venerdì 30 novembre 2007

Nuovo Logo!

Vi piace?

A me un casino.

Me l'ha fatto il mitico Fabio, il cui blog trovate linkato qui a destra (Mr. Kayak contro tutti!).

A lui un grosso grazie e un in bocca al lupo per il momento difficile che sta passando.

Forza Fabione!

Il brano del giorno - 004

Per il brano di oggi, venerdì 30 novembre 2007, non è mai stato filmato un video ufficiale. Youtube, però, si rivela come sempre fonte inesauribile, e così ecco spuntare dalla mia ricerca un clip realizzato da un fan di Naruto, che ha pensato di abbinare, alle immagini del popolare cartone giapponese, del sano heavy metal. Perciò, detto che io di Naruto non ho mai visto manco mezzo episodio nè mi interessa, vi invito anche stavolta ad ascoltare, più che guardare.

Symphony X - Evolution (The Grand Design), dall'album V.

giovedì 29 novembre 2007

Il brano del giorno - 003

Il brano di oggi, giovedì 29 novembre 2007:


Billy Idol - Shock to the system



mercoledì 28 novembre 2007

Il brano del giorno - 002

Stasera mi recherò all'Alcatraz per assistere alla data milanese del tour che sta portando Helloween e Gamma Ray in giro insieme per la prima volta (partecipazioni a festival escluse, ovviamente). L'evento è storico soprattutto per la possibilità di vedere Kai Hansen riunito ai suoi vecchi compagni per il gran finale dello show, affidato ai due pezzi più celebri tra quelli scritti dallo stesso Kai quando faceva ancora parte delle zucche.

Ho quindi scelto uno di questi, come brano del giorno 28 novembre 2007.

Helloween - I want out, dall'album Keeper of the 7 keys part II.



martedì 27 novembre 2007

Il brano del giorno - 001

Visto che qualche genio assoluto ci ha regalato quella meraviglia chiamata youtube, sfruttiamola!

Da oggi in avanti, cercherò di trovare quei 5 minuti al giorno per postare un pezzo che mi piace particolarmente. I video di per sè possono anche fare pena, non è un problema: a me interessa condividere l'amore per le canzoni che accompagnano. Infatti, non ha caso l'etichetta è "il brano del giorno", non "il video del giorno".

Ed ecco il primo: il brano del giorno di martedì 27 novembre 2007.


Def Leppard - Animal, dall'album Hysteria.

martedì 20 novembre 2007

Quando il gioco d'azzardo paga



Mentirei, se dicessi che mi aspettavo un grande album da parte degli Helloween. Negli ultimi anni, l'unico loro disco a convincermi era stato The dark ride (peraltro controverso e poco amato dai fan, che come spesso capita non ne hanno gradito il sound rinnovato e differente). Rabbits don't come easy lo avevo trovato semplicemente orribile, e Keeper of the 7 keys - The legacy un'opera mediocre, con l'aggravante di andare a scomodare nel titolo i capolavori del passato. Detto questo, le mie aspettative per il nuovo Gambling with the Devil erano praticamente nulle... E invece, le zucche fanno proprio come quei fuoriclasse che, quando li hai dati ormai per spacciati, tirano fuori la zampata che gli fa vincere la partita!

GwtD, infatti non è solo un grandissimo album. E' una dimostrazione di forza impressionante, la dimostrazione che il gruppo di Mike Weikath e soci, anche dopo cambi di line-up e dischi di merda è ancora in grado di riprendersi lo scettro di re del power/happy metal: gli basta volerlo.
Stavolta l'han voluto, e alla grande. E ci sono riusciti alla perfezione. Ora, come potrete facilmente immaginare io non sono certo il tipo che si fa impressionare da qualsiasi disco power di buon livello: ne ho semplicemente sentiti troppi. E quando uno mi colpisce come questo, vuol dire che ha qualcosa di speciale. Lo sto sentendo a ripetizione da quando l'ho acquistato (sabato pomeriggio), e ogni volta ci trovo qualcosa di nuovo e stimolante. Nelle 11 tracce (più l'inevitabile intro, giustificata in maniera simpatica dal contenere un indovinello-concorso per i fan della band) le zucche tedesche hanno fuso mirabilmente potenza e melodia come non gli capitava da anni, con immensa goduria per tutti gli appassionati del genere. Un genere che ha disperatamente bisogno di dischi come questo, soprattutto dal suo gruppo indiscutibilmente più famoso, perché non ci si può aspettare che siano sempre solo i Rage e i Blind Guardian a tenere su la baracca mentre gli altri si limitano a vivacchiare.

