Dopo tanti anni passati ad ascoltare e fare musica, è inevitabile "raffreddarsi" un pò. Dopo che ne hai sentite a migliaia, è difficile che una canzone riesca ancora a darti la stessa scarica di passione e adrenalina che ti davano le prime, quelle che ti avevano condotto alla scoperta di un mondo per te ancora nuovo, vergine. E poi siamo onesti: se c'è un'epoca della nostra vita in cui la musica rappresenta qualcosa di più, in cui siamo massimamente permeabili ad essa, è quella dell'adolescenza. Che per me, grazie al cielo, è ormai lontana.
Eppure, se hai vera passione per la musica, ci saranno sempre alcuni artisti che, a prescindere da quanto tu sia ormai navigato e adulto, a prescindere da quanto la tua visione si sia evoluta, riusciranno sempre a farti tornare ragazzino, a darti quella scossa, quel brivido... Quelle "farfalle nello stomaco". A patto, ovviamente, di essere invecchiati (loro, gli artisti) con sufficiente grazia, di avere ancora la "scintilla". Musicisti che ti fanno bramare ogni loro nuova fatica, ti fanno contare i giorni dall'uscita, perché sai di poterti fidare di loro, perché amano davvero quello che fanno. Perché sanno regalarti emozioni.
Non è certo un mistero per alcuno, tra i miei amici e semplici conoscenti, che uno di questi, per il sottoscritto, sia Ronnie James Dio. Quello che forse è meno noto, è che un altro sia Tony Iommi. Iommi è probabilmente il mio chitarrista preferito. Un riff-maker ineguagliabile, capace di mettere in mostra tutta la propria bravura senza mai scadere nel virtuosismo fine a se stesso, e soprattutto un eccezionale compositore, il che per me conta cento volte di più dell'eccellenza tecnica. Non che quest'ultima gli manchi, intendiamoci. Ma è secondaria rispetto alla sua incredibile vena creativa, che ancora oggi, a quarant'anni dalla nascita della prima formazione dei Black Sabbath, non sembra volersi esaurire.
E' quindi abbastanza normale che attenda con un'ansia da ragazzino il nuovo album di questa fantastica coppia, ovviamente con il fondamentale contributo di Geezer Butler e Vinnie Appice: The Devil You Know.
Chiamateli Heaven and Hell o Black Sabbath, non importa. Quel che importa è che, dopo aver mostrato i muscoli con un tour mondiale che ce li ha consegnati in forma smagliante a dispetto dell'età, dopo averne pubblicato un live di qualità stratosferica, stanno finalmente per regalarci qualcosa di nuovo. Oddio, a dire il vero avevano già realizzato insieme, dopo anni, tre nuovi pezzi, pubblicati sulla compilation che ha preceduto il summenzionato tour: tre brani potenti e assolutamente convincenti. Però, stavolta si parla finalmente di un vero e proprio disco, con tutti i crismi, da mettere sullo scaffale accanto a Heaven and Hell, The Mob Rules e Dehumanizer. Si è capito che non vedo l'ora?
Mi sa di sì.
E le mie aspettative sono ulteriormente cresciute dopo aver finamente potuto assaggiare il primo estratto, un singolo che uscirà un mesetto prima dell'album completo: Bible Black.
Eccolo (l'immagine fissa che accompagna la musica è la copertina dell'album, che è uscita da qualche giorno):
Un pezzo nel più puro stile della band: epico, dall'incedere possente, con la solita magistrale interpretazione di Ronnie (non esiste nessun cantante della sua generazione che abbia ancora una simile potenza e convinzione!), gli assoli ricchi di feeling di Tony, e la ritmica pulsante di Vinnie e Geezer. Uno di quei brani che ti ricordano che cos'è realmente l'heavy metal, e perché lo ami così tanto. Se anche il resto del CD sarà su questi livelli (e non ho ragione di dubitarne), il titolo di "album dell'anno" è come se fosse già in cassaforte.
28 Aprile 2009.
Sarà un mese molto lungo.