addio, al quale purtroppo non potrò partecipare di persona, ma che non mancherò di godermi nel mio salotto non appena possibile (visto che, come è ormai consuetudine per tutti gli "eventi" live di un certo livello, verrà consegnato alla storia nella forma di un DVD/CD).

Capitano Kasparek, ovunque ti porti il vento, sappi che per noi, per il tuo equipaggio, resterai sempre il Capitano!



Face in the wind, we're riding the storm
We'll stay our course, whatever will come
Wandering souls in the sea of the damned
Death or Glory, oh, we are riding the storm! 

mercoledì 8 aprile 2009

Universal Legend

Ho già scritto, qualche post fa, a proposito del nuovo lungometraggio a cartoni direct-to-dvd della Warner: Green Lantern - First Flight.

E' uscito proprio oggi il primo vero trailer: lo trovate qui sotto. Enjoy!

martedì 7 aprile 2009

domenica 29 marzo 2009

Nel blu dipinto di blu

Il teaser trailer di Dark Void, nuovo gioco Capcom in uscita quest'anno:


Gears of War incontra Ace Combat, con livelli a sviluppo sia orizzontale che verticale, il marchio Capcom (sinonimo di divertentissima tamarrata) e un protagonista dal look simil-Rocketeer ?

Count me in.

venerdì 27 marzo 2009

La Bibbia Nera

Dopo tanti anni passati ad ascoltare e fare musica, è inevitabile "raffreddarsi" un pò. Dopo che ne hai sentite a migliaia, è difficile che una canzone riesca ancora a darti la stessa scarica di passione e adrenalina che ti davano le prime, quelle che ti avevano condotto alla scoperta di un mondo per te ancora nuovo, vergine. E poi siamo onesti: se c'è un'epoca della nostra vita in cui la musica rappresenta qualcosa di più, in cui siamo massimamente permeabili ad essa, è quella dell'adolescenza. Che per me, grazie al cielo, è ormai lontana.

Eppure, se hai vera passione per la musica, ci saranno sempre alcuni artisti che, a prescindere da quanto tu sia ormai navigato e adulto, a prescindere da quanto la tua visione si sia evoluta, riusciranno sempre a farti tornare ragazzino, a darti quella scossa, quel brivido... Quelle "farfalle nello stomaco". A patto, ovviamente, di essere invecchiati (loro, gli artisti) con sufficiente grazia, di avere ancora la "scintilla". Musicisti che ti fanno bramare ogni loro nuova fatica, ti fanno contare i giorni dall'uscita, perché sai di poterti fidare di loro, perché amano davvero quello che fanno. Perché sanno regalarti emozioni.

Non è certo un mistero per alcuno, tra i miei amici e semplici conoscenti, che uno di questi, per il sottoscritto, sia Ronnie James Dio. Quello che forse è meno noto, è che un altro sia Tony Iommi. Iommi è probabilmente il mio chitarrista preferito. Un riff-maker ineguagliabile, capace di mettere in mostra tutta la propria bravura senza mai scadere nel virtuosismo fine a se stesso, e soprattutto un eccezionale compositore, il che per me conta cento volte di più dell'eccellenza tecnica. Non che quest'ultima gli manchi, intendiamoci. Ma è secondaria rispetto alla sua incredibile vena creativa, che ancora oggi, a quarant'anni dalla nascita della prima formazione dei Black Sabbath, non sembra volersi esaurire.

E' quindi abbastanza normale che attenda con un'ansia da ragazzino il nuovo album di questa fantastica coppia, ovviamente con il fondamentale contributo di Geezer Butler e Vinnie Appice: The Devil You Know.

Chiamateli Heaven and Hell o Black Sabbath, non importa. Quel che importa è che, dopo aver mostrato i muscoli con un tour mondiale che ce li ha consegnati in forma smagliante a dispetto dell'età, dopo averne pubblicato un live di qualità stratosferica, stanno finalmente per regalarci qualcosa di nuovo. Oddio, a dire il vero avevano già realizzato insieme, dopo anni, tre nuovi pezzi, pubblicati sulla compilation che ha preceduto il summenzionato tour: tre brani potenti e assolutamente convincenti. Però, stavolta si parla finalmente di un vero e proprio disco, con tutti i crismi, da mettere sullo scaffale accanto a Heaven and Hell, The Mob Rules e Dehumanizer. Si è capito che non vedo l'ora? 

Mi sa di sì.

E le mie aspettative sono ulteriormente cresciute dopo aver finamente potuto assaggiare il primo estratto, un singolo che uscirà un mesetto prima dell'album completo: Bible Black.
Eccolo (l'immagine fissa che accompagna la musica è la copertina dell'album, che è uscita da qualche giorno):



Un pezzo nel più puro stile della band: epico, dall'incedere possente, con la solita magistrale interpretazione di Ronnie (non esiste nessun cantante della sua generazione che abbia ancora una simile potenza e convinzione!), gli assoli ricchi di feeling di Tony, e la ritmica pulsante di Vinnie e Geezer. Uno di quei brani che ti ricordano che cos'è realmente l'heavy metal, e perché lo ami così tanto. Se anche il resto del CD sarà su questi livelli (e non ho ragione di dubitarne), il titolo di "album dell'anno" è come se fosse già in cassaforte.

28 Aprile 2009.

Sarà un mese molto lungo.

giovedì 12 marzo 2009

Watchmen - The Movie

Trovate la mia recensione su www.glamazonia.it.

Se vi va, leggetela!

mercoledì 4 marzo 2009

Green Lantern - First Flight

E' stato annunciato il prossimo lungometraggio in DVD dedicato agli eroi DC. Dopo Superman, The New Frontier e Wonder Woman, è il turno di...



GREEN LANTERN!

Vista la qualità dei precedenti, non vedo l'ora. E incrocio le dita sperando che il prossimo sia Flash!

venerdì 27 febbraio 2009

Caro Carlo...


Caro Carlo, 

vai dove ti meritano. Ti prego. Smetti di farti prendere per il culo da chi lascia passare il mercato di gennaio senza comprare un centrale utilizzabile da subito quando in rosa ne ha solo due sani: Senderos e un Maldini 40enne.

Da chi può prendere Buffon e si tiene Dida, per non inimicarsi l'elettorato bianconero.

Da chi, dopo che hai fatto risultati in coppa che solo Sacchi era stato capace di fare prima di te, risponde alle tue richieste facendo spallucce. Comprandoti Emerson al posto di Ribery e Ronaldinho (con tutto il rispetto per il campione) al posto di Adebayor, come se un fantasista e una punta di peso fossero intercambiabili.

Ti prego, per il tuo bene, vai al Real o al Chelsea e smetti di dare amore a chi così evidentemente non lo ricambia.

Così eviteresti anche i fischi di quei poveri illusi che credono che un altro in panchina sarebbe capace di vincere con un intero reparto a pezzi, e senza poter fare neanche una scelta sul mercato. Gli stessi illusi che si sono fatti belli coi colleghi quando li hai portati sul tetto del mondo, un'impresa che altri possono solo sognare, ma che per loro è scontata, come se fosse un obbligo.

Vai Carlo. Io sarò sempre lì a fare il tifo per te. Tiferò per te ai Mondiali, se ci andrai. E se mai la tua nuova squadra dovesse eliminare il Milan in coppa, sarà una sconfitta meno amara.

Per me il tuo Milan rimarrà per sempre quello dei rigori contro la Juve a Manchester, del 2-1 al Liverpool ad Atene, del 4-0 al Deportivo, del 3-0 al Manchester a San Siro, dell'1-0 al Real Madrid dei Galacticos, sempre al Meazza, quando davanti ai miei occhi ho visto i "miei" rossoneri dare una lezione alla squadra più forte del mondo. E anche quello dei tanti derby ben giocati e vinti.

La storia ti darà ragione, perché il tempo è galantuomo.

lunedì 23 febbraio 2009

Nothing ends, Adrian. Nothing ever ends.



Dr. Manhattan: Thermo-dynamic miracles... events with odds against so astronomical they're effectively impossible, like oxygen spontaneously becoming gold. I long to observe such a thing.
And yet, in each human coupling, a thousand million sperm vie for a single egg. Multiply those odds by countless generations, against the odds of your ancestors being alive; meeting; siring this precise son; that exact daughter... Until your mother loves a man she has every reason to hate, and of that union, of the thousand million children competing for fertilization, it was you, only you, that emerged. To distill so specific a form from that chaos of improbability, like turning air to gold... that is the crowning unlikelihood. The thermo-dynamic miracle.

Laurie Juspeczyk: But...if me, my birth, if that's a thermodynamic miracle... I mean, you could say that about anybody in the world!
Dr. Manhattan: Yes. Anybody in the world... But the world is so full of people, so crowded with these miracles that they become commonplace and we forget... I forget. [...] Come... dry your eyes. For you are life, rarer than a quark and unpredictable beyond the dreams of Heisenberg; the clay in which the forces that shape all things leave their fingerprints most clearly.

Ogni volta che lo rileggo, ho i brividi. E' esattamente per parti come queste che Watchmen è il miglior fumetto mai scritto. E' per riflessioni così - più ancora che per la sua sceneggiatura perfetta e l'impressionante tecnica con cui è costruito - che merita un posto tra i classici della letteratura, non solo disegnata. 
Non so cosa verrà fuori dal film di Snyder, ma per quanto possa essere ben realizzato e fedele, non potrà eguagliare la bellezza dell'opera originale. Ed è per questo che dovreste leggerla. Tutti.

In Alan (Moore) we trust.