Una delle cose che più impressionano, a parte la qualità pazzesca della produzione del veterano Charlie Bauerfeind, è l'assoluta mancanza di riempitivi o pezzi meno riusciti. 12 brani e 2 bonus track, e neppure un passo falso. Bei riff, belle melodie, strutture che rispettano la forma-canzone ma al tempo stesso hanno abbastanza tocchi di classe da rendere l'album contemporaneamente immediato e longevo (e infatti penso proprio che stazionerà a lungo nella mia autoradio!). Un sound che è Helloween al 100% ma che riesce comunque ad essere fresco, attuale, senza sterili riciclaggi del passato, tanto che a tratti compare anche qualche sperimentazione, sempre di qualità (per esempio in Fallen to pieces).

Momenti topici... Beh, tutti! Ma in particolare direi Dreambound e The Saints per il versante più speed, e Can do it e Final fortune per quello più "happy" e scanzonato, anche se il vero capolavoro arriva alla fine, ed è intitolato Heaven tells no lies, un pezzo che entra di diritto tra i migliori mai scritti dalla band. Vario, interessante, potente, melodicamente e armonicamente favoloso, emozionale, sentito... In una parola, perfetto. Ma ripeto, questo è un disco talmente bello e coerente che potreste pescare qualsiasi canzone così, a casaccio, senza mai sbagliare: tanto sono tutte ottime.

E dato che sono buono e non voglio lasciarvi a bocca asciutta dopo tanti elogi al disco, chiudo il post con il video del primo singolo, As long as I fall. Un classicissimo singolo alla Helloween, ma riuscito come non gli capitava dai tempi di Power. Ok, il video è obiettivamente brutto e ultra-trash, ma chissenefrega, tanto quello che conta è la musica, o almeno così dovrebbe essere, no? E qui è buona, ma buona davvero!





Well you can do it
There's nothing to it
When all others turn their backs on you
There is still yourself to prove it to that

You can do it
There's nothing to it
If the whole damn world abandoned you
You´re the only one worth listening to

giovedì 15 novembre 2007

Fever

Nonostante le ultime 24 ore siano state da campionato del mondo della sfiga, e nonostante una delle varie sfortune che mi han colpito in pieno sia proprio il kaputt della mia Xbox 360 (e dire che mi ero illuso di poter essere uno dei pochi fortunati che non avrebbero mai mandato in assistenza una 360 di prima generazione... Per fortuna è in garanzia!), la febbre per MASS EFFECT non accenna a diminuire.

Negli ultimi giorni ho ricevuto a casa il romanzo che fa da prequel al gioco, scritto da Drew Karpyshyn; ne ho già letto metà e lo trovo molto gradevole. E' una lettura scorrevole, senza pretese, che svolge benissimo la sua funzione di introdurre al mondo creato da Bioware per il gioco. Un mondo che già si annuncia come affascinante, convincente, ben costruito. Il romanzo porta alla luce idee molto interessanti, e mostra come i creativi dietro il gioco abbiano voluto fornirgli un'ambientazione solida, seria, che rispetta le regole di credibilità e cura delle migliori opere di fantascienza. Certo, reminiscenze di Star Trek e Star Wars emergono qua e là, nondimeno Mass Effect si avvia ad avere una profondità di setting e design che si avvicina di più a quella di una produzione letteraria o cinematografica, che non a quella di un videogioco. Non per niente è un investimento grosso per lo sviluppatore: è il tentativo di creare un franchise di fantascienza che dia vita ad almeno 3 giochi di classe AAA, e possibilmente anche ad un ricco contorno di merchandising, libri e via discorrendo.

Se avranno successo, lo scopriremo tra poco. Di certo, le premesse ci sono tutte, perché oltre alle good vibes che arrivano dal già citato romanzo, anche dai filmati anticipati finora c'è la netta sensazione di trovarsi di fronte ad un gioco che setterà uno standard tutto nuovo nel suo genere.
E' ovviamente importante, anzi fondamentale, che il gameplay si dimostri all'altezza dell'impegno profuso nel creare un universo credibile, e questo nessun filmato può dircelo: finché non gli avremo messo le mani sopra, non avremo certezze a riguardo.
Però, da giocatore che valuta lo storytelling e l'ambientazione, a volte, anche più delle stesse meccaniche di gioco, e da grande amante della space-opera in tutte le sue forme, sinceramente non vedo l'ora di poter salire a bordo della Normandy. Non vedo l'ora di poter entrare nel mondo di Mass Effect con quel coinvolgimento che è la vera forza dei videogiochi, che in un certo senso sono il media del futuro proprio per la loro capacità di farti diventare parte integrante delle vicende, a un livello impossibile per altri media.

Insomma, date un'occhiata. Qui c'è un'intera galassia, che aspetta solo di essere esplorata!



Spero solo che MS mi rispedisca la console "pronta all'uso" per la fine del mese, quando più o meno mi arriverà a casa il pacco da Play.com... Altrimenti, la febbre potrebbe peggiorare!

mercoledì 14 novembre 2007

The neXt generation



Ho iniziato la settimana scorsa una rilettura dell'intero ciclo di Grant Morrison sugli X-Men, che furono per l'occasione rinominati "New X-Men", inaugurando una consuetudine (quella dell'aggiunta del "new" davanti al titolo per segnalare un revamp) che in casa Marvel dura ancora oggi.
Al di là della goduria instrinseca (e feticistica) di avere tra le mani gli spendidi HC Oversized che raccolgono tutta la run Morrisoniana, è la rilettura stessa, sono le storie, che mi stanno dando qualcosa. Come la prima volta, forse anche di più.

La mia passione per lo scrittore scozzese è ben nota a chi mi conosce, ma penso che lo sia altrettanto la mia onestà intellettuale nel cercare di vedere le sue opere per quello che sono: nel bene e nel male. Non ho risparmiato critiche alla sua recente gestione di Batman in coppia con Andy Kubert; al tempo stesso, non credo di dover risparmiare elogi nei confronti dei suoi X-Men. Intriganti, appassionanti, surreali, pop, futuristi, dissacranti, emozionanti: i NXM di Morrison sono tutto questo e anche di più. Sono, semplicemente, gli unici X-Men che valga davvero la pena di leggere tra tutti quelli usciti dopo la fine della prima run di Claremont.

A impressionarmi sempre, di Morrison, è il ritmo. Riesce a coinvolgermi, a tirarmi dentro la storia come nessun altro. E' lui il vero inventore della "Widescreen Action" nei fumetti americani, con buona pace di Warren Ellis e della sua (pregevole, sia chiaro) Authority. E' lui ad aver applicato meglio di ogni altro la lezione di Jack Kirby. Non a caso, in tempi più recenti rispetto a quelli dei suoi X-Men, Grant ha ripreso nei 7 Soldiers tanti personaggi e situazioni del Re, oltre allo stile di pubblicazione da questi introdotto con la saga del IV Mondo (attualmente in corso di ristampa in degli imperdibili volumi Omnibus, su cui conto di tornare in futuro). Leggere alcune sue storie è veramente come assistere ad un grande action movie americano, tutto effetti speciali e personaggi "cool", ma con in aggiunta un tocco di follia, di surrealismo, e dei riferimenti culturali non proprio d'accatto. Azione intelligente: un'autentica rarità.

In New X-Men, però, non c'è solo questo: c'è anche un'attenzione enorme ai personaggi, c'è la voglia di farli crescere, cambiare, evolvere. E se ci sono dei personaggi che dovrebbero sempre farlo, quelli sono proprio gli X-Men: evoluzione è la loro parola chiave, sin dalle origini. E Morrison, negli ultimi anni, è l'unico ad averla applicata. Peccato che poi tutto quello che ha fatto sia stato cancellato a posteriori dai piani alti della Marvel, più interessati al licensing che ai fumetti. Comprensibile, visto che parliamo di un'azienda a scopo di lucro. Ma triste per chi ha apprezzato e amato i mutanti X nei loro periodi più coraggiosi.

Se avete voglia di leggere di mutanti che siano davvero tali (e quindi non solo supermodelli con superpoteri, ma anche e soprattutto freak), e quindi credibili al 100%, anche nel 2000, come oggetto di diffidenza da parte dei comuni umani; se volete vedere personaggi stereotipati assumere di colpo spessore, personalità e significato; se volete ritmo, azione e pericolo; se volete colpi di scena folli; se volete pop-culture a go-go; se volete storie con più piani di lettura, adatte al neofita quanto al lettore navigato e consapevole, beh, qui c'è roba per voi. E tanta, anche! E poi, la ristampa in volumi 100% Marvel da parte di Panini sta rendendo questo ciclo di nuovo facilmente reperibile anche in Italia (sebbene sia comunque consigliabile, potendo, leggere la versione originale, per non perdersi nessuna sfumatura linguistica... Ma questo è un altro discorso). Insomma, non avete scuse.

Ah, visto che parliamo di fumetti... Fatemi dire due parole anche sui disegni, che è dovuto. Ad accompagnare i testi di Morrison, si sono alternati diversi artisti, purtroppo molto mal gestiti dalla Marvel. Un talento come Igor Kordey costretto a disegnare 22 pagine in due settimane scarse è uno spreco incredibile, e infatti le sue tavole risultano tra le peggiori da lui prodotte nella sua carriera... Pur mantenendo quella chiarezza di narrazione che altri non ottengono in una vita, figuriamoci in pochi giorni. Anche Ethan Van Sciver, che pure ha fatto un lavoro discreto, ha sicuramente dato di meglio in seguito, con delle schedule più adeguate ai suoi tempi di lavoro.
Le storie migliori del lotto, dal punto di vista grafico, restano quindi quelle di Frank Quitely, il cui nome era abbastanza "forte" al tempo della pubblicazione da potergli permettere di prendersi il tempo necessario per lavorare al meglio. E io mi chiedo: alla Marvel non immaginavano che Quitely non sarebbe stato in grado di tenere una scadenza mensile, e che era meglio avere pronti dei backup artist capaci di lavorare rapidamente, alla Bagley, invece che uno come Kordey? Mah. Ecco, se c'è una pecca in questo ciclo è proprio la scarsa continuità grafica. Ma questo non dovrebbe frenarvi, perché i New X-Men di Morrison restano comunque tra le opere più interessanti dei comics degli ultimi anni, e uno dei primi e più convincenti tentativi di portare il fumetto USA nel nuovo millenio.

sabato 10 novembre 2007

Piccolo aggiornamento

E' un periodo di scarsa vena per gli aggiornamenti del blog, un pò per stanchezza, un pò per impegni vari... Un pò perché c'è un progettino che mi occupa parecchio, ma che sta venendo su davvero bene. Spero che saremo (sì: è un progetto corale) in grado di lanciarlo molto presto, intanto incrociate le dita.

Questo post è dunque solo un modo per:

A) Rendere noto che il blog non è morto, solo un pò sonnecchiante;

B) Pubblicizzare il fatto che ho aggiunto un RSS Feed con le notizie da Comic Book Resources. CBR è uno dei miei siti preferiti, tra quelli di informazione sul fumetto USA, e mi piace l'idea di aprirvi una vetrina anche da Deep Sound 9. Visitatelo, ne vale la pena!

E ora torno nell'ombra, sperando di essere presto in grado di recuperare con un pò di post. In cui parlare di Drakkar e Crimson Dawn, degli X-Men di Morrison, e di Mass Effect (ormai prossimo all'uscita!). See ya soon, space cowboys